100 anni di indipendenza in Polonia. A Roma un ciclo di conferenze sull’avanguardia polacca
In occasione del centenario dell'indipendenza della Polonia, un ciclo di conferenze ricostruisce la scena artistica e intellettuale polacca: un'importante esperienza dell'avanguardia europea, poco nota in Italia
Quest’anno si festeggia il centenario dell’indipendenza della Polonia, avvenuta 123 anni dopo la sua spartizione nel 1795 da parte di Russia, Prussia e Austria. Per celebrare questo importante anniversario di un evento che ha dato inizio a un periodo di grande fermento culturale in tutto il Paese, il Ministero della Cultura e del Patrimonio Nazionale della Repubblica di Polonia ha co-finanziato Polska 100: un programma culturale internazionale che prevede centinaia di eventi culturali, come produzioni cinematografiche, concerti, spettacoli teatrali.
LE CELEBRAZIONI
Uno di questi riguarda anche l’Italia e consiste in un ciclo di sette conferenze dal titolo Avanguardia polacca. Cultura e arte dopo la riconquista dell’Indipendenza, che si svolgeranno presso gli spazi del Museo Laboratorio di Arte Contemporanea e dell’Istituto Polacco di Roma, fino al 14 dicembre, con l’intento di ricostruire la scena artistica e intellettuale polacca di quel particolare frangente storico. “Il progetto è stato ideato affinché un pubblico di studenti e di persone di cultura si avvicinino a un’importante esperienza dell’avanguardia europea, poco nota in Italia”, racconta ad Artribune il professore Claudio Zambianchi che, insieme agli altri colleghi di Sapienza Università di Roma, Luigi Marinelli e Ilaria Schiaffini; Stefano Chiodi dell’Università Roma Tre e Carlotta Sylos Calò dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, ha collaborato all’ideazione di questo progetto insieme all’Istituto Polacco di Roma, nella persona di Anna Jagiełło. “Lo scopo è quindi informativo, ma si tratta di un’informazione assai approfondita, affidata a specialisti”.
I TEMI
Per raccontare al pubblico italiano questa esperienza fondamentale che ha segnato la cultura e l’arte polacche del primo dopoguerra, e che costituisce per tantissimi artisti un punto di riferimento imprescindibile ancora oggi, sono stati invitati i maggiori esperti sul tema: lo stesso Luigi Marinelli che presenterà, con una lezione introduttiva, il quadro storico-culturale in cui la Polonia si venne a trovare dopo la Grande Guerra; Andrzej Turowski (Università della Borgogna, Digione, Francia); Karolina Ziębińska-Lewandowska (Centre Pompidou, Parigi, Francia), Piotr Rypson (Direttore del Museo Nazionale, Varsavia, Polonia), Luiza Nader (Accademia di Belle Arti, Varsavia, Polonia). E ancora Jarosław Suchan e Paulina Kurc-Maj, rispettivamente Direttore e Responsabile del Dipartimento Collezione di Arte Moderna del Muzeum Sztuki di Łódź – il più antico museo di arte contemporanea del mondo – costituito da una straordinaria collezione internazionale, nata dall’iniziativa di un gruppo di artisti, tra cui il fondamentale pittore Władysław Strzemiński che ha dato il via al costruttivismo polacco. “Speriamo, come Università, che studentesse e studenti si incuriosiscano”, conclude Zambianchi, “e propongano momenti di approfondimento, tesi di laurea o di dottorato sull’argomento”.
– Claudia Giraud
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati