Dal nulla al sogno. Dada e Surrealismo ad Alba
Fondazione Ferrero, Alba ‒ fino al 25 febbraio 2019. Una selezione di opere custodite dal Museo Boijmans Van Beuningen di Rotterdam sbarca in Piemonte. Rendendo omaggio ai grandi interpreti delle istanze dada e surrealiste.
Leggiamo con interesse che la mostra Dal nulla al sogno. Dada e Surrealismo dalla Collezione del Museo Boijmans Van Beuningen, allestita presso la Fondazione Ferrero di Alba, è immaginata dal curatore Marco Vallora “secondo una logica espositiva che riflette le suggestioni surrealiste, nel modo di presentare le opere e di concepire un’arte non più soltanto museale e assopita”. Incuriositi ci rechiamo sul posto, ricordando le scorse monografiche, per esempio quella, indimenticabile, su Casorati nel 2014-2015, organizzate sempre con grande rigore scientifico. Il titolo evocativo preannuncia il campo d’indagine: dal nulla dadaista, che arriva alla negazione dell’arte, per cui tutto è casualità e gioco, al sogno surrealista. Avremmo dovuto essere accolti da un “tunnel”, una sorta di percorso obbligato per scendere nei meandri della mente e dell’inconscio, nonché trenino di un abbandonato luna park, con le opere di Man Ray e Duchamp. In verità, ci ritroviamo in un anonimo, largo corridoio scuro, tortuoso solo nell’ultimo tratto; ma poco male, l’esposizione non ci delude. Permette di ammirare notissimi lavori, molti dei quali raramente in prestito, come il trittico di grandi dimensioni Paesaggio con fanciulla che salta la corda del 1936 e la bocca-divano di Mae West, in una singolare versione vintage di Salvador Dalí e tre diverse valigie di Duchamp: La mariée mise à nu par ses célibataires, même, (La boîte verte), De ou par Marcel Duchamp ou Rrose Selavy (La boîte-en-valise), À l’Infinitif (La boîte blanche).
LE OPERE
Il ricchissimo Museo Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, infatti, nella sua notevole raccolta d’arte che va dall’antico al contemporaneo, ospita la collezione di Edward James, stravagante mecenate-collezionista, poeta e viaggiatore, che si divise tra la passione per Magritte e quella per Dalí, diventando di fatto mercante di quest’ultimo. In mostra La reproduction interdite (1937), suo celebre ritratto sdoppiato allo specchio, firmato da René Magritte, che sperava potesse diventare suo mercante internazionale.
La rassegna è organizzata per aree tematiche, che mettono bene a fuoco le caratteristiche peculiari di Dadaismo e Surrealismo, nonché i loro punti di contatto, dati dalle idee politiche, di Marx in particolare, e dai riferimenti letterari a Rimbaud, Mallarmé, Poe, Roussel, Lautréamont.
Si avverte l’assenza di Enrico Baj, che avremmo apprezzato accanto ai suoi amici surrealisti.
Come ha spiegato Vallora stesso, la mostra è diversa dalle precedenti perché propone anche libri, poesie, riviste, pamphlet polemici, frammenti di musica, lettere e manifesti. Documenti utili per cogliere le ostilità e gli scontri all’interno del gruppo, provenienti dal caveau del museo e dalla biblioteca di André Breton, il fondatore del movimento surrealista, andata all’asta qualche anno fa. Non mancano spezzoni e fotogrammi di film sperimentali di Desnos, Buñuel, René Clair e Dalí, che realizzò delle sequenze per Alfred Hitchcock e Walt Disney.
‒ Vera Agosti
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