Oltre la soglia. Arte e magia a Rovigo
La mostra allestita a Palazzo Roverella guida il pubblico nel cuore esoterico dell’Europa fin de siècle. Fra le contraddizioni più recondite e magiche dell’animo umano.
![Oltre la soglia. Arte e magia a Rovigo](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2018/11/Gabriele-Gabrielli-Congrega-satanica-1915-17-collezione-privata-courtesy-Galleria-Athena-Livorno-1024x774.jpg)
In una società condannata a credere nell’illusione positivista del progresso, il timore di poeti, artisti e filosofi è che Orfeo abbandoni la lira e lasci il mondo orfano dell’arte: invocano l’avvento della parola che racconti l’inesprimibile, della forma che renda l’invisibile. Tra il 1880 e il 1925 l’interesse per l’esoterismo e le dottrine ermetiche avvolse l’Europa con il suo manto, nero come un segreto alchemico. Queste suggestioni, diffuse dalla letteratura “maledetta” di Schuré e Huysmans, schiusero le porte dell’ignoto liberando le facoltà creatrici degli artisti: circoli iniziatici, come la Rosacroce del mistico Péladan, accolsero i simbolisti, fino a sedurre anche le Avanguardie futuriste e astrattiste. Così troviamo Kandinskij, rapito dalle teorie dell’antroposofo Steiner; Kupka, che esercitò l’attività di medium; Mondrian, membro della Società Teosofica; Itten, che lasciò il Bauhaus per inseguire il credo zoroastriano; Klee, nudista e vegetariano nella comunità utopica Monte Verità. Arte e Magia è un caleidoscopio di temi dalla forte coerenza interna: indaga l’alchimia spirituale e artistica raggiunta da un’epoca travagliata, che gettò nel fuoco religioni e superstizione, Oriente e Occidente, la “controcultura” spiritualista e la razionalità della scienza nascente, e nelle ceneri cercò il suo senso.
![Odilon Redon, La prière, visage, fleurs, 1893 circa, Musée d’Orsay Parigi](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2018/11/Odilon-Redon-La-pri%C3%A8re-visage-fleurs-1893-circa-Mus%C3%A9e-d%E2%80%99Orsay-Parigi.jpg)
Odilon Redon, La prière, visage, fleurs, 1893 circa, Musée d’Orsay Parigi
AL DI LÀ DEL MALE
Il dito davanti alla bocca invita la ragione a tacere per ascoltare l’inconscio. Sotto i cappucci in processione verso l’abisso si cela un segreto per pochi eletti in grado di leggere oltre l’inganno dell’evidenza. Gli artisti-sacerdoti riaccendono il sacro fuoco nel Tempio dell’arte, alla quale sacrificano le proprie vite sui suoi faraonici altari.
La notte non è solo il tempo del sogno che fiorisce negli occhi chiusi di Redon: gli invitati al banchetto delle tenebre salgono sulla terra a ricordare che l’inferno è qui. Si animano i boschi, attraversati dalle lingue di fuoco di congreghe sataniche, infiammati dai supremi vizi dei sabba. La natura è un tempio di ombre sinistre: lampeggiano gli occhi infernali di lupi e gufi nell’ora della strega, il sorriso beffardo di chi sta per essere rapito nell’estasi dell’incontro con il proibito. È Circe lussuriosa ai limiti del fantasy, è la menade che danza al ritmo del tamburello di Falero, sul quale La Sorcière si aggrappa a un delirio lucidissimo: fino alla fusione di piacere e morte nelle illustrazioni di Rops, che raggiunge il culmine della perversione, “l’al di là del Male”.
![Frantisek Kupka, Idolo nero, 1903, Praga, Patrik Simon’s Collection](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2018/11/Frantisek-Kupka-Idolo-nero-1903-Praga-Patrik-Simon%E2%80%99s-Collection.jpg)
Frantisek Kupka, Idolo nero, 1903, Praga, Patrik Simon’s Collection
SPIRITISMO E AURE: IL PROBLEMA DEI CONTORNI
Anime erranti sorprendono il passante al cancello del cimitero; il ritratto di un’attrice di teatro si smaterializza nei veli del suo fantasma; spiriti sonnambuli sono richiamati da sedute spiritiche su un tavolo intarsiato di mani bramose d’occulto. La Teosofia di Madame Blavatsky rischiara le tenebre nel passaggio dall’estetica simbolista al modernismo: l’universo di Kandinskij si spoglia delle apparenze per essere pura “razionalità mistica”, le sue geometrie levitano come note in uno spazio non fisico, i colori sono sentimenti.
Le onde e i raggi delle aure emessi dal corpo possono essere colti solo da artisti chiaroveggenti: nel trionfo dell’“indefinizione della forma”, l’essenza di fremiti umani è immortalata dalla corrente più animistica del Futurismo. Così nascono gli scatti dell’invisibile nelle fotodinamiche di Bragaglia, la pittura supersensibile di Ginna, gli stati d’animo di Boccioni e le forme-pensiero di Balla.
Ma non è ancora tempo per capire: lungo il viale stellato di Kupka, il viandante è relegato per sempre sulla soglia del mistero, destinato a interrogare una Sfinge che non risponderà mai.
‒ Serena Tacchini
![Ernesto Michahelles detto Thayaht, Tavolo tripode tondo per sedute spiritiche, 1930 ca., Roma, collezione Seeber Michahelles](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2018/11/Ernesto-Michahelles-detto-Thayaht-Tavolo-tripode-tondo-per-sedute-spiritiche-1930-ca.-Roma-collezione-Seeber-Michahelles-768x777.jpg)
![Romolo Romani, Ritratto di Dina Galli, 1908-09, Brescia, Musei Civici d’Arte e Storia – Fondazione Brescia Musei](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2018/11/Romolo-Romani-Ritratto-di-Dina-Galli-1908-09-Brescia-Musei-Civici-d%E2%80%99Arte-e-Storia-%E2%80%93-Fondazione-Brescia-Musei-768x1293.jpg)
![Michele Cammarano, La strega, 1865, Pescara, Collezione Venceslao di Persio](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2018/11/Michele-Cammarano-La-strega-1865-Pescara-Collezione-Venceslao-di-Persio-768x1002.jpg)
![Louis Falero, La Sorcière, 1882, collezione privata, courtesy Galerie Talabardon & Gautier, Parigi](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2018/11/Louis-Falero-La-Sorci%C3%A8re-1882-collezione-privata-courtesy-Galerie-Talabardon-Gautier-Parigi-768x589.jpg)
![Odilon Redon, La prière, visage, fleurs, 1893 circa, Musée d’Orsay Parigi](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2018/11/Odilon-Redon-La-pri%C3%A8re-visage-fleurs-1893-circa-Mus%C3%A9e-d%E2%80%99Orsay-Parigi-768x926.jpg)
![Gabriele Gabrielli, Gufo, 1917 ca., collezione privata, courtesy Galleria Athena, Livorno](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2018/11/Gabriele-Gabrielli-Gufo-1917-ca.-collezione-privata-courtesy-Galleria-Athena-Livorno-768x1034.jpg)
![Gabriele Gabrielli, Congrega satanica, 1915-17, collezione privata, courtesy Galleria Athena, Livorno](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2018/11/Gabriele-Gabrielli-Congrega-satanica-1915-17-collezione-privata-courtesy-Galleria-Athena-Livorno-768x581.jpg)
![Frantisek Kupka, Idolo nero, 1903, Praga, Patrik Simon’s Collection](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2018/11/Frantisek-Kupka-Idolo-nero-1903-Praga-Patrik-Simon%E2%80%99s-Collection-768x768.jpg)
![Frantisek Kupka, Cesta ticha, 1903, Praga, Patrik Simon’s Collection](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2018/11/Frantisek-Kupka-Cesta-ticha-1903-Praga-Patrik-Simon%E2%80%99s-Collection-768x768.jpg)
![Charles Gréber, Pleureuse, 1910 ca., Parigi, Collezione Jean David Jumeau Lafond](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2018/11/Charles-Gr%C3%A9ber-Pleureuse-1910-ca.-Parigi-Collezione-Jean-David-Jumeau-Lafond.jpg)
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