La Svizzera e il Surrealismo. A Lugano
MASI, Lugano ‒ fino al 16 giugno 2019. Il Surrealismo in versione elvetica è protagonista della rassegna ospite del MASI Lugano.
Surrealismo Svizzera: entrando al LAC di Lugano, dove la mostra è ospitata, guardando la copertina del catalogo e i manifesti della rassegna, sembra di trovarsi di fronte a un errore grammaticale. Così non è. Il titolo è una scelta voluta, è il frutto di un’associazione illogica in puro spirito surrealista. La mostra costituisce una parte della rassegna, molto più ampia, che ha appena chiuso i battenti all’Aargaur Kunsthaus di Aarau, nella parte tedesca del Paese.
Nel Canton Ticino ci si è concentrati sugli anni tra il 1920 e il 1940. In mostra le opere di due punti di riferimento per il movimento, Paul Klee e Hans Arp e quindi i lavori dei protagonisti di quella particolare stagione, in cui l’arte figurativa fu sicuramente l’espressione precipua del gruppo svizzero. Ci piace in particolare segnalare Alberto Giacometti, che entrò ben presto in contrasto con André Breton e con il movimento, Max von Moos, Meret Oppenheim (della quale poco è in mostra) e Hans Erni, morto qualche anno fa a 106 anni.
Interessante, nel volume che accompagna la mostra, la riflessione sull’arte e sulle sue condizioni storiche, che meno emergono dalla rassegna ticinese. Per esempio la tesi del direttore del LAC, Tobia Bezzola, secondo il quale molte avanguardie del dopoguerra non sarebbero potute nascere senza il Surrealismo. E l’opera di Fluxus è un esempio per tutti.
‒ Angela Madesani
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