Venti d’Oriente, a Rovigo una mostra racconta l’influenza del Giappone sull’arte occidentale
L’esposizione racconta lo sviluppo del fenomeno del Giapponismo, ovvero l’influenza che ebbe l’arte del Sol Levante sugli artisti occidentali. Tra gli artisti in mostra, Paul Gauguin, Gustav Klimt e James Ensor
È dedicata all’influenza che l’arte giapponese ebbe sulla cultura figurativa europea tra Otto e Novecento Giapponismo. Venti d’Oriente nell’arte europea 1860 – 1915, mostra curata da Francesco Parisi che inaugurerà il prossimo 28 settembre a Palazzo Roverella a Rovigo. I primi “Venti d’Oriente” giunsero in Europa nei primi anni Sessanta dell’Ottocento, all’indomani del trattato firmato tra USA e Giappone che vedeva quest’ultimo uscire dall’isolamento in cui si era chiuso per secoli. Da questo momento iniziano i contatti commerciali e anche culturali tra il paese del Sol Levante e l’Occidente: così si diffondono le prime xilografie, utilizzate per avvolgere i vasi e le ceramiche per proteggerli durante il trasporto. Queste xilografie spesso erano manga di Hokusai o stampe di Utamaro e Hiroshige, tutti autori che influenzarono gli Impressionisti, i Nabis, gli artisti delle Secessioni di Vienna e Monaco. Quella del Giapponismo fu una tendenza che influenzò le nuove generazioni di artisti, letterati, musicisti e architetti, dalla Germania all’Olanda, al Belgio, dalla Francia all’Austria, alla Boemia, fino all’Italia, e trovando terreno fertile nella nascente cultura Liberty. Nell’ambito dell’arte, in particolare, furono numerosi gli autori che si lasciarono sedurre dalle composizioni grafiche, dalle linee e dai colori tipici dell’arte giapponese. Qualche esempio? Paul Gauguin, Herri de Touluse-Lautrec, Vincent van Gogh, Gustav Klimt, Kolo Moser, James Ensor, Alphonse Mucha…
– Desirée Maida
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