Dipingere la modernità. Vittorio Corcos in mostra a Bologna
Per la prima volta Bologna apre le porte, all’interno delle sale di Palazzo Pallavicini, a una mostra su Vittorio Corcos, che ripercorre la storia umana e artistica dell’artista rappresentando in sei sezioni i temi più importanti della sua presenza nella cultura figurativa dalla seconda metà dell’Ottocento al primo trentennio del secolo seguente.
Vittorio Corcos nasce a Livorno nel 1859 e morirà a Firenze nel 1933. Considerato un riformista nell’ambito del ritratto realistico, allievo di Domenico Morelli e amico di De Nittis, del cui salotto parigino fu assiduo frequentatore, Corcos è uno degli interpreti più stimati della Belle Époque. Le donne rappresentate dall’artista furono definite “creature che hanno in sé qualche cosa del fantasma e del fiore”. L’universo femminile sembra prendere vita nelle opere di Corcos, grazie alla profondità psicologica degli sguardi che conferisce ai soggetti un misterioso magnetismo. Donne che, attraverso un gesto delle mani, degli occhi parlano di se stesse, della loro estasi, della loro complessità, del loro essere donne.
LE DONNE INDIPENDENTI RITRATTE DA CORCOS
Sogni, dipinto scelto come immagine guida della mostra, è datato 1896 e fu esposto per la prima volta a Firenze, alla celebre Festa dell’Arte e dei Fiori, suscitando scalpore a causa dello sguardo non convenzionale della modella, con i capelli arruffati e le gambe accavallate, colta in una posizione che, all’epoca, non era ritenuta decorosa ed era considerata troppo audace. Nell’opera Corcos ritrae Elena Vecchi, figlia dello scrittore Augusto Vecchi, amico dell’artista. Il dipinto è simbolo di grande modernità e restituisce l’immagine di una donna emancipata e indipendente.
UNA PITTURA FOTOGRAFICA
Nel Ritratto di Yorick (1889), invece, c’è un uomo che passeggia in una strada comune, con disinvoltura. Sul muro a destra campeggia la scritta: “Se l’uomo qui dipinto al naturale, Non è giovin, grazioso ed alto e snello, se ne accusi il pennello: Non ci ha colpa, per Dio, l’originale”. Sul muro, a sinistra, sono presenti alcuni disegni infantili firmati Ada, figliastra di Corcos.
Corcos ci mostra una pittura quasi fotografica. Ritratti di uomini e donne che si mettono a nudo davanti ai nostri occhi, ci parlano, facendo trasparire forza, consapevolezza, grinta, malinconia, eleganza. Lo spettatore avrà la sensazione di trovarsi effettivamente faccia a faccia con la persona che l’opera ritrae.
‒ Giada Fanelli
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