Il sogno di Giambattista Piranesi a Roma
Fra le mostre in attesa di riapertura c’è anche l’omaggio romano a Giambattista Piranesi a Palazzo Poli. Dove, fino a qualche mese fa, durante la visita si potevano condividere scoperte grandi e piccole.
“Lei è un appassionato di Piranesi?”. Sono intento a basculare una preziosa lastra calcografica incisa fronte-retro, fissata ‒ a beneficio dell’osservatore – su una cornice parzialmente rotante quando, dal lato opposto della sala, mi raggiunge la voce di una giovane donna. “Sono qui per recensire la mostra” rispondo. E lei, con entusiasmo: “Avrei voglia di condividere con qualcuno la mia scoperta, venga a vedere”. La seguo in una sala adiacente, davanti all’acquaforte di una veduta romana. Leggiamo in calce: Presso l’Autore a Strada Felice nel Palazzo Tomati vicino alla Trinita dei Monti. “Quando mi sono accorta di questa scritta mi sono emozionata”, mi confessa cercando sullo smartphone notizie dell’ignota Strada Felice (oggi Via Sistina).
GIAMBATTISTA PIRANESI E ROMA
Giambattista Piranesi (Venezia, 1720 – Roma, 1778) è di casa all’Istituto Centrale per la Grafica ‒ il luogo in cui ci troviamo –, se non altro perché nella sua calcoteca è custodito il corpus completo delle matrici in rame incise dal geniale e prolifico architetto veneziano – sono circa 1500 ‒ sulle quali è incentrata la mostra allestita in occasione del tricentenario della nascita. Piranesi giunge a Roma ventenne nel 1740, portando nella propria visione le invenzioni veneziane di Giambattista Tiepolo e del Canaletto; s’innamora perdutamente dei monumenti e dell’archeologia della Città Eterna facendone il soggetto prediletto di molte delle sue più celebri incisioni. E c’è chi ha colto una sorprendente consonanza tra l’estetica piranesiana e il pensiero coevo di Giambattista Vico il quale, nel secolo dei lumi, tentò di restituire all’immaginazione e al mito dignità noetica.
LA MOSTRA SU PIRANESI A ROMA
Oggi “il sogno impossibile” del grande incisore si riflette nello sguardo sognante dello spettatore che ne apprezzi la forza immaginativa e che, nella prima sala, viene inopinatamente catturato da una multiproiezione onirica realizzata, sulla volta, dall’Associazione Civita Mostre e Musei. La padronanza del pensiero ideativo, unito al desiderio di rivoluzionare la realtà tramite una spregiudicata visione architettonica, ci spinge ad accostare Piranesi a molti audaci architetti delle avanguardie novecentesche, sognatori di avveniristiche “Città nuove” e di improbabili palingenesi urbanistiche. Troviamo una testimonianza dell’attualità della lezione piranesiana nel contiguo Palazzo della Calcografia, nella mostra delle fantasie architettoniche del russo-tedesco Sergej Tchoban che riflette sulle celebri incisioni contaminandole con improbabili ibridazioni diacroniche. Come accade nel sogno.
‒ Luigi Capano
ACQUISTA QUI il libro sulle vedute di Roma di Giambattista Piranesi
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati