Ha aperto Frieze Master 2021 a Londra. Foto e considerazioni
Una fiera possente ma equilibrata, godibile, senza arrivate alla fastosità ridondante del Tefaf o del Brafa. Una edizione bombastica di Frieze Master nei giardini di Regent's Park a Londra
Entri dentro Frieze Masters dopo essere stato alla fiera ‘madre’ Frieze London e ti sembra che fino a quel momento si è scherzato e che qui si comincia a fare davvero sul serio. La percezione è che alcuni stand contengano l’intero PIL annuo dell’Ungheria. Tipo quello di Ben Brown con ogni possibile nome strabiliante sul mercato, incluso gli italiani Fontana e Boetti. Ma senza quel ché di ridondanza delle grandi fierone d’arte antica tipo Tefaf o Brafa: sontuosità ed equilibrio. Un connubio che rende la fiera davvero godibile, forse una delle migliori edizioni di sempre.
IL GRANDE NOVECENTO A FRIEZE MASTERS 2021
L’attacco è un deja vu del 2019. Lo stand di Hauser&Wirth in collaborazione col mercante italiano Fabrizio Moretti per una proposta che mixa su supporti in legno stile anni Cinquanta il grande Novecento e l’arte antica, molto antica, antichissima dei fondi oro. Di fronte c’è Gagosian con una serie di importanti opere di Damien Hirst o di Rachel Whiteread. Ancora Italia e con grande forza da Tornabuoni (per il Fontana sono richiesti 11 milioni, sterline o euro poco cambia: sono sempre parecchi) e da Robilant+Voena dove oltre ai Fontana e ai Castellani si arriva fino a Boldini. Importante invece l’operazione della galleria Luxembourg+Co, che ha puntato forte su una grande artista italiana vivente e troppo trascurata: la quasi novantenne Giosetta Fioroni. Oltre allo stand, anche la personale in galleria in Mayfair. Qualcosa ci fa pensare che il mercato della Fioroni ne beneficerà e non poco.
LE MONOGRAFICHE NEGLI STAND DI FRIEZE MASTERS 2021
Grandi mostre personali come piovessero. Una roba museale (muscolarissima) di Jim Dine da Templon. Una roba più che museale di William Kentridge da Marian Goodman. Tutta la prudenza che si notava a Frieze qui è sfarzo e show. Ancora Italia? Sì, da Mazzoleni ad esempio, dove Burri, Castellani, Bonalumi e Manzoni sono messi a confronto con artisti orientali visto che lo stand è condiviso con la galleria Kukje di Seoul. Si guarda al passato. E non c’è posto migliore per farlo in maniera efficace di Frieze Masters (dove puoi trovare anche fior di pezzi di archeologia, ceramiche storiche come quelle raggruppate dallo stand di Raccanello&Leprince, o straordinarie mappe di città). Giò Marconi, ad esempio, dedica tutto lo stand al lavoro del padre e alla mitica galleria milanese Studio Marconi, con opere di Del Pezzo, Tadini e Adami. Thaddaeus Ropac allestisce un focus su una edizione di Documenta Kassel di trent’anni fa. Lo spazio di Colnaghi è (quasi) tutto dedicato a Christo e alle sue impacchettature.
GLI ALTRI ITALIANI A FRIEZE MASTERS 2021
Da non perdere anche la doppietta alla galleria di Massimo Minini con Carla Accardi che dialoga alla perfezione con Sheila Hicks. E se vogliamo restare agli italiani, ottima figura fanno nella sezione dedicata agli stand più piccoli sia SpazioA di Pistoia con le opere di Santi Alleruzzo sia Tommaso Calabro con una personale dedicata all’artista milanese Remo Bianco. Nomi di artisti scomparsi da riscoprire. Intanto, stando alla felicità dei galleristi, pare che i collezionisti li abbiano già iniziati a riscoprire.
-Massimiliano Tonelli
Frieze Masters
Fino al 17 ottobre 2021
Regest’s Park, Londra
https://www.frieze.com/fairs/frieze-masters
Fino al 17 ottobre 2021
Regest’s Park, Londra
https://www.frieze.com/fairs/frieze-masters
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