13 libri d’arte moderna perfetti per i regali di Natale
Regalare un libro è sempre una buona idea. Se poi scegliete l'arte, noi siamo ancora più contenti. Qui ci sono 12 proposte su artisti moderni, in un periodo compreso fra l'Ottocento impressionista e la pittura segnica di un decano come Giorgio Griffa
La nostra carrellata moderna si apre con Impressionismo e Postimpressionismo attraverso la monografia di Fred Licht su Manet, gli scritti di Ambroise Vollard su Cézanne, la monumentale storia di John Rewald incardinata su van Gogh e Gauguin. Si passa poi all’Italia, col Quarto Stato di Pellizza da Volpedo e il Divisionismo, breve tappa in Messico con Josef Albers e poi di nuovo in Italia con lo studio di Lorenzo Canova su Giorgio de Chirico; sosta negli States insieme alle pagine di Mark Tobey e ritorno nella Penisola per scoprire Regina Cassolo Bracchi. Una nuova monografia su Renato Guttuso a firma di Chiara Perin conduce a un’altra scoperta, quella di Bobo Piccoli, seguita da un focus quadrilingue sulla Merda d’artista di Piero Manzoni e dalle parole di Giorgio Griffa.
– Marco Enrico Giacomelli
ÉDOUARD MANET (1832-1883)
Uscita per Jaca Book nel 1998 ma da tempo fuori catalogo, questa monografia viene ora riproposta dal medesimo editore in una magnifica veste grafica. L’autore è Fred Licht, storico dell’arte scomparso nel 2019 e strettamente legato all’Italia.
L’aspetto più notevole di questo libro è l’equilibrio con il quale coniuga le caratteristiche del coffee table book (quello che si sfoglia volentieri per la qualità delle immagini riprodotte, o meglio per la qualità dell’oggetto-libro in generale) con la profondità del testo, quando invece spesso in questo genere di prodotti il testo è di puro contorno alla confezione. Qui Licht, ad esempio, contesta nientemeno che l’appartenenza di Manet all’Impressionismo. E sin da subito comunica al lettore che si tratta di un testo autoriale che sviluppa ipotesi ben definite: “Sulla scia del famoso saggio di Charles Baudelaire, Manet è stato chiamato spesso, e a ragione, ‘pittore della vita moderna’. La definizione è corretta ma troppo generica dal momento che non tiene conto di quanto, più che in qualsiasi altra epoca, il modo di guardare la vita moderna dipenda dalla classe sociale alla quale il cronista appartiene”. Monito valido ancora oggi, eccome.
Fred Licht – Manet
Jaca Book, Milano 2021
Pagg. 212, € 50
ISBN 9788816606586
http://www.jacabook.it
PAUL CÉZANNE (1839-1906)
Ambroise Vollard è stato il capostipite dei galleristi-collezionisti nella Parigi delle avanguardie. C’è chi si spinge a sostenere che, senza di lui, non avremmo mai avuto il Picasso che conosciamo. Tanto più interesse rivestono allora le sue impressioni, di primissima mano, sulla temperie dell’epoca.
Qui abbiamo fra le mani, in particolare, le note che Vollard scrisse (e pubblicò nel 1914) a proposito di Paul Cézanne, senza dubbio il più schivo fra gli artisti con cui ebbe a che fare. Ne è testimonianza il racconto delle traversie che dovette affrontare per rendere realtà la storica esposizione di rue Laffitte nel 1895, con il pittore pressoché impossibile da localizzare, e poi “Pissarro [che], all’ultimo momento, non ebbe cuore di separarsi dai suoi quadri; in compenso ottenni quasi centocinquanta tele dalla casa di Cézanne. Mi furono portate arrotolate. Il pittore le conservava così, ritenendo che nei traslochi i telai prendessero troppo posto”.
In chiusura c’è anche la recensione che scrisse Roger Fry nel 1917 per il Burlington Magazine e un‘Appendice fotografica oltremodo affascinante.
Ambroise Vollard – Paul Cézanne
Abscondita, Milano 2021
Pagg. 144, € 14
ISBN 9788884169136
https://www.electa.it/
VINCENT VAN GOGH (1853-1890)
Un tomo di oltre seicento pagine per raccontare appena otto anni, dal 1886 al 1893. È il seguito de La storia dell’impressionismo (1946), dedicata a Gli anni di van Gogh e Gauguin, vale a dire Una storia del postimpressionismo (1956, aggiornata nel 1978), compresa fra l’arrivo dell’olandese a Parigi e il ritorno in città di Gauguin dopo il suo primo viaggio a Tahiti. L’autore è il berlinese John Rewald, curatore altresì del Catalogo generale di Cézanne, uscito postumo dopo la sua morte avvenuta nel 1994. Per chi scorresse l’indice del libro e notasse il predominio di van Gogh (anche nel titolo di questa breve recensione), la spiegazione è fornita dallo stesso Rewald: “Il ruolo assegnato in queste pagine a van Gogh può sembrare eccessivo; essendo tuttavia non solo l’artista che più di tutti ha suscitato l’interesse del nostro tempo, ma anche colui che è divenuto oggetto del maggior numero di falsità, confusioni e di errate interpretazioni, ho voluto approfittare di questo libro per rimettere i fatti nella giusta prospettiva”.
Nessun timore se pensate di perdervi in tanta complessità storica: la Tavola cronologica è un utilissimo strumento, insieme all’Elenco dei partecipanti alle mostre degli Indépendants (1884-1893) e all’Indice analitico. Preziosa anche la bibliografia, con l’unico inevitabile limite di non essere aggiornata ai giorni nostri.
John Rewald – Gli anni di van Gogh e Gauguin. Una storia del postimpressionismo
Johan and Levi, Monza 2021
Pagg. 624, € 45
ISBN 9788860102638
https://www.johanandlevi.com/
GIUSEPPE PELLIZZA DA VOLPEDO (1868-1907)
Questo libro è l’esito di un caso-studio del progetto Mobartech, “piattaforma mobile tecnologica, interattiva e partecipata per lo studio, la conservazione e la valorizzazione di beni storico-artistici”.
In buona sostanza, significa analizzare il Quarto Stato in ogni sua declinazione, rendendolo cuore della ricerca e al tempo stesso spunto per riflessioni ulteriori. Così, ad esempio, c’è chi propone – è un volume collettaneo – una lettura del dipinto alla luce dell‘“affermazione del socialismo” e chi ne ricostruisce la “storia espositiva e museale”; c’è chi studia a fondo la figura del suo autore e chi lavora sulla “qualità dell’aria nell’ambiente museale e implicazioni”; e ancora, c’è chi spiega i “Metodi di imaging 2D e 3D per l’animazione di immagini di dipinti” e chi affronta la complessa tematica del rapporto fra “Arte, musei e partecipazione”.
Nel Quarto Stato
Nomos, Busto Arsizio 2021
Pagg. 255, € 24,90
ISBN 9788894811988
https://www.nomosedizioni.it/
DIVISIONISMO (1885-1910)
Un libro dall’elegante formato orizzontale, dunque giustamente definito “album”, come se fosse un blocco per schizzi e disegni d’artista. È quello scelto da Giovanna Ginex ed Electa, con un delizioso progetto grafico dello Studio Sonnoli, per raccontare la storia di un’avanguardia dal sapore tutto italiano – perché non ci fu soltanto il Futurismo.
Il movimento è raccontato in punta di penna, con un ricco apparato iconografico e una approfondita ricerca sulle fonti. Prendiamo ad esempio la figura di Vittore Grubicy De Dragon: l’autrice ha consultato il Fondo conservato al MART di Rovereto per ricostruirne il ruolo, risalendo fino al 1883, quando “a Giovanni Segantini, il giovane pittore su cui sta investendo maggiormente anche all’estero, riesce a fare ottenere […] la vetrina prestigiosa dell’Esposizione universale allestita ad Amsterdam”.
Per vedere dal vero un buon numero di opere divisioniste, in questi mesi ci sono almeno due occasioni: la mostra personale di Giovanni Fattori alla GAM di Torino (fino al 20 marzo 2022) e Divisionismo. 2 collezioni alla GAM di Milano (fino al 6 marzo 2022).
Giovanna Ginex – Album del Divisionismo
Electa, Milano 2021
Pagg. 208, € 34
ISBN 9788892821514
https://www.electa.it/
JOSEF ALBERS (1888-1976)
La fascinazione di Josef Albers per il Messico è stata rammentata al grande pubblico con una mostra che nel 2018 è transitata da New York a Venezia nelle sale della Collezione Peggy Guggenheim. Vi si spiegava come l’artista-del-quadrato si fosse nutrito per anni della cultura visiva precolombiana, esponendo una sapiente miscela di fotografie, fotocollage, dipinti e disegni.
Il 15esimo volume della collana Viaggi nel tempo di Humboldt Books chiude degnamente il cerchio, pubblicando una ampia selezione di scatti di Albers, realizzati fra il 1935 e il 1956. Ma come collocare questa produzione all’interno del corpus dell’artista? Illuminante in tale senso il saggio di Luca Galofaro in chiusura, dove da un lato si dichiara che “la fotografia per Albers […] non è un prodotto finale, ma un punto di partenza per lavori futuri, un archivio necessario alla sua immaginazione”, e infatti le sue fotografie non vengono mai pubblicate fino alla sua morte. E tuttavia, Galofaro rammenta che lo stesso Albers nel 1943 scrive: “Il detto che una fotografia non mente mai è una bugia”. Vale a dire che si tratta di un archivio che non può essere meramente oggettivo: “La fotografia è uno strumento di lettura e documentazione”, conclude Galofaro, “ma è anche capace di produrre una nuova visione. Questa visione è l’immagine pittorica”.
Josef Albers – Messico 1935/1956
Humboldt Books, Milano 2021
Pagg. 112, € 20
ISBN 9788899385811
https://www.humboldtbooks.com/
GIORGIO DE CHIRICO (1888-1978)
La nave di Teseo, casa editrice di Elisabetta Sgarbi, e la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico completano con questo volume una trilogia iniziata con Giorgio de Chirico. Immagini metafisiche (2018) di Riccardo Dottori e Giorgio de Chirico. La vita e l’opera (2019) di Fabio Benzi.
Lorenzo Canova, studioso serio e rigoroso (di de Chirico, certo, ma anche di diversi altri artisti, e con un occhio sempre attento alla contemporaneità), si concentra da parte sua sugli ultimi dieci anni della produzione dechirichiana (1968-78), la Neometafisica – quella, per intenderci, che qualche frettoloso interprete aveva qualificato come un nostalgico e addirittura patetico ritorno dell’artista alle proprie origini al tramonto della sua vita. “Le opere neometafisiche sono infatti frutto di una visione profonda e allo stesso tempo ludica, ironica e lucidissima”, scrive Canova, “in cui il pittore realizza il ‘grande gioco’ con il proprio mondo di immagini e scoperte, raggiungendo però nuovi confini all’insegna della densità filosofica e culturale che ha sempre segnato il suo percorso”. E un percorso è anche quello costruito dall’autore di questo libro suddiviso in diciannove strabilianti stanze.
Lorenzo Canova – Il grande ritorno. Giorgio de Chirico e la Neometafisica
La nave di Teseo, Milano 2021
Pagg. 359, € 28
ISBN 9788834606070
http://www.lanavediteseo.eu/
MARK TOBEY (1890-1976)
Il pensiero dell’arte è una collana dell’editore Christian Marinotti tutta da scoprire: miscela con curiosità e coraggio classici dimenticati come Tra Einstein e Picasso di Meyer Schapiro o Discorso tecnico delle arti di Gillo Dorfles con saggi inediti di autori italiani (fra gli ultimi, Arte ex machina di Valerio Dehò) e inattese riflessioni dall’estero (Lo spazio della forma di Gillermo Zuaznabar è dedicato a “la scultura di Oteiza e l’estetica basca”).
E non mancano gli scritti d’artista, con autori come Eduardo Chillida, Barnett Newman e André Masson. Fino a questo Mark Tobey, espressionista astratto con la fascinazione per il Medioevo e l’Oriente, “dove i due atteggiamenti e tendenze s’incontrano nell’astrazione delle idee umane e divine”. Una figura, quella di Tobey, spesso sottovalutata, e perciò ancora più utili sono le pagine conclusive del libro, firmate da John Cage: “Ho avuto un’altra influenza oltre a Duchamp. […] Mi riferisco a Mark Tobey”. Capito? Duchamp e Tobey.
Mark Tobey – Geografie dell’immaginazione
Christian Marinotti, Milano 2021
Pagg. 97, € 10
ISBN 9788882731823
http://www.marinotti.com/
REGINA CASSOLO BRACCHI (1894-1974)
“Mancava una mostra sistematica su Regina. Sia perché l’artista è stata sin qui troppo poco vista, sia perché viene spesso ridotta a ruoli secondari tipo ‘esponente femminile del Futurismo’ e così via. Una trattazione sistematica come quella che le dedica la GAMeC, che ripercorre in sintesi tutta la sua carriera, mostra invece come la sua arte ‘eccentrica’ ‒ sempre personale, leggermente discosta dalle varie tendenze alle quali si è avvicinata ‒ abbia un valore assoluto, anche e soprattutto vista con gli occhi di oggi”. Inizia con queste parole la recensione di Stefano Castelli alla mostra retrospettiva allestita fino allo scorso settembre nel museo diretto ineccepibilmente da Lorenzo Giusti.
Altrettanto valevole è il libro che accompagna l’esposizione, realizzato insieme al Centre Pompidou, che ha acquisito, al pari della GAMeC, un ampio corpus di opere dell’artista. I saggi contenuti nel volume – composto con carte di formato e grammature diversi – sono a firma dello stesso Lorenzo Giusti, dell’ex direttrice della Biennale di Venezia 2017 e capo curatrice del Pompidou Christine Macel, dello storico dell’arte Paolo Sacchini, della candidata alla direzione del MAN di Nuoro Chiara Gatti e del ricercatore dell’Università di Pavia Paolo Campiglio. E poi quasi duecento pagine di opere fotografate da Delfino Sisto Legnani.
Regina Cassolo Bracchi
GAMEC–Centre Pompidou, Bergamo–Parigi 2021
Pagg. 448, € 48
ISBN 9788898872299
https://www.gamec.it/ | https://www.centrepompidou.fr/
RENATO GUTTUSO (1911-1987)
Un corposo volume che nasce dalla tesi di dottorato di Chiara Perin alla Scuola Normale Superiore di Pisa e che nel 2018 si è aggiudicato il premio di pubblicazione della Biblioteca Hertziana – Istituto Max Planck per la storia dell’arte. Ora vede la luce nella speciale collana degli Studi della Biblioteca Hertziana editi da Silvana Editoriale.
L’autrice si concentra su un decennio cruciale per l’opera di Renato Guttuso e più generalmente per la storia dell’arte non solo italiana, alle prese con la questione dell’impegno politico. Celeberrima è infatti la diatriba del 1948 andata in scena su Rinascita e che vedeva opposti Roderigo Di Castiglia (pseudonimo di Palmiro Togliatti) e un gruppo di artisti iscritti al Partito Comunista, fra i quali lo stesso Guttuso; la diatriba, per semplificare, che sfocerà nell’opposizione fra realismo e astrattismo. In questo frangente, Guttuso assunse una posizione intermedia, difendendo in un primo tempo l’autonomia artistica, ma poi di fatto sciogliendo il Fronte nuovo delle arti e certo non assecondando il gruppo di Forma 1, e così “guadagn[ò] tra i ranghi del Partito una visibilità sconosciuta a ogni altro della sua generazione”.
Se questa ricostruzione è semplificativa, tanto più vale il discorso per il Realismo, spesso relegato ex post a una connotazione illustrativa e servizievole. Il libro di Perin si concentra proprio su di esso, dispiegando tutta la complessità celata dietro il termine stesso Realismo e nel suo sviluppo artistico in quel decennio. Illuminante in tal senso il capitolo dedicato a quel “soggetto nuovo” che è la Resistenza. Sorprendente infine la Cronologia: cento pagine che avrebbero potuto costituire, solo loro, materia per una pubblicazione autonoma.
Chiara Perin – Guttuso e il Realismo in Italia 1944-1954
Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2021
Pagg. 344, € 49
ISBN 9788836648160
https://www.silvanaeditoriale.it/
BOBO PICCOLI (1927-1981)
Figura ben poco conosciuta, Bobo Piccoli ha avuto un ruolo non trascurabile sulla scena artistica milanese dal secondo dopoguerra alle soglie degli Anni Ottanta, muovendosi con grande libertà tra Informale e arte concettuale, fino all’arte pubblica prodotta in dialogo con le istanze architettoniche postmoderne.
Il libro, in italiano e inglese, raccoglie tredici saggi di autori quali Francesca Pola ed Elena Pontiggia, Marco Senaldi e Angela Vettese, coordinati da Cloe Piccoli. Scoperta nella scoperta, da leggere innanzitutto le parole di Senaldi sul Piccoli scenografo al fianco del fratello Fantasio, regista teatrale.
Bobo Piccoli
Skira, Milano 2021
Pagg. 284, € 34
ISBN 9788857245256
www.skira.net
PIERO MANZONI (1933-1963)
Sessant’anni fa, Piero Manzoni realizzò le novanta scatolette intitolate Merda d’artista. Sulla confezione, però, le lingue erano quattro: oltre all’italiano, il tedesco, il francese e l’inglese. E allora perché non celebrare l’anniversario giocando su questa quadripartizione?
Così l’iperattiva Fondazione Piero Manzoni ha pubblicato un libro quadrato (ancora il quattro) dove scorrono quattro saggi (li firmano Rosalia Pasqualino di Marineo, Luca Bochicchio, Flaminio Gualdoni e Marco Senaldi) in una lingua, e poi in un’altra, e poi la terza e la quarta. Su carte ogni volta di colore diverso. Merde!
Piero Manzoni. Merda d’artista
Carlo Cambi, Poggibonsi 2021
Pagg. 160, € 15
ISBN 9788864033600
http://intro.carlocambieditore.it/
GIORGIO GRIFFA (1936-)
“L’oblio di me stesso non era e non è la rinuncia alla identità del mio lavoro, è semmai la ricerca della identità per una strada diversa. La figura dell’artista che dimentica se stesso viene anch’essa dall’Oriente, ma là ha una connotazione del tutto diversa, con risvolti metafisici. Qui diventa un concreto sistema operativo, anziché dominare il segno per inserirlo con la mia volontà in una mia immagine figurativa o astratta, cercare di capire cosa mi sta chiedendo ciò che sta accadendo sulla tela, sono io al servizio della pittura anziché la pittura al servizio mio”. Sempre Giorgio Griffa: “Fissare una regola, quale può essere il canone aureo, consente di verificare in concreto che la libertà non è un concetto astratto, all’interno di quella regola essa trova infinite possibilità di realizzarsi, la libertà è materia viva”.
Due brevi citazioni da un libro che è un piccolo tesoro di riflessione estetica – anzi, di riflessione. Pacata, informata, colta, misurata. Non c’è bisogno d’altro.
Giorgio Griffa – Undici cicli di pittura
Allemandi, Torino 2021
Pagg. 112, € 15
ISBN 9788842225393
https://www.allemandi.com/
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