L’arte come preghiera. La mostra di Marie-Charles Dulac a Roma
Misticismo e pittura di paesaggio: sono queste le linee guida dell’arte di Marie-Charles Dulac, il simbolista in mostra alla galleria Aleandri Arte Moderna di Roma
Un’autentica chicca ci viene proposta in questi giorni dalla galleria romana Aleandri Arte Moderna: la prima mostra italiana – a cura di Federico De Melis – dedicata al paesaggista litografo Marie-Charles Dulac (Parigi, 1865-1898), un artista decisamente inattuale, cattolico per conversione, terziario francescano, ascritto al novero dei simbolisti per via di una certa maniera mistica di interpretare la pittura di paesaggio; una pittura brumosa come l’engramma di una visione ipnagogica e timidamente allusiva alla presenza del mistero teofanico nel mare magnum della creazione.
LA MOSTRA DI DULAC A ROMA
“D’altronde sapete bene che non è l’uomo a fare l’artista ma la preghiera”, leggiamo in una sua lettera pubblicata nel catalogo; e “Il suo lavoro è una forma di preghiera; in lui si sublimano gli aspetti materiali della pittura”, scriverà di lui l’amico Huysmans, l’esteta di À rebours, commemorandone la morte prematura. In mostra, il capolavoro riconosciuto di Dulac, Le Cantique des Créatures, una raccolta di nove litografie, interpretazioni paesaggistiche della celeberrima lauda di San Francesco. Oltre a una piccola tavola antecedente alla conversione e ad alcune opere di artisti coevi, gravitanti nella cerchia eterogenea dei simbolisti.
– Luigi Capano
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