Il Quarto Stato va a Firenze per la festa dei lavoratori
Il celebre dipinto di Giuseppe Pellizza da Volpedo sarà in mostra nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio per due mesi, dal primo maggio al 30 giugno, in prestito dal Museo del Novecento di Milano. In cambio, un’opera non ancora rivelata
La storia del lavoro in mostra a PalazzoVecchio: il capolavoro di Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868-1907) Il Quarto Stato arriverà al Salone dei Cinquecento grazie a un prestito del Museo del Novecento di Milano giusto in tempo per il primo maggio (giorno in cui le visite ai musei saranno gratuite). L’enorme capolavoro, manifesto del proletariato italiano realizzato tra il 1898 e il 1901, non si è quasi mai mosso dalla sua attuale posizione (l’ultima volta 14 anni fa per un prestito alle Scuderie del Quirinale), complice l’enorme formato: è alto quasi tre metri e lungo quasi sei. Prelevato con una gru dal museo di piazza Duomo, a Milano, è stato sottoposto a una scansione 3D per verificarne lo stato di salute e ripulito prima dell’imballaggio, poi è stato caricato su un camion speciale per raggiungere la destinazione.
IL PRESTITO DEL QUARTO STATO DA MILANO A FIRENZE
Il Quarto Stato ha un legame molto forte con la città di Milano, che lo ha acquisito per ben 50mila lire nel 1920 grazie a una sottoscrizione popolare (cioè direttamente con le donazioni dei cittadini) e conservato nella Sala della Balla del Castello Sforzesco. Esposto dopo la Seconda Guerra Mondiale nella sala consiliare di Palazzo Marino, fu spostato prima alla Galleria di Arte Moderna nel 1980, per poi approdare nel 2010 al neonato Museo del Novecento. Ecco perché non poche sono le polemiche su questo viaggio. Ora la sua partenza sarà una buona occasione per ripensarne la collocazione: la nicchia dove è stato posto, sotto una scala a chiocciola prima della collezione permanente, non è molto illuminata, e secondo l’assessore milanese alla Cultura Tommaso Sacchi ci sarà modo di concordare una nuova posizione con il direttore o la direttrice del nuovo Polo museale Otto/Novecentesco, la cui nomina cadrà proprio nel prossimo mese. Il prestito gratuito – frutto di un accordo tra i sindaci dei due capoluoghi, Giuseppe Sala e Dario Nardella, che vedrà il dipinto rimanere a Palazzo Vecchio fino al 30 giugno – è solo metà di uno scambio tra Firenze e Milano, a cui corrisponderà un’opera “da giù” non ancora nota (tra le lamentele dei milanesi) ma che sarà, stando a Sacchi, “all’altezza delle aspettative”. Insomma si conferma l’amicizia e lo scambio culturale tra due città; si effettua un lavoro di controllo, manutenzione e diagnostica sul dipinto; si predispone una nuova esposizione a Milano finalmente più degna e ci si appresta ad ospitare un capolavoro fiorentino. Potrebbe non essere un’operazione sciagurata come molti vogliono lasciar credere.
– Giulia Giaume
https://www.museodelnovecento.org/it/
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