A Bassano la mostra su Canova. Non solo artista, ma protagonista del suo tempo
Scultore di grande fama già in vita, ma anche fine collezionista e capace diplomatico, in dialogo con i potenti di tutta Europa. Ai Musei Civici di Bassano una mostra ambiziosa rivela le molte sfaccettature di Antonio Canova, nel bicentenario della sua morte
Già quando Antonio Canova era in vita, al lavoro nel suo atelier di via delle Colonnette a Roma (dove lo scrittore Chateaubriand lo descrive all’opera esaltandolo come il più grande scultore del tempo; mentre a Stendhal si devono parole altrettanto estatiche sull’esperienza vissuta nello stesso atelier), lo studio dello scultore veneto era segnalato sulle guide per i facoltosi viaggiatori che intraprendevano il Grand Tour, a testimoniare il prestigio raggiunto dall’artista nel panorama internazionale.
LA MOSTRA SU CANOVA A BASSANO
Stimato per il suo talento cristallino, non meno che per le capacità diplomatiche che lo portarono a viaggiare in tutta Europa tra corti e cancellerie – non solo per accontentare illustri committenti con le sue opere, ma anche per condurre importanti missioni istituzionali – Antonio Canova (1757 – 1822) è protagonista della mostra ospitata ai Musei Civici di Bassano dal prossimo 15 ottobre al 26 febbraio 2023. L’ennesimo atto delle celebrazioni per il bicentenario della morte dell’artista, di cui l’esposizione vuole rappresentare il culmine per ambizione del progetto curatoriale e per ricchezza delle opere esposte, alcune inedite, in arrivo da ogni parte d’Italia e del mondo, fatta eccezione – non senza rammarico, espresso chiaramente da Vittorio Sgarbi, che, in qualità di Presidente per le celebrazioni del bicentenario, ribadisce la necessità per la cultura di non subire censure dovute a crisi politiche internazionali – per i marmi conservati all’Ermitage di San Pietroburgo e per la Pace nelle collezioni ucraine del museo Khanenko di Kiev.
ANTONIO CANOVA: LA MOSTRA
Io, Canova. Genio europeo ha intenzione di raccontare l’uomo oltre l’artista, nel suo essere “protagonista del farsi dell’Europa moderna”, sottolinea Barbara Guidi, Direttore dei Musei Civici di Bassano del Grappa. Le fa eco Sgarbi quando evidenzia come lo scultore di Possagno, unico nella storia dell’arte italiana insieme a Raffaello, sia diventato un simbolo del rapporto tra politica e arte, espresso dal primo nell’impegno dispiegato nella Parigi napoleonica per la restituzione delle opere trafugate dall’imperatore francese all’Italia, dal secondo, intriso dell’Umanesimo rinascimentale, nella lettera sulla tutela del patrimonio culturale indirizzata a Leone X. Dunque Canova scultore mirabile, innanzitutto, ma anche collezionista dal gusto sopraffino e, come detto, abile diplomatico, capace di relazionarsi da pari con i potenti del mondo, affascinati dall’allure dell’artista e conquistati dal suo talento nel lavorare il marmo. Canova era nato a Possagno, dove oggi si visitano il maestoso tempio che l’artista volle lasciare a futura memoria e la gipsoteca voluta da suo fratello; ma con Bassano intrattenne un rapporto privilegiato. Ecco perché il Museo Civico conserva l’ingente corpus di documenti manoscritti raccolti nel suo epistolario (ora completamente digitalizzato, e fruibile online), la sua biblioteca, le incisioni da sue opere, dipinti, sculture, disegni. Un patrimonio che meritò già nel 1853 l’allestimento di un salone per l’esposizione al pubblico.
ANTONIO CANOVA: LE TAPPE DELLA MOSTRA
In tempi più recenti, qui si rintraccia nel 2003 una grande mostra dedicata a Canova. La rassegna prossima a inaugurare, però, si spinge oltre, forte della curatela di Mario Guderzo e Giuseppe Pavanello (tra i massimi studiosi di Canova, a lui si deve un testo ancora fondamentale per la conoscenza dell’opera dell’artista, uscito per la serie I grandi classici dell’arte nel 1976). In tre capitoli si approfondiscono gli aspetti salienti del suo operato: il lavoro in atelier e gli interessi collezionistici; le grandi committenze europee; le missioni internazionali, dal viaggio a Londra per certificare la firma di Fidia per i marmi del Partenone di Lord Elgin al già citato confronto con Napoleone a Parigi, nel 1815.
CANOVA A BASSANO: IL RITORNO DELLA MADDALENA GIACENTE
Tra le opere esposte si segnala la presenza della Maddalena giacente, marmo esposto per la prima volta dopo un lungo periodo di oblio, oggetto di una controversa vicenda antiquaria: venduta a un collezionista inglese nel 1823, da allora non è più rientrata in Italia. Esposta alle intemperie negli ultimi settant’anni, nel 2002 fu acquistata all’asta per 4mila sterline, da un compratore ignaro del suo valore. Solo di recente l’opera è stata restituita alla paternità del Canova, e battuta all’asta per 8 milioni di euro da Christie’s, senza trovare un acquirente. Per questa fortuita serie di avenimenti, ora la scultura, rimasta invenduta, è a Bassano: “Una presenza importante, perché insieme all’Endimione dormiente, di cui in mostra esporremo il gesso in arrivo da Ravenna (il marmo è nella collezione del duca di Devonshire, n.d.r.), è un’opera fondamentale per dimostrare l’apertura di Canova alla sensibilità romantica nell’ultima fase della sua vita”, spiega Pavanello “Qui la scultura diventa orizzontale e la figura è colta in situazioni di inconscio”. In mostra saranno esposti anche i disegni preparatori e i modellini in argilla per la Maddalena, che ritrova anche il gesso rimasto sempre a Possagno.
– Livia Montagnoli
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