Due collezioni in mostra al Museo Bagatti Valsecchi di Milano
Obiettivo? Valorizzare altre collezioni private: il Museo Bagatti Valsecchi di Milano ospita dipinti della raccolta Rotelli e Gastaldi. Nelle sale, già dense di opere d’arte, arredi antichi e oggetti rinascimentali, si snoda una carrellata di tele del Sei e Settecento
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La dimora milanese, che ancora oggi conserva una ricca raccolta di dipinti, arredi, oggetti, libri preziosi collezionati dai due fratelli Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi, rappresenta la realizzazione del loro sogno: rievocare l’atmosfera del Quattro e Cinquecento italiano. Oggi in quelle sale intime dall’aria antica, che furono abitate fino al 1974, è allestita una mostra con opere provenienti da un’altra collezione privata, quella di Giuseppe Rotelli e Gilda Gastaldi i quali, a differenza dei due padroni di casa, preferirono gli stili del Sei e del Settecento di area lombarda e veneta. Le tele temporaneamente esposte nella casa-museo di via del Gesù si incrociano con quelle della raccolta permanente, creando una sorta di continuità cronologica che attraversa i primi esiti rinascimentali per offrire pillole del XVII secolo, sfociando poi nel pieno Barocco di Giulio Cesare Procaccini e addentrandosi nel Settecento con artisti quali Giacomo Ceruti, detto il Pitocchetto. Non solo: il progetto crea una forte assonanza tra due collezioni e invita a riflettere sul concetto di “seduzione del bello”, che spinge gli amanti dell’arte a frequentare le aste e a scovare con pazienza e passione le opere che meglio rispondono ai loro gusti e ai temi preferiti.
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Giacomo Antonio Ceruti, detto Il Pitocchetto, L’incontro al pozzo, 1750 circa, collezione Gastaldi Rotelli
LA COLLEZIONE DI GIUSEPPE ROTELLI E GILDA GASTALDI
È la stessa Gilda Gastaldi a dichiarare che la scintilla del collezionismo scoccò in particolare di fronte alla Merenda all’aperto di una coppia aristocratica di Giacomo Francesco Cipper, detto il Todeschini: si tratta della “prima tela che è entrata in casa e che rappresenta l’inizio di una raccolta. Il secondo quadro, invece, è il ‘Riposo durante la fuga in Egitto’ di Sebastiano Ricci, al quale sono molto affezionata, che è esposto in mostra”. “Giuseppe [Rotelli, N.d.R.] era attratto dai pitocchi come me” – prosegue la collezionista –, “ma acquistava anche opere di autori quali Magnasco, di pittura veneta come Guardi e Marieschi, ma anche dell’Ottocento, come Cannella, o del Novecento”.
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LA MOSTRA AL MUSEO BAGATTI VALSECCHI
Ecco allora che nel Bagatti Valsecchi si instaura una conversazione tra gli ambienti e le opere della collezione Rotelli Gastaldi, ben distinte grazie a un allestimento semplice ma chiaro: ad esempio nella sala dell’affresco, dominata da una Madonna della Misericordia, sono ospitati i dipinti a tema religioso; nella biblioteca la Figura con sfera armillare di Giovanni Battista Langetti è circondata da antichi volumi e strumenti astrologici; nella camera da letto la Mamma col bambino e la mucca di Ceruti occhieggia alla Madonna del Giampietrino; nella sala da bagno gli animaletti scolpiti sui marmi dell’antica doccia fanno compagnia a piccole tele con gamberi, rane, lucertole; nella sala da pranzo le tele di Monsù Bernardo raffigurano un Giovane che lava i sedani, o ancora il Venditore di prugne. E accanto ai grandi nomi dell’arte italiana come Francesco Guardi, Giambattista Pittoni, Sebastiano Ricci, si possono scoprire autori certamente meno noti che tuttavia contribuiscono a definire ancor meglio uno scenario stratificato in cui trovavano posto i diversi registri della pittura dell’epoca.
Marta Santacatterina
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