Goya e Grosz. Due giganti dell’arte in mostra a Parma
Satira sociale dirompente, impegno politico, rilievo morale ed estrema innovazione formale sono i fattori che accomunano Goya e Grosz, ora insieme nella mostra al Palazzo Pigorini di Parma
Stessa serie di incisioni, stesso curatore e stessa sede espositiva: i Capricci di Francisco Goya (Fuendetodos, 1746 – Bordeaux, 1828) si sono già visti nelle sale di Palazzo Pigorini di Parma, con la curatela di Didi Bozzini, tra 2007 e 2008. Ora vengono riproposti insieme a una serie cospicua di opere di George Grosz (Berlino, 1893-1959). Ecco allora che al primo piano prevalgono le incisioni di Goya, con qualche “inserto” dell’artista tedesco in un dialogo talvolta esplicito, ad esempio nel caso dei due autoritratti. Il secondo piano è invece dedicato soprattutto a George Grosz, con lavori provenienti in gran parte dal George Grosz Estate e che si datano tra la fine degli Anni Venti e la metà degli Anni Cinquanta del Novecento.
GOYA E GROSZ IN MOSTRA A PARMA
Disegni dallo stile “duro come il coltello”, come li definisce lo stesso artista, oli inquietanti e talvolta brutali, fino agli Stickman, figure dal tratto quasi infantile: la sezione, che avrebbe potuto tranquillamente costituire una piccola ma significativa mostra autonoma, ripercorre le principali tematiche di un pittore il quale, a causa della sua arte fortemente critica nei confronti della società tedesca di allora, fu costretto a lasciare Berlino nel 1933 per rifugiarsi a New York, facendo rientro nella città natale nel 1956. Nel 1933 Grosz scrisse: “Senza dubbio i miei fogli sono tra le cose più forti che siano state dette contro questa particolare brutalità tedesca. Oggi sono più veri che mai e in futuro […] verranno mostrati, proprio come oggi si mostrano le opere di Goya”.
Marta Santacatterina
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