Grandi capolavori e opere inedite. Giuseppe De Nittis per la prima volta in mostra negli USA
È in corso “An Italian Impressionist in Paris: Giuseppe De Nittis”, la prima grande retrospettiva dedicata al pittore italiano negli Stati Uniti. Oltre 70 opere in mostra nel museo The Phillips Collection di Washington
Il pittore impressionista Giuseppe De Nittis, nato a Barletta nel 1846, ha debuttato negli Stati Uniti con una prima mostra dal titolo “An Italian Impressionist in Paris: Giuseppe De Nittis”, presso il museo The Phillips Collection di Washington D.C. Le opere raccolte comprendono sia grandi capolavori che opere provenienti da collezioni private, regalando al pubblico un ritratto a tutto tondo dell’artista e della sua terra, grazie all’impegno di una cordata di istituzioni pugliesi come la Pinacoteca Giuseppe De Nittis, il Comune di Barletta, la Regione Puglia e la Fondazione Pino Pascali.
GIUSEPPE DE NITTIS: LA MOSTRA
La mostra si compone di ben 74 opere, in gran parte provenienti dai musei internazionali, quali il Metropolitan di New York, il Louvre e il Petit Palais di Parigi, il Museo della Storia di Carnavalet, l’Art Institute di Chicago e il Fine Art Museum di Boston. Ad accompagnare questi prestiti ci sono ben “32 opere provenienti dalla Pinacoteca Giuseppe De Nittis, mai esposte prima” sottolinea la CEO e direttrice di Vradeburg, Dorothy Kosinski. “L’idea di questa monografica” spiega il curatore e storico dell’arte Renato Miracco, “è basata su recenti ricerche di studiosi a livello internazionale con la precisa volontà di rileggere Giuseppe De Nittis, personalità poliedrica, innovatore, ispirato da molteplici culture artistiche del momento, sconosciuto al grande pubblico, morto prematuramente all’età di 38 anni, che divenne punto di riferimento per un’intera generazione di pittori europei”. Ad arricchire il percorso espositivo ci sono anche una serie di raffronti con alcune delle figure più influenti del periodo impressionista a cui De Nittis era particolarmente legato, ovvero Edgar Degas, Edouard Manet e Gustave Caillebotte. Le immagini
Valentina Muzi
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