Al castello di Brescia rinasce in grande il Museo del Risorgimento
Nell'anno da Capitale Italiana della Cultura la città apre al pubblico la rinnovata istituzione nel cuore di un gioiello storico finalmente restituito alla cittadinanza
Il rischio che fosse “noioso e polveroso”, per dirlo con le parole dell’inossidabile (in questi giorni di inaugurazioni delle manifestazioni) direttore di Fondazione Brescia Musei Stefano Karadjov, c’era. Eppure sterza alla larga dal pericolo il nuovo – rinnovato – Museo del Risorgimento “Leonessa d’Italia” di Brescia. La rinata istituzione, che omaggia il soprannome da battaglia conquistato dalla città alla fine dell’Ottocento (e ripreso da Carducci nelle Odi barbare), celebra lo straordinario passato della Capitale Italiana della Cultura 2023, Medaglia d’oro del Risorgimento, rinnovandone gli ideali e i valori. Il museo, che si snoda in un percorso di dimensioni contenute all’interno del Grande e Piccolo Miglio del castello, è frutto di un completo ripensamento della collezione e degli spazi, complice un restauro da cinque milioni di euro che ha restituito alla cittadinanza un ambiente flessibile e pronto ad accogliere un approfondimento di grande valore sul ruolo bresciano nel processo dell’Italia unita e non solo.
IL NUOVO MUSEO DEL RISORGIMENTO DI BRESCIA
Il museo, la cui apertura al pubblico è prevista per il 29 gennaio 2023, è suddiviso in otto piccole e ben raccontate sezioni, strutturate in altrettante idee ed eventi chiave: la Rivoluzione, il Dissenso, l’Insurrezione, la Guerra, l’Unità, la Partecipazione, il Mito, e l’Eredità. Dalla ritirata veneziana che lasciò il posto alla prima Repubblica Bresciana – iconico il modellino dell’Albero delle Libertà, che sostituì la colonna marciana –, si osservano l’annessione austriaca e la conseguente crescita di un malcontento tutto revanscista rappresentato dalla dantesca Pia de’ Tolomei di Eliseo Sala. Al sorgere delle prime pianificazioni rivoluzionarie, aggregatesi intorno alla Giovine Italia, emerge con forza l’iconografia italiana, tra tricolori storici e fazzoletti patriottici. Allo scoccare delle susseguenti Guerre d’Indipendenza, compaiono nella collezione le divise, l’artiglieria, e persino l’iconografia che segna la partecipazione della Francia come conseguenza del contributo italiano alla Guerra di Crimea, esemplificato in una bellissima e monumentale tela di Jean Adolphe Beaucé (appena acquisita) che ritrae il campo della battaglia di San Martino e Solferino. Infine la calata dei Mille, tra stendardi garibaldini, storie di protagonisti e “merchandise” d’epoca, seguita dall’iconografia fascista e dall’eredità risorgimentale nella Costituzione repubblicana. A punteggiare il percorso ci sono infografiche, pannelli con documenti recitati, mappe interattive e musiche risorgimentali: tutto per coinvolgere i giovani, gli italiani, ma soprattutto i bresciani (per il cui il museo è gratis per il 2023).
“È stata una grande scommessa per Brescia Capitale della Cultura”, ha commentato Francesca Bazoli, presidente della Fondazione Brescia Musei. “Il riallestimento del museo era una sfida difficile, che però abbiamo vinto: abbiamo fatto convergere grande pittura, cimeli esposti in un’installazione contemporanea e linguaggio multimediale destinato ai giovani tramite anche l’impiego di modalità teatrali in collaborazione con il Teatro Piccolo di Milano. È un museo costruito sulle idee che vivono nella Costituzione e animano la nostra contemporaneità”.
IL RITRATTO COMPLETO DI BRESCIA NEI MUSEI CIVICI
“Restituiamo un fondamentale brano della nostra identità, completando il percorso di recupero dell’eredità civica avviato dieci anni fa con l’obiettivo di consegnare ai bresciani un sistema museale tra i più completi e complessi in Italia”, ha commentato Laura Castelletti, vicesindaca e assessora alla Cultura della città. “Tra Brixia, Santa Giulia, il Palazzo Tosio, la Pinacoteca, il Museo delle Armi Marzoli e il Museo del Risorgimento, adesso abbracciamo tutta la storia della città dall’epoca romana ai giorni nostri”. Un intervento, quest’ultimo, che si colloca all’interno di un più ampio processo rigenerativo del castello, tra illuminazione, arredo urbano e palazzine annesse, come il Piccolo e Grande Miglio, granai costruiti dai veneziani e usati come Museo del Risorgimento già a fine Ottocento. “Dieci anni fa eravamo stati costretti a chiudere questo spazio perché reso inagibile dallo sfondamento dei tetti: la chiusura ha rappresentato una provocazione e una scossa per noi, ci ha spinto a immaginare un nuovo museo che connettesse la storia eroica risorgimentale agli attuali valori di autodeterminazione dei popoli”, ha spiegato il sindaco Emilio Del Bono. L’intera città, dopotutto, vive di simbologie rinascimentali, tra i segni dei colpi di cannone sparati dagli austriaci sulla Loggia fino ai busti di Cavour: “È importantissimo, per noi, che i bresciani sentano questo luogo come proprio e conoscano i volti e i nomi di chi ci ha preceduto”, ha aggiunto il sindaco. Tanto più che la Leonessa d’Italia è simbolo anche dell’alleanza rinata con Bergamo, con cui divide il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2023 e che è a sua volta eroina risorgimentale e Città dei Mille.
“Questo è il flagship project dell’anno”, ha commentato il direttore della Fondazione Stefano Karadjov, che ha ricordato come anche il resto della città sia esplorabile nella sua storia recente attraverso un’app. “Con reperti storici, una ventina di grandi opere d’arte di artisti come Appiani, Inganni, Ioli e Glisenti e un’ampia collezione digitale abbiamo creato uno spazio che avvicina a un tema complicato, spesso (purtroppo) visto come noioso. Cruciale in questo è stato adottare un approccio giocoso, tra ambientazione ludica e interazione dinamica, che permette di esplorare la biografia dei garibaldini bresciani, la toponomastica e le date dell’indipendenza con l’ausilio di stratagemmi come la grande stanza immersiva dedicata alle Dieci giornate”. Tutto è finalizzato a far comprendere come il nostro passato sia intimamente connesso ai grandi fenomeni contemporanei europei e globali, conclude il direttore, si tratti dell’impatto della guerra o della legittimità delle proteste dei Fridays for Future.
Giulia Giaume
https://bergamobrescia2023.it/
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