Il viaggio in Oriente di Jean Arp in mostra a Locarno
Simile a un diario di un viaggio, la mostra alla Fondazione Marguerite Arp di Locarno fa vivere al pubblico le emozioni dell’itinerario percorso da Jean e Marguerite Arp nel vicino Oriente a partire dal 1960
Il punto di partenza della mostra alla Fondazione Marguerite Arp di Locarno è un cimelio di cui l’istituzione è custode, l’album del viaggio Pasqua in Terrasanta: è il 1960, Jean Arp (Strasburgo, 1886 – Basilea, 1966) parte per un viaggio culturale alla scoperta del vicino Oriente con la seconda moglie, Marguerite Arp-Hagenbach, e una compagnia di intellettuali guidati da Robert Stoll, noto storico e organizzatore della spedizione. Jean e Marguerite visitano così le antichità egizie e i luoghi di culto religioso di Giordania e Israele per poi prolungare il soggiorno a Ein Hod, villaggio non lontano da Haifa fondato da Marcel Janco, artista amico di Arp sin dai ruggenti Anni Venti parigini.
L’ARTE DI JEAN ARP
Il rapporto tra Janco e Arp è nutrito da assidue corrispondenze e affettuose dimostrazioni di stima, consolidate ulteriormente durante il soggiorno: Ein Hod è uno spazio collettivo indipendente, tuttora esistente, dove si sperimentano le arti applicate, dove saperi artistici e artigiani si mescolano e contaminano. Ed è in questo florido contesto che Jean Arp ha modo di avvicinarsi a tecniche fino a quel momento a lui lontane, come l’arte orafa e la lavorazione della ceramica. Nel perpetuo flusso di creatività in cui è sempre stato immerso, Arp rielabora forme e tematiche già esplorate ed espresse, riproponendole in nuove materialità e dimensioni.
A LOCARNO LA MOSTRA SUL VIAGGIO DI ARP
La visita all’esposizione si snoda seguendo la cronologia di questa narrazione: dall’incontro con Marcel Janco al viaggio con Marguerite, sino al soggiorno presso il villaggio, e tutto ciò che ne è derivato. Il pubblico matura nella visita la consapevolezza del viaggiatore, che torna al punto di partenza con nuovi spunti e prospettive: le opere si “chiamano” da una parete all’altra e i significati si rincorrono; grandi rilievi in legno si trasformano nei gioielli d’artista in argento prodotti a Ein Hod, opere grafiche rivivono su variopinti rilievi in ceramica. La mostra gioca così sui temi del macro e del micro, presentando in un percorso dinamico la ciclicità delle tematiche care all’artista insieme alla variegata espressione materica delle opere arpiane, alcune delle quali mai svelate al grande pubblico.
Il giardino del Ronco dei Fiori, residenza dove l’artista ha trascorso gran parte della sua vita, incornicia lo spazio museale inaugurato nel 2015 e invita i curiosi ad avventurarsi tra le sculture in esso custodite. Non resta che partire.
Sophie Marie Piccoli
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