Ribattezzata una natura morta di van Gogh grazie allo chef olandese che ha colto un errore
Una volta vista l'opera 'Cavoli rossi e cipolla' di Vincent van Gogh ad Amsterdam, Ernst de Witte ha capito che qualcosa non andava. Ora l'opera ha un nuovo nome
Bulbosa sì, ma quella sbagliata. Quando sei mesi fa lo chef di Utrecht Ernst de Witte ha visitato il Van Gogh Museum di Amsterdam ha notato che qualcosa non tornava su una delle didascalie: la natura morta Cavoli rossi e cipolla (1887) non ritraeva affatto delle cipolle, ma delle teste d’aglio. Lungi dal far passare la cosa sotto silenzio, lo chef ha inviato un messaggio al museo esponendo la propria teoria, con l’aiuto di una presentazione PowerPoint sviluppata insieme alla moglie. Mettendo a confronto il dipinto in questione con un’altra opera di Vincent van Gogh quasi coeva, Natura morta con piatto di cipolle (1889) e sviluppando un’analisi della riproduzione di entrambe le verdure, de Witte ha anche filmato diversi tipi di aglio e cipolle mettendoli a confronto per forma e colore e mappato le linee sottili dipinte dall’artista per delineare i segmenti degli spicchi sotto la buccia dell’aglio.
Visualizza questo post su Instagram
L’INTUIZIONE DELLO CHEF OLANDESE SUL VERO SOGGETTO CULINARIO
Il museo ha preso molto seriamente l’annotazione, portando le prove al proprio gruppo di ricerca: pochi mesi dopo, anche con il consulto di un ricercatore indipendente, il gruppo ha stabilito che lo chef aveva ragione. Il dipinto è ora chiamato Cavoli rossi e aglio grazie all’occhio acuto di de Witte, che oltre a essere uno chef è anche un artista visivo. Ispirato dal dipinto e dalla sua esperienza, de Witte ha realizzato l’opera Vincent’s dinner, visibile sui suoi profili social, e sviluppato un piatto in edizione limitata (nel menu fino a maggio) a base di cavolo rosso e aglio per il suo ristorante di Utrecht, Feu, composto appunto da un cavolo rosso stufato e grigliato posto sopra una crema di aglio soffiato e condito con un olio aromatizzato alla melissa al liquore preferito di van Gogh: l’assenzio.
Giulia Giaume
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati