Le ceramiche di Arturo Martini in mostra ad Asolo
L’argilla è il filo conduttore del progetto dedicato a due protagonisti dell’arte plastica del Novecento, in dialogo negli spazi dell’ex monastero benedettino di Asolo: Arturo Martini e Elio Armano
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La compiutezza espressiva e di significato che l’arte “umile” delle opere fittili di Arturo Martini (Treviso, 1889 – Milano, 1947) e di Elio Armano (Padova, 1945) assurge nella cornice “sacra” della mostra asolana, costituisce il tratto valoriale e sapientemente messo a punto dall’accurata selezione delle opere condotta dal curatore Mauro Perosin, nonché dalla loro originale messa in spazio, frutto del dialogo fra il responsabile delle storie – l’artista – l’allestitore Gabriele Toneguzzi e la competenza artigianale di Giampaolo Didonè e Asolo Costruzioni e Restauri. È infatti anche il contesto espositivo dell’ex monastero benedettino dei SS. Pietro e Paolo di Asolo a contribuire alla riuscita del progetto, alimentato dalle opere della Fondazione Famiglia Zago.
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Le ceramiche di Arturo Martini in mostra ad Asolo
Le terrecotte e le ceramiche policrome di Arturo Martini – maestro indiscusso dell’arte plastica, che sin dagli esordi della sua carriera e lungo tutto l’arco della vita ha amato e sperimentato l’argilla, materia tipica della sua città natia, Treviso – sono poste a confronto con le terre rare di Elio Armano, scultore padovano (discepolo di Alberto Viani, a sua volta allievo di Martini), il quale da molti anni agisce e modella la creta, materiale povero e antichissimo, fissato dal fuoco, lavorandolo come pietra preziosa, tra tradizione e innovazione.
Tra i due scultori in mostra si instaura quindi un dialogo proficuo che genera “spettacolo” e al quale il visitatore è invitato a prendere parte, non tanto in qualità di semplice osservatore, ma di compartecipe e sensibile fruitore.
Adriana Scalise
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