Ancora novità dalle Cappelle Medicee di Firenze: apre al pubblico la Stanza segreta di Michelangelo
Il piccolo ambiente, posto sotto la Sagrestia Nuova, sarebbe stato rifugio dal Buonarroti per difendersi dall’ira di Clemente VII. Nella stanzetta l’artista lasciò numerosi schizzi di figura, per la prima volta visibili, dal 15 novembre
L’autunno caldo delle Cappelle Medicee era iniziato alla fine di settembre 2023, con l’inaugurazione della nuova uscita del percorso museale fruibile a ridosso della Basilica di San Lorenzo di Firenze, disegnata da Paolo Zermani con piglio contemporaneo (sorte ben diversa da quella della discussa e irrealizzata Loggia Isozaki, agli Uffizi). Un progetto a lungo rinviato, oggi concretizzato su via Canto dei Nelli con due volumi rivestiti in travertino di Rapolano, non invasivi, che si fanno “porta verso la luce” in uscita dalle cappelle che conservano le tombe medicee di progettazione michelangiolesca. E proprio alla presenza dell’artista rinascimentale in cantiere si lega l’eccezionalità della cosiddetta Stanza segreta di Michelangelo, ulteriore novità nel percorso di visita del Museo delle Cappelle Medicee – parte integrante del gruppo statale dei Musei del Bargello diretto da Paola D’Agostino – preannunciata proprio in occasione della presentazione della nuova uscita dal Direttore Generale Musei Massimo Osanna.
La visita alla Stanza segreta di Michelangelo al Museo delle Cappelle Medicee
Scoperta nel 1975, a quasi 50 anni dal suo ritrovamento, dal 15 novembre 2023 la stanza segreta sarà accessibile per la prima volta al pubblico proprio in virtù del completamento della nuova uscita e dell’ammodernamento dell’allestimento museale. Il piccolo ambiente contiene una serie di disegni a carboncino attribuiti al Buonarroti: si accederà dalla Sagrestia Nuova, tramite una scala stretta e angusta (dunque l’accesso è inibito a disabili e minori di 10 anni), ma solo previa prenotazione. In questa prima fase sperimentale, necessaria per monitorare il mutare delle condizioni di conservazione della stanza in relazione all’affluenza regimentata dei visitatori, infatti, le prenotazioni saranno aperte solo fino al 30 marzo 2024. Nei prossimi mesi sarà l’Opificio delle Pietre Dure a farsi carico del monitoraggio dell’ambiente, a cui si accederà in gruppi contingentati (e accompagnati) di massimo 4 persone alla volta, per proteggere i disegni e mantenere adeguate condizioni conservative; la necessità di intervallare il periodo di esposizione alla luce a led (approntata già nel 2018 da Mario Nanni, con il supporto dell’architetto Maria Cristina Valenti) con periodi prolungati di buio, invece, ha determinato la scelta di diradare nell’arco della giornata le fasce orarie di accesso alla stanza. Per queste limitazioni, il numero di visitatori settimanale non supererà le 100 persone. La permanenza massima nella stanza è fissata a 15 minuti. Il biglietto di ingresso avrà un costo di 23 euro a persona (inclusi i 3 euro di prenotazione obbligatoria), da aggiungersi al prezzo del ticket ordinario di accesso al Museo delle Cappelle Medicee (10 euro).
La storia della Stanza segreta di Michelangelo
Quando nel novembre del ’75 il restauratore Sabino Giovannoni fu incaricato di eseguire alcuni saggi di pulitura in uno stretto corridoio sottostante l’abside della Sagrestia Nuova, la stanzetta destinata di lì a poco a balzare agli onori della cronaca – con i suoi 10 metri di lunghezza per 3 di larghezza, alta al culmine della volta 2 metri e 50 – si presentò come una rivelazione inattesa. Usata come deposito di carbonella fino al 1955 e poi inutilizzata, rimasta chiusa e dimenticata per decenni, sotto una botola coperta da armadi e suppellettili, attirò l’attenzione del restauratore per i disegni rinvenuti sotto due strati di intonaco, schizzi di figura tracciati con bastoncini di legno carbonizzato e sanguigna, di dimensioni varie, in molti casi sovrapposti. Fu l’allora direttore del museo, Paolo Dal Poggetto, ad attribuirli a Michelangelo, ipotizzando che l’artista si fosse rifugiato nel piccolo ambiente nel 1530, quando il Priore di San Lorenzo, Giovan Battista Figiovanni, lo nascose dalla vendetta del papa Clemente VII. I disegni, ancora oggetto di studio da parte della critica, sarebbero da ricondurre ad alcuni progetti del Buonarroti, tra cui le opere della Sagrestia Nuova (come le gambe di Giuliano de’ Medici duca di Nemours), a studi dall’antico (la testa del Laocoonte) e a progetti riferibili a sculture e dipinti. In gran parte di formato monumentale, gli schizzi – non tutti di egual intensità qualitativa – indagano dettagli anatomici, pose, volti.
Livia Montagnoli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati