La natura come metafora dell’atto artistico. Paul Klee in mostra a Berna
Studiando le forme nel vivo della loro genesi, l’artista svizzero cercava di assorbirne i segreti, per rendere visibile, con la pittura, “ciò che non sempre lo è”.
Sì, tutto si muove, si trasforma, cresce, prolifera, nell’opera di Paul Klee (Berna, 1879 – Locarno, 1940). Lo studio delle forme naturali che fin da bambino intraprese con perseveranza e verso le quali nutriva un amore che con gioia scoprirà corrisposto – “la natura mi ama” dirà nei Diari – ha costituito la base e il principale nutrimento di tutta la sua ricerca. Everything Grows, al Zentrum Paul Klee di Berna, a cura di Fabienne Eggelhöfer, è una mostra che esalta questo aspetto dell’opera del maestro svizzero e focalizza le varie modalità e le varie fasi del suo rapporto con la natura naturans, intesa come perpetua attività generatrice.
La mostra di Paul Klee a Berna
La rassegna ci propone studi, disegni e dipinti che coprono tutto l’arco temporale della carriera artistica di Klee, da quelli realizzati quando era ancora poco più di un bambino fino alle opere dei suoi ultimi anni di vita. Ci vengono proposti anche oggetti tratti dall’atelier dell’artista ed esemplari delle sue collezioni, che testimoniano la sua propensione per la raccolta, la conservazione e anche l’uso pratico di reperti naturali, come i gusci di conchiglie o certe ossa cave d’animali usate come vasetti per stemperare i colori. Possiamo inoltre prendere visione di una nutrita campionatura di libri di storia naturale, le cui tavole furono una continua sorgente di meditazione e di ispirazione.
I disegni naturalistici fatti nella prima adolescenza segnano le tappe iniziali di un percorso che porterà Klee alla compiuta realizzazione dei suoi intenti, esemplificati dalla famosa frase: “Non mostrare il visibile ma rendere visibile ciò che non sempre lo è”. In queste prove giovanili ci sono tutte le premesse dei successivi conseguimenti: studiando la natura sia dal vivo che sui manuali di zoologia e botanica egli cercava in qualche modo di assorbirne i segreti, di assimilarne i principi costitutivi, quella capacità di sbocciare, di svilupparsi, di trasformarsi e rinnovarsi senza sosta.
La natura secondo Paul Klee
I lavori della maturità ci restituiscono la visione di linfe segrete e propulsioni germinative, di impeti vegetanti colti nel loro acme, sempre inseguendo le forme nel vivo della loro genesi. La natura diventa ispirazione e metafora dell’atto artistico, fino ad assorbirlo nei suoi ritmi, per cui il percorso del pittore, dal visibile all’invisibile che si rivela, arriverà ad identificarsi con il processo generativo che informa l’intero universo.
Dunque prove all’inizio diligenti e appassionate, che a poco a poco si liberano della loro scorza documentaria e si ingranano nel libero gioco delle forme e degli accordi cromatici. Un dipinto come Scena di giardino, del 1905, realizzato su vetro, con colori semitrasparenti, quasi aerei, costituisce una tappa decisiva sulla strada della propria autoconsapevolezza stilistica, per cui potrà orgogliosamente affermare di essere riuscito ad adeguare la natura direttamente al proprio stile.
Nei lavori degli ultimi anni, pensiamo, tra quelli qui esposti, a Frutti in campo azzurro (1938), Gola nelle Alpi(1938), Parco labirintico (1939) o Frutto rigoglioso (1939), i contorni degli alberi, dei frutti, delle montagne sono evocati in pochi segni essenziali, nei quali possiamo indovinare pure lineamenti umani o animali, evocando così tutte le potenzialità di un’inesausta attività creatrice. Klee pensava che l’artista dovesse conferire una “durata alla genesi” e riteneva che “la creazione non può essere considerata oggi interamente terminata”: secondo lui il mondo immediatamente visibile, così come ci appare, è bloccato, angusto, troppo chiuso nel tempo e nello spazio.
Le Piante Giganti (1940), uno dei suoi estremi lavori, ci offre una composizione di sagome e ritagli dai colori freddi che si assolutizza in una sintesi che riassume caratteri tanto botanici quanto anatomici e architettonici, una sorta di paesaggio onnicomprensivo. Le sue composizioni, tra allusioni figurali e geometrie assolute, sono il momentaneo assestarsi di un continuo divenire, ciò che viene rappresentato è un mondo in movimento, plasmato da un’incessante evoluzione e destinato a sempre nuove configurazioni, in cui regno animale, vegetale e minerale si intersecano e si confondono per fare tutt’uno con gli spazi cosmici.
Alberto Mugnaini
Berna // dal 20 maggio al 22 ottobre 2023
Paul Klee – Everything grows
ZENTRUM PAUL KLEE
Berna, Svizzera
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