Storia del pastello riscoperto di Rosalba Carriera, la più celebre artista italiana del ‘700
Immortala una ragazza tirolese l’opera attribuita con certezza all’artista veneziana, apprezzata da corti e aristocratici di tutta Europa per la sua abilità da ritrattista. La riscoperta del pastello a Tatton Park arriva nell’anno delle celebrazioni per il 350esimo anniversario della sua nascita
Da un paio di mesi, lo spazio espositivo del Breuer Building, a New York, sede temporanea della Frick Collection, propone un insolito confronto tra l’arte contemporanea di Nicolas Party (Losanna, 1980) e un ritratto a pastello (Ritratto di uomo in costume da pellegrino, 1730 ca, opera donata alla Frick nel 2020) di Rosalba Carriera (Venezia, 1653 – 1757). Del resto, l’artista svizzero – conosciuto anche per i suoi colorati murales – si esprime preferibilmente proprio con i pastelli, strumento che la ritrattista veneziana vissuta a cavallo tra XVII e XVIII secolo ha dimostrato di saper padroneggiare con estrema raffinatezza e grazia, facendosi grande interprete della temperie del rococò.
Rosalba Carriera e le mostre per i 350 anni dalla nascita
E non è casuale che sia il 2023 a riscoprire il talento dell’artista italiana, di cui ricorre quest’anno il 350esimo anniversario della nascita. A Dresda, si è da poco conclusa una grande retrospettiva sul lavoro di Rosalba Carriera, che seppe incantare i suoi contemporanei, riscuotendo grande successo presso le corti europee del suo tempo: la capitale della Sassonia possiede per questo la più grande collezione al mondo di ritratti firmati da Carriera, cui i sovrani dedicarono addirittura un gabinetto di pastelli indipendente, vicino alla Frauenkirche. Ma anche Venezia, sua città natale, non si sottrae all’omaggio, concentrandosi però su un’altra abilità, meno conosciuta, della “pastellatrice”: la miniatura su avorio, tema dell’esposizione in corso a Ca’ Rezzonico (Rosalba Carriera. Miniature su avorio, fino al 9 gennaio 2024). L’artista, che dal palcoscenico veneziano ebbe modo di conoscere (e farsi conoscere) da nobildonne e cantanti d’opera, principesse e sovrani, aristocratici e alti dignitari di Stato, seppe alimentare la sua fama dimostrandosi un’abile diplomatica e manager di se stessa, gestendo una bottega fiorente e garantendo la tranquillità economica e una famiglia tutta al femminile. Dunque nella costruzione a posteriori del suo mito, agli evidenti meriti artistici fa da cassa di risonanza la capacità di farsi strada in una società a dominante maschile, diventando l’artista italiana più celebre nell’Europa del Settecento.
La riscoperta del Ritratto di ragazza tirolese in Gran Bretagna
Mentre arriva dalla Gran Bretagna la notizia del ritrovamento di un lavoro dimenticato dell’artista, il ritratto a pastello di una donna in abiti tirolesi rimasto per 35 anni in un deposito della tenuta di Tatton Park, nel Cheshire. A lungo ritenuto una copia, il ritratto viene ora attribuito con certezza alla mano di Carriera proprio dal curatore della Frick Collection, Xavier Salomon, dal 2020 impegnato in un’indagine di riscoperta dei numerosi pastelli dell’artista dispersi in giro per il mondo, con l’obiettivo di realizzarne un catalogo ragionato. Il Ritratto di ragazza tirolese risulta collegato all’attività della pastellatrice veneziana sin dagli inventari del XVIII secolo, e il soggetto fu molto copiato degli emuli dell’artista, che per prima lo replicò più volte. Finora, copie autografe dell’opera erano apprezzabili a Dresda e – ma in questo caso l’attribuzione si fa più incerta – al Victoria & Albert Museum di Londra. A Tatton Park, il riscoperto originale sarebbe arrivato grazie a Samuel Egerton, proprietario della tenuta dal 1758 e in stretto contatto con il mercante d’arte Joseph Smith, basato a Venezia, che all’epoca esportò molti lavori di Carriera. Nei secoli a venire il pastello fu accantonato, perché bollato come copia. Ma è Salomon a sgombrare il campo da dubbi: sul retro del foglio pastellato, infatti, il curatore ha rinvenuto un santino beneaugurale, pratica abituale per l’artista, che usava nasconderne uno sul retro dei suoi lavori, come buon auspicio. In molti casi, i santini in questione sono andati persi.
Ora a Tatton Park si procederà con il restauro dell’opera, prima di esporlo in una delle stanze di rappresentanza della tenuta, la Yellow Drawing Room, dov’era originariamente collocato.
Livia Montagnoli
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