Nuove acquisizioni e donazioni chiudono il mandato di Eike Schmidt gli Uffizi
Sono due le opere che andranno ad arricchire la collezione ottocentesca della Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti, a cui si aggiungono 270 opere grafiche destinate Gabinetto dei Disegni e un autoritratto contemporaneo. Una trattativa che conclude l'ultimo giorno di mandato del direttore Schmidt
Lo scorso settembre le Gallerie degli Uffizi di Firenze si preparavano ad accogliere nella collezione di autoritratti l’esponente dell’Arte Povera Giuseppe Penone, il maestro del camouflage Liu Bolin e la fotografa Ilaria Sagaria. A distanza di qualche mese, a quel corpo si unisce anche l’autoritratto donato dall’artista portoghese Joana Vasconcelos(Parigi, 1971), del 2023. Tratto distintivo dell’opera è la varietà dei materiali con cui è stata realizzata, uno strato lavorato a uncinetto che fa da trait d’union con una delle installazioni attualmente presenti nella mostra Between Sky and Heart, ospitata nel museo fiorentino. Questa donazione si inserisce nell’ambito di una trattativa più ampia con cui il direttore Eike Schmidt chiude il suo secondo mandato alle Gallerie degli Uffizi, a cui si aggiungono anche due acquisizioni: il Ritratto detto dell’intendente Delanoy di François-Xavier Fabre e il busto dello stesso Fabre scolpito da Emilio Santarelli, e 270 opere grafiche della celebre officina romana del principe orafo Luigi Valadier, che andranno ad arricchire rispettivamente la collezione ottocentesca della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti e il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi.
Acquisizioni e donazioni alle Gallerie degli Uffizi di Firenze
Il ricco nucleo del fondo Valadier presenta una variegata gamma di opere (argenti, oggetti liturgici, decorazioni e objets d’arts) e di tecniche impiegate. Infatti, a seconda del disegno veniva selezionata una tipologia di carta e una particolare tecnica artistica, dal “semplice” bozzetto con penna e inchiostro agli acquarelli, per poi passare nelle mani di artigiani capaci di trasformare gli studi in lavori compiuti. A fare il suo ingresso nel museo è anche il pittore neoclassico François-Xavier Fabre (Montpellier, 1766 – 1837) che, a fine Settecento, in fuga dalla Francia, trovò rifugio nel granducato di Toscana. Durante il suo soggiorno strinse legami con artisti e intellettuali come la Contessa d’Albany, producendo diverse opere tra cui il Ritratto detto dell’intendente Delanoy nel 1809. Sebbene ci sia ancora qualche dubbio sull’identificazione del giovane, l’ambientazione è indiscutibile: si tratta infatti della collina di Boboli, con vista sulla città di Firenze dove spiccano il campanile di Giotto e Orsanmichele e l’inconfondibile cupola. Infine, si aggiunge il busto marmoreo di François-Xavier Fabre, realizzato da Emilio Santarelli (Firenze, 1801 – 1886) figlio dello scultore e ceroplasta Giovanni Antonio Santarelli.
Gallerie degli Uffizi. Parola al direttore uscente Eike Schmidt
“Sono particolarmente felice di concludere il mio secondo mandato da direttore delle Gallerie degli Uffizi con l’acquisto del busto di François-Xavier Fabre, scolpito da Emilio Santarelli, suo erede universale e forse anche suo figlio naturale; e dello straordinario ritratto dell’intendente Delanoy oppure di un altro personaggio di spicco, ancora misterioso, appassionato di botanica tanto da farsi ritrarre nel Giardino di Boboli, con il panorama di Firenze alle spalle”, spiegail direttore uscente Eike Schimdt. “Esposto nel capoluogo toscano per alcuni mesi in una mostra una trentina d’anni fa, il quadro ora torna per sempre nel suo luogo d’origine, a testimoniare il ruolo fondamentale di Firenze nei rapporti internazionali per tutto il periodo lorenese”.
Valentina Muzi
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