Il limone di Manet in mostra a Roma. Così Villa Medici riscopre la storia degli agrumi
Nel 1880 il pittore realizzava la natura morta “Le Citron”, che il Musée d’Orsay concede in prestito all’Accademia di Francia a Roma in occasione dei 150 anni dalla nascita dell’Impressionismo. Un’opportunità per ripercorrere il legame storico di Villa Medici con gli agrumi
Il 2024 è l’anno delle mostre e degli eventi dedicati all’Impressionismo. Il 15 aprile del 1874 apriva a Parigi, nel laboratorio del fotografo Nadar al 35 di Boulevard des Capucines, la mostra di un gruppo di giovani artisti, stanchi di sottostare alle regole della pittura accademica. I dipinti di Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Edgar Degas, Berthe Morisot, Camille Pissarro, Alfred Sisley e Paul Cézanne – insieme ai lavori di altri 24 artisti rifiutati dal Salon ufficiale – destavano scalpore presso la critica parigina, incapace di leggerne l’approccio innovativo: nasceva così l’Impressionismo, prossimo a compiere 150 anni.
“Il Limone” di Manet in mostra a Roma
Il Musée d’Orsay, che del gruppo conserva una delle più importanti collezioni al mondo, è l’istituzione che più si è attivata per omaggiare l’anniversario come merita: oltre alla grande mostra organizzata in collaborazione con il Musée de l’Orangerie e la National Gallery of Art di Washington (Parigi 1874. L’istante impressionista, dal 26 marzo al 14 luglio 2024), il museo parigino concederà in prestito 180 opere impressioniste nel corso dell’anno: a beneficiarne, oltre 30 musei francesi, che potranno esporle temporaneamente. In questo contesto è maturato l’accordo con Villa Medici, a Roma. L’Accademia di Francia, fondata nel 1666 da Luigi XIV sul Pincio, ha ricevuto in prestito Le Citron di Edouart Manet (Parigi, 1832 – 1883), natura morta affrontata dal pittore con la verità e il naturalismo propri dell’approccio impressionista.
Manet e la natura morta
Un quadro di piccole dimensioni in cui il limone, solitario, cattura lo sguardo, quasi si trattasse di un ritratto esaltato dalla semplicità delle forme e dalla luminosità cromatica. Manet lo realizzò nel 1880, pochi anni prima di morire: nell’ultima fase della sua vita, il pittore aveva preso l’abitudine di inviare piccole nature morte come cadeau ad amici e familiari; al mercante d’arte Vollard, il più anziano del gruppo impressionista aveva rivelato il desiderio di essere “il San Francesco della natura morta”. “Con frutti o fiori” spiegava “il pittore può dire tutto”. Il Limone di Manet sarà esposto a Villa Medici dall’1 marzo al 19 maggio 2024, nelle camere storiche del cardinale de’ Medici, offrendo l’opportunità per organizzare un’intera programmazione culturale sul tema degli agrumi, che caratterizzano il bel giardino mediterraneo della residenza sin dal tempo di Ferdinando de’ Medici, che acquistò la tenuta sul Pincio nel 1576.
Villa Medici e gli agrumi
All’epoca, i giardinieri della villa si preoccupavano di accudire aranci, limoni, melangoli e cedri, secondo un gusto diffuso all’epoca (si veda, sempre a Roma, il giardino di agrumi rari di Villa Farnesina, preservato dall’Accademia dei Lincei). I frutti arrivavano sulla tavola del cardinale, i fiori e le scorze venivano canditi, o trasformati in oli profumati e distillati nella fonderia del palazzo. In particolare il cedro, o mala medica, era coltivato per le sue virtù farmacologiche, antidoto contro i veleni. Non è un caso che la volta affrescata della Stanza degli Uccelli, un tempo studio privato di Ferdinando nel Padiglione decorato da Jacopo Zucchi e collaboratori tra il 1576 e il 1577, raffiguri anche gli agrumi del giardino (l’affresco è stato riscoperto solo nel 1985, e restaurato nel 2011). Il laboratorio di ricerca sul “Potere degli agrumi”, organizzato dal dipartimento di storia dell’arte di Villa Medici, approfondirà nel corso dell’anno questa storia, mettendone in luce le implicazioni culturali, artistiche e culinarie (ricordiamo che l’Accademia, dal 2022, promuove anche una residenza d’artista per cuochi). E sul limone verterà anche la riflessione della scrittrice e filosofa francese Vinciane Despret, titolare della residenza letteraria in corso.
Livia Montagnoli
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