Al British Museum di Londra una grande mostra celebra gli ultimi anni di Michelangelo Buonarroti
“Michelangelo. The last decades” presenta lo straordinario dinamismo degli ultimi anni del Divin Artista che realizzò il Giudizio Universale per la Cappella Sistina
Era già l’artista più affermato e riconosciuto d’Europa Michelangelo Buonarroti (Caprese, 1475 – Roma, 1564) quando, nel 1534, venne richiamato a Roma da Papa Clemente VII per decorare la parete dietro l’altare della Cappella Sistina. Al tempo aveva 59 anni – e aveva già realizzato opere come, in scultura, la Pietà vaticana (1497-1499) e il David (1501 – 1504), mentre in pittura il Tondo Doni (1506 – 1508) e la volta della Cappella Sistina (1508 – 1512) –, un’età che nel XVI secolo era considerata avanzata, ma il Divin Artista ne visse fino a 89: proprio agli ultimi 30 anni della sua vita (e attività) è dedicata la mostra Michelangelo. The last decades, al British Museum di Londra dal 2 maggio al 28 luglio 2024, a cura di Sarah Vowles.
Michelangelo Buonarroti. La mostra a Londra
Michelangelo ritornò a Roma e da lì non fece più ritorno. L’attività dell’artista fu catalizzata principalmente dalla realizzazione del Giudizio Universale, il monumentale affresco che decora la parete retrostante l’altare della Cappella Sistina, che a sua volta gli procurò nuove commissioni, portate avanti fino agli ultimi momenti della sua vita. Tra queste, l’incarico di dirigere il cantiere della Basilica di San Pietro in Vaticano (che ricoprì per 18 anni) e la realizzazione della Pietà Rondanini. La novità della mostra al British Museum è quella di presentare lo straordinario dinamismo degli ultimi decenni di Michelangelo, mentre affrontava la sua mortalità ed esplorava la salvezza, offrendo anche una visione dell’uomo artista capace di affetto e amore. In particolare, sono messe in luce le sue più significative relazioni, quella con il nobile romano Tommaso de’ Cavalieri e la poetessa Vittoria Colonna, tra poesie e disegni: per il primo sono presenti opere come l’allegorica Caduta di Fetonte (che offriva una guida morale al giovane), mentre per la seconda il Cristo in Croce, che richiama i movimenti riformatori, evocando la tragedia e il trionfo della morte di Cristo.
Michelangelo Buonarroti. La fede e la ricerca della salvezza
La sua arte e le sue poesie, infatti, mostrano un coinvolgimento profondo con la fede, tanto che, da devoto cattolico, sul finire della vita era sempre più preoccupato per la salvezza della sua anima. Per questo, tramite suo nipote Leonardo, mandava ingenti somme di denaro a Firenze affinché fossero utilizzate per scopi caritatevoli. Un esempio di tale esplorazione spirituale, sono in mostra i disegni della Crocifissione, realizzati negli ultimi 10 anni, che testimoniano come l’artista nell’atto del disegnare concentrasse la sua meditazione, tra mortalità, sacrificio, fede e redenzione.
Caterina Angelucci
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati