Al Museo Bagatti Valsecchi di Milano gli incontri culturali all’ora del tè
Saranno 6 gli incontri organizzati dal Museo Bagatti Valsecchi di Milano dedicati a vari temi della storia dell’arte. Il tutto accompagnato anche da pasticcini
Il Museo Bagatti Valsecchi di Milano, con la volontà di far rivivere l’atmosfera ottocentesca che respirava a fine Ottocento nel palazzo situato tra via Gesù e via Santo Spirito, dal prossimo 28 febbraio (fino a giugno 2024) inaugura un inedito ciclo di incontri. Ideato dal direttore Antonio D’Amico e presentato dalla storica dell’arte e curatrice della Galleria Biffi Arte di Piacenza Susanna Gualazzini e dalla responsabile degli archivi, delle collezioni e della documentazione del museo Aurora Ghezzi, i Tea Talks. Conversazioni d’arte a Casa Bagatti Valsecchi sono sei appuntamenti (sempre in programma dalle 17.30 alle 19) dedicati ai più svariati temi della storia dell’arte: dalla simbologia della natura all’evoluzione del ritratto e dall’abilità dei falsari nella contraffazione di opere al racconto del collezionismo ottocentesco. Ognuno di questi argomenti sarà introdotto e approfondito da Susanna Gualazzini, mentre Aurora Ghezzi li metterà in relazione alle opere presenti nella collezione del Museo Bagatti Valsecchi. L’obiettivo è valorizzarne la preziosità ma con un taglio che pone l’accento su dettagli significativi ma spesso trascurati, ritornando ai tempi dei fratelli Fausto e Giuseppe che pensarono il futuro museo come un cenacolo di incontro e cultura.
Conversazioni d’arte a Casa Bagatti Valsecchi. La storia del museo
La casa museo dei fratelli Bagatti Valsecchi fu acquistata dalla Regione Lombardia nel 1975, anno in cui gli eredi smisero di abitarvi, e nel 1994 venne inaugurato il Museo Bagatti Valsecchi. L’istituzione è una delle meglio conservate d’Europa e una delle prime grandi espressioni del design milanese: a fine Ottocento, l’intenzione dei baroni Fausto e Giuseppe fu quella di ricreare un’abitazione ispirata a quelle del Cinquecento lombardo, collezionando dipinti e manufatti d’arte applicata rinascimentali (in linea con il programma culturale presentato dalla monarchia sabauda con l’Unità d’Italia). In collezione, per esempio, dipinti di Giovanni Bellini, Gentile Bellini, Giampietrino e Lorenzo di Niccolò.
Caterina Angelucci
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