Scoperto il più antico manoscritto sulle farfalle alla Biblioteca Casanatense di Roma
Erano conservati senza nome i tre tomi con oltre 400 disegni risalenti al 1715 che ora grazie allo scienziato e naturalista Marcello Romano hanno finalmente un autore
Sono rappresentate oltre un centinaio di specie all’interno di quella che è stata scoperta essere l’unica collezione (in Italia) di farfalle antecedente all’opera di Carlo Linneo che, nel suo volume Systema Naturae del 1735, illustra una prima classificazione delle farfalle. Si tratta, infatti, di un manoscritto realizzato fra il 1701 e il 1715 e diviso in tre tomi con circa 400 disegni ad acquerello finora conservati in forma anonima alla Biblioteca Casanatense di Roma. Il merito di aver finalmente restituito all’opera – considerata oggi la più antica entomologica pre-linneana – il suo autore è dello scienziato e naturalista Marcello Romano che ha riconosciuto la mano del pittore e naturalista messinese Saverio Scilla (1673 – 1735). Nonostante quest’ultimo non avesse ancora ben chiara la differenza tra specie e varietà e il concetto di nomenclatura binomiale, il suo lavoro permetterà agli scienziati di analizzare le differenze fra gli ecosistemi dell’epoca e quelli contemporanei. Non solo, i disegni, raffiguranti farfalle, bruchi e crisalidi, sono ricchi di dettagli e realizzati con una precisione non riscontrata in altre opere del XVIII secolo.
Scoperto il più antico manoscritto di farfalle. La presentazione a Palermo
Si è tenuta lo scorso 22 marzo la conferenza sulla scoperta (avvenuta nel dicembre 2023) di Marcello Romano, che, presso il Museo di Geologia “Gaetano Giorgio Gemellaro” di Palermo, ha illustrato la natura del manoscritto di Saverio Scilla. “Il suo valore storico, documentale e scientifico è inestimabile. Costituisce un’importante testimonianza della fauna di lepidotteri diurni e notturni italiani degli inizi del XVIII secolo. Fornisce un’ampia visione su un metodo di conservazione dei lepidotteri, assai diffuso in Europa nei primi decenni del Settecento, che ne ha garantito, nel corso di tre secoli, la protezione da attacchi di parassiti e di altri agenti esterni”, racconta Romano. Durante l’incontro lo scienziato e naturalista ha ripercorso le tappe che gli hanno consentito di risalire al manoscritto e di accertare l’esistenza di due sue copie realizzate da terzi, in cui al posto delle farfalle si trovano disegni ad acquerello. L’opera principale è composta, dunque, dalla collezione di lepidotteri, dai disegni e da un testo illustrativo: “l’accurata indagine bibliografica mi ha consentito di ricostruire la storia del manoscritto e di confermarne l’attuale esistenza, in condizioni in linea di massima buone, presso la Biblioteca Casanatense di Roma. La sua consultazione, con mia grande sorpresa, ne ha inoltre rivelata la reale e duplice natura. L’opera creata da Scilla, unica nel suo genere, può definirsi a tutti gli effetti un manoscritto-collezione”, conclude lo scienziato.
Caterina Angelucci
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