Le opere d’arte confiscate alle mafie in mostra a Lamezia Terme per il Festival Trame
Dal 2011 la Fondazione Trame organizza un Festival dei libri sulle mafie che sollecita l’impegno civico contro la criminalità organizzata. L’edizione 2024 esporrà anche opere sequestrate a noti mafiosi-collezionisti
Giorgio de Chirico, Antonio Ligabue, Paul Kostabi, Michele Cascella, Michele Cassinari, Cesare Berlingeri, Massimo Catalani, Luca Dall’Olio, Marco Lodola, Max Marra, Paolo Porelli, Pietro Annigoni, Franz Borghese, Bruno Caruso. Sono diversi i nomi di peso rappresentati nella mostra Visioni Civiche, in programma dal 18 giugno al 28 luglio presso il Complesso Monumentale di San Domenico, a Lamezia Terme.A chiarirne l’intento è lo stesso sottotitolo del progetto, che fa appello a “L’arte restituita. Dalle opere confiscate alle mafie al bene comune”. Per gli artisti sopracitati, le mafie in questione dovevano avere un debole: le 44 opere esposte a Lamezia, infatti, provengono dalle collezioni private di due noti boss locali, il “re dei videopoker” Gioacchino Campolo e il finanziere vicino alla Banda della Magliana Gennaro Mokbel.
La mostra con le opere d’arte confiscate alle mafie a Lamezia Terme
Sequestrate dalle forze dell’ordine e oggi nelle disponibilità dell’Agenzia dei beni confiscati e della Città Metropolitana di Reggio Calabria, queste raccolte suggeriscono l’attaccamento all’arte dei mafiosi-collezionisti, a quanto pare incapaci di resistere alla tentazione di aggiungere un pezzo pregiato alle proprie collezioni, in funzione di uno status da convalidare attraverso il possesso di beni “preziosi” (ma anche con un riconoscibile gusto personale). A quest’attività di collezionismo illecito, perché finanziato da giri d’affari criminali, si deve l’accumulo di raccolte di rilievo, tra artisti affermati e autori emergenti, opere uniche o tirature di grafiche, dipinti e sculture, installazioni e lavori polimaterici. E la mostra curata dal professor Lorenzo Canova le condivide con la collettività in nome della “forza simbolica delle arti visive, all’interno di uno spazio di legalità e di condivisione civica”.
La Fondazione Trame e il Festival dei libri sulle mafie a Lamezia Terme
A promuovere il progetto, del resto, c’è la Fondazione Trame (insieme all’Associazione MetaMorfosi, con il Patrocinio del Ministero degli Interni ed il sostegno della Fondazione CDP, ente no profit del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti) da oltre dieci anni impegnata nell’organizzazione del Festival dei libri sulle mafie Trame, che dal 2011 accoglie ogni anno oltre 10mila presenze, in nome di una Calabria che non vuole stare in silenzio, ma denunciare le mafie. La tredicesima edizione della manifestazione – che, sotto la direzione artistica di Giovanni Tizian, coinvolge scrittori, giornalisti, magistrati e studiosi portandoli nelle piazze di Lamezia Terme per discutere e presentare libri dedicati al fenomeno delle mafie, dando così testimonianza pubblica di impegno etico – prenderà le mosse proprio dalla mostra ospitata nella sede del Museo archeologico della città, inaugurando la sua sei giorni il 18 giugno (il palinsesto si protrae fino al 23 del mese; tema del 2024: A futura memoria).
Arte e impegno civico: una restituzione alla collettività e un monito contro le mafie
Tra le opere in esposizione, quelle appartenute a Gennaro Mokbel, sequestrate nel 2010, saranno per la prima volta in mostra; mentre il nucleo proveniente dal sequestro a Gioacchino Campolo è oggi nelle collezioni di Palazzo Crupi, a Reggio Calabria. “Tra le confische” spiega Canova “ci sono non solo lavori di importanti maestri dell’arte italiana e internazionale tra XX e XXI Secolo, ma anche quadri falsi”, come la contraffazione di un dipinto di Giorgio Morandi, che probabilmente trasse in inganno anche il boss mafioso al momento dell’acquisto. La mostra si pone l’obiettivo di mantenere alta l’attenzione sulle attività delle mafie “in un momento in cui sembra essere diminuita la percezione della loro pericolosità”, spiega Nuccio Iovene, presidente della Fondazione Trame: “Vogliamo dare una rappresentazione reale delle mafie, anche riguardo alla loro capacità di mettere le mani su affari e in settori apparentemente lontani, come il mercato delle opere d’arte, che può anche aiutarli a riciclare i proventi illeciti, diversificando i loro investimenti”.
A rendere possibile la realizzazione del progetto – oltre alla disponibilità della direttrice del Museo archeologico Lametino, Simona Bruni – è stata l’associazione MetaMorfosi, che ha prodotto e organizzato la mostra, con la volontà, spiega il presidente Pietro Folena, “di affiancare alla produzione di mostre classiche e contemporanee una vocazione civica, individuando nelle esposizioni e nella divulgazione dell’arte e della cultura una straordinaria leva contro l’illegalità, la criminalità, le mafie e ogni forma di sopruso e di prepotenza”.
Il programma di Trame Festival 2024: “A futura memoria”
Tra gli appuntamenti da scoprire in piazza, invece, segnaliamo il focus sulla satira con Lo Statale Jonico, la presentazione del libro Figli traditori di Arcangelo Badolati, gli incontri sulla memoria con il giornalista Diego Bianchi e Don Ciotti, il ricordo dei sindacalisti uccisi per la loro lotta per i diritti dei lavoratori e la giustizia sociale, l’approfondimento su Giacomo Matteotti nel centenario della sua uccisione. Si parlerà poi di ecomafie, traffici internazionali, eroi e antieroi, violenza sulle donne.
Livia Montagnoli
Qui il programma completo di Trame Festival 2024
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