Misterioso e sconosciuto. A Domodossola una mostra sul pittore Lorenzo Peretti
Indaga per la prima volta la figura singolare di un artista che non fece mai entrare nessuno nel suo studio l’esposizione a Casa De Rodis. Con l’obiettivo di gettare nuova luce su un Peretti anche tacciato di stregoneria
“Carattere misantropo e artista nel verso senso”, diceva di Lorenzo Peretti (Buttongo, 1871 – Toceno, 1953) il suo maestro Enrico Cavalli, descrivendo una figura singolare che dipinse per poco più di dieci anni senza mai esporre e, soprattutto, senza far entrare nessuno nel suo studio. Proprio per questo, Peretti, un colto intellettuale pervaso di tensione religiosa, si diceva essere un alchimista in odore di stregoneria, misterioso e per lo più sconosciuto. A Domodossola, fino al 26 ottobre 2024, la Collezione Poscio presenta la prima esposizione – a cura di Elena Pontiggia – che ne indaga organicamente il corpus di opere, inquadrandole nel contesto del suo tempo.
Lorenzo Peretti a Casa De Rodis. La mostra
Sono circa 80 le opere presentate in occasione di Lorenzo Peretti (1871 – 1953). Natura e mistero a Casa De Rodis, che ripercorre la breve vicenda del misterioso pittore. Il percorso espositivo parte dal 1980, quando Peretti frequentava la scuola Rossetti Valentini di Santa Maria Maggiore, dove come maestro aveva Enrico Cavalli e per compagno Carlo Fornara: in mostra tre suggestivi ritratti di Carlaccin, un contadino vigezzino dipinto sia da Cavalli sia da Fornara e Peretti, mentre le opere dei suoi amici Ciolina, Rastellini, ancora Fornara e Arturo Tosi – di cui il noto Nudo alcoolico del 1895 anticipa la pittura informale – compongono la seconda sezione.
Lorenzo Peretti a Casa De Rodis. Le opere
Tra i principali lavori di Peretti, sono presenti Bosco dei druidi del 1898 (una foresta abitata da sacerdoti millenari, ispirata forse alla Norma di Bellini), “i suoi più importanti paesaggi divisionisti della Val Vigezzo e i precoci, anticipatori quadri non-finiti di inizio Novecento”, racconta la curatrice. A questi si aggiungono, Ritratto di Bernardino Peretti, prestato dai Musei Civici di Domodossola, “toccante documento umano in cui Peretti si riconcilia col padre scomparso, che aveva avversato la sua vocazione pittorica”, continua Pontiggia. In mostra viene anche presentato il divisionismo irregolare e carico di tensione di Peretti – tra cui Oratorio e Lavandaie alla lanca di Toceno e Paesaggio (1895-1897) – ma che, nonostante l’invito di Morbelli, rifiutò di esporre con i divisionisti. Di recente ritrovamento è, invece, Testamento spirituale, “il documento della sua volontà di conciliare il cristianesimo con la teosofia, che è un aspetto centrale della sua personalità: per lui la natura è un riflesso dell’infinito e nel mondo non c’è nulla che non sia un riverbero di Dio”. Infine, il percorso si conclude con un’antologia delle sue opere non-finite, tra cui Sottobosco e Parigi.
Lorenzo Peretti a Casa De Rodis. L’artista
Nasceva da una famiglia di artisti Lorenzo Peretti, il nonno (suo omonimo) era chiamato “il Raffaello della Val Vigezzo”, tuttavia il padre, anche lui pittore, fu sempre contro la vocazione artistica del figlio, tanto che solo dopo la sua morte Lorenzo poté dedicarsi alla pittura.
Gli studi sono influenzati, tra il 1890 e 1892, dal maestro Cavalli, e nel 1894, insieme a questo e a Carlo Fornara, Peretti compie un viaggio a Lione dove studia la pittura materica di Monticelli e la pittura francese, da Delacroix e Courbet agli impressionisti, Seurat e Cézanne. Alla fine dello stesso anno si appassiona al Divisionismo, ma nel 1896 rifiuta la proposta di Morbelli e Pellizza da Volpedo di esporre coi divisionisti. In questo periodo crea con Adolfo Papetti una biblioteca esoterica e teosofica (oggi dispersa) e nel 1897, con un viaggio a Monaco di Baviera, si avvicina al Simbolismo e inizia a dipingere una natura abitata da visioni. Dai primi del ‘900 smette di dipingere e negli Anni ‘20 redige il suo testamento spirituale In suprema identità. Invocazione metafisica, in cui concilia la religione cristiana con la teosofia di Schuré e di Guénon. Da questo momento Peretti scompare, per poi morire nel 1953.
Caterina Angelucci
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