Apre il Centre d’Art Rodin di Shanghai. In mostra 50 opere dello scultore in arrivo da Parigi
Dal 2018 il Musée Rodin progettava di inaugurare un avamposto in Cina, inizialmente previsto a Shenzen. Il Centro dedicato allo scultore francese aprirà invece a Shangai, nell’ex padiglione francese di Expo 2010, progettato da Jacques Ferrier, nella Pudong New Area
È prevista per settembre 2024 l’apertura del Centre d’Art Rodin a Shanghai. Non una novità assoluta, perlomeno in relazione all’intenzione del Musée Rodin di Parigi di aprire il suo primo avamposto internazionale in Cina, dichiarata già nel 2018.
Il Musée Rodin apre in Cina: non a Shenzen, ma a Shangai
Ci si aspettava, però, che il più importante museo al mondo dedicato all’opera dello scultore francese avrebbe optato per la città di Shenzen, nella Cina meridionale: il progetto per la realizzazione del centro era stato annunciato nel 2019, dopo diverse interlocuzioni con le autorità locali e l’accordo per un finanziamento a opera della municipalità di Shenzen. Dopo un lungo periodo di attesa – complice la pandemia che ha rallentato l’effettivo avvio dei lavori – ora si apprende dalla stampa cinese (South China Morning Post) che l’inaugurazione è imminente, ma il progetto è radicalmente cambiato, sin dalla scelta della città deputata a ospitarlo, con Shangai che ha avuto la meglio probabilmente per la crescita economica e culturale degli ultimi anni, che a sua volta alimenta oggi una vivace scena artistica
Il Centre d’Art Rodin a Shangai per sancire i rapporti tra Francia e Cina
Ma si confermano gli interlocutori coinvolti nell’operazione, che dunque si concretizzerà in concomitanza con il 60esimo anniversario dei rapporti diplomatici tra Francia e Cina: a sostenere la realizzazione del museo sono il Ministero della cultura francese e l’Amministrazione statale del patrimonio culturale della Cina, con finanziamenti privati del collezionista franco-cinese Wu Jing, già fondatore del Museum of European Art di Hangzhou. Dunque anche il Musée Rodin, dopo l’accordo stretto dal Centre Pompidou con il West Bund Museum nel 2019 (e rinnovato nel 2023), arriva a Shangai, accolto nell’edificio che durante Expo 2010 ospitò il padiglione francese progettato dall’architetto Jacques Ferrier, nella Pudong New Area.
La mostra inaugurale del Centre d’Art Rodin
A dirigere il Centre d’Art Rodin sarà Kong Xianhe, mentre le opere arriveranno dalla casa madre di Parigi, a cominciare dalla mostra inaugurale Rodin: The Inheritance of Modern Sculpture, che esporrà una cinquantina di opere di Auguste Rodin, tra cui le versioni in gesso del Pensatore (1904) e dell’Età del Bronzo (1877) e le trasposizioni in bronzo dell’Uomo che cammina (1907) e del Bacio (1882). Accanto ai lavori di Rodin troveranno spazio Saranno opere di artisti della sua cerchia, da Albert-Ernest Carrier-Belleuse ad Aristide Maillol e Antoine Bourdelle. Si punterà, inoltre, a evidenziare l’interesse di Rodin per la cultura cinese: l’artista possedeva infatti una collezione personale di arte cinese, mai esposta prima e presentata per l’occasione a Shanghai. Ancora non comunicata la data di inaugurazione del Centro, che comunque dovrebbe aprire le porte al pubblico entro il mese di settembre, mantenendo l’allestimento e le opere della prima mostra per un paio d’anni. Già alla fine del 2023 la mostra Glory of Bronze Civilization aveva portato a Shangai, sempre nell’ambito delle celebrazioni per i 60 anni di rapporti diplomatici tra Cina e Francia, alcune sculture di Rodin accostate ad alcuni bronzi antichi in arrivo dal sito archeologico di Sanxingdui.
Il Musée Rodin all’estero: i piani di internazionalizzazione
Dal canto suo, il Musée Rodin – presente in Francia anche con la sede di Meudon, nella villa dove Rodin terminò i suoi giorni, nel 1917 – concretizza, dopo diverse vicissitudini, l’interesse riposto da qualche anno a questa parte in un’espansione internazionale, che si è scontrato finora non solo con i ritardi cinesi, ma anche con il naufragio del progetto per la realizzazione di una filiale del museo alle Canarie, a Santa Cruz de Tenerife: annunciata nel 2022, l’operazione è stata definitivamente accantonata all’inizio del 2023 per i costi onerosi dell’impresa e per la scarsa attinenza dell’iniziativa con la realtà culturale dell’arcipelago, che aveva scatenato le proteste della comunità locale.
Livia Montagnoli
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