Tra le montagne del Friuli il paesino rinato grazie all’arte. 20 anni di grandi mostre

È dedicata al coraggio, raccontato attraverso le opere di grandi artisti di tutti i tempi, l’edizione 2024 del progetto che ha trasformato il piccolo paese di Illegio in un centro d’arte di respiro internazionale. Con la benedizione di Papa Francesco, l’attenzione di Mattarella e prestiti da musei e collezioni di tutto il mondo

A Illegio, tra le montagne friulane della Carnia, si arriva con una deviazione che da Tolmezzo conduce verso il borgo montano attraversato dalla caratteristica Via dei Mulini. La risorgiva del rio Touf sgorga nel cuore del paese, alimentando un mulino ancora in funzione che custodisce la memoria del luogo. Oggi il centro conta meno di 350 abitanti, ma è percorso, soprattutto d’estate, da visitatori in cerca di paesaggi incontaminati, tradizioni rurali e testimonianze di un passato che si spinge fino alle origini romane del borgo, oggetto di recenti scavi archeologici.

La Via dei mulini di Illegio. Photo Livia Montagnoli
La Via dei mulini di Illegio. Photo Livia Montagnoli

Illegio: da borgo montano a centro d’arte

Da vent’anni a questa parte, però, Illegio ha scelto di proporsi anche come destinazione per gli estimatori dell’arte, presentando annualmente una mostra di respiro internazionale che attira migliaia di persone. Da quando il progetto è stato avviato, grazie all’impegno del Comitato di San Floriano, Illegio ha accolto 600mila visitatori: una risorsa preziosa per una regione come la Carnia, contesto di grande bellezza paesaggistica e culturalmente intatto, però fuori dalle principali rotte turistiche e colpito negli ultimi decenni da un evidente spopolamento.
A partire dal 2000, il Comitato di San Floriano ha trasformato la vecchia abitazione del sacerdote in una moderna Casa delle Esposizioni, coinvolgendo decine di volontari, formando e dando lavoro a tanti giovani, chiamando a collaborare studiosi e professionisti di tutta Europa e invogliando a partecipare imprese locali e nazionali.

Le mostre del Comitato di San Floriano a Illegio

Così, dal 2004 è stato possibile avviare il progetto espositivo, affrontando ogni anno una tematica diversa, sempre però con l’obiettivo di portare a Illegio capolavori dell’arte in prestito da importanti musei accanto a opere difficilmente visibili, perché provenienti da collezioni private. Ricorrente è anche la volontà di intrecciare arte e fede, cogliendo nel linguaggio artistico una intensa manifestazione della coscienza di sé; e con l’obiettivo di ricordare come “la bellezza sia tra i linguaggi migliori che la fede deve saper parlare per toccare il cuore dell’uomo contemporaneo”.

Arte e fede nel progetto di Don Alessio Geretti

Ideatore e curatore delle mostre che si sono succedute negli anni, con un successo di pubblico crescente (solo il 2024 fa segnare un +65% degli accessi rispetto al 2023), è Don Alessio Geretti, che ha realizzato anche mostre ai Musei Vaticani, ai Musei Reali di Arte e Storia di Bruxelles, a Roma nelle sedi di Palazzo Venezia, Galleria Borghese, Castel Sant’Angelo. Con lui anche 80 tra dipendenti stabili e liberi professionisti al servizio del progetto, 40 giovani dipendenti stagionali in qualità di guide e figure di orientamento, 50 volontari. Ma i numeri parlano anche delle 400 collezioni che hanno prestato opere a Illegio dal 2004 a oggi – dal Louvre alla National Gallery di Londra, dal Prado agli Uffizi – e di 120 interventi di restauro operati dal Comitato. Oltre 1.500 sono invece le opere giunte finora per alimentare il progetto.
Che non a caso quest’anno ha ricevuto un attestato di stima anche da Papa Francesco, attraverso la Lettera che il pontefice ha indirizzato a Don Alessio Geretti per incoraggiarlo “a portare avanti l’audacia di questo sogno”, con riferimento al “miracolo della Provvidenza” che sono le mostre di Illegio.
Ma anche un’altra personalità istituzionale potrebbe a breve far capolino nel borgo friulano, in occasione di una visita ufficiale per gli 80 anni della Zona libera della Carnia, il prossimo 14 settembre. Il nome è quello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che seguirebbe la strada aperta dal suo predecessore Giorgio Napolitano nel 2012, quando l’ex presidente arrivò per visitare Illegio e la mostra in corso.

Plinio Nomellini, I corsari o I pirati del mare, 1906. Genova, Galleria d'Arte Moderna
Plinio Nomellini, I corsari o I pirati del mare, 1906. Genova, Galleria d’Arte Moderna

“Il Coraggio” in mostra a Illegio

Quest’anno, il tema dell’esposizione inaugurata lo scorso 18 giugno e allestita fino al 3 novembre è Il Coraggio, raccontato attraverso 40 opere – di cui 11 in arrivo da collezioni inaccessibili al pubblico – tra dipinti e sculture, nell’arco temporale che dall’antica Grecia giunge alla metà del Novecento.
Dalla Galleria Borghese arriva il San Sebastiano del Perugino, mentre la Presa di Cristo nell’Orto degli ulivi, attribuita a Caravaggio, è un’opera raramente esposta (recenti sono i passaggi a Palazzo Chigi di Ariccia e a Napoli), in prestito da collezione privata, come pure i dipinti di Bernini e Guercino selezionati per l’occasione. C’è spazio poi per un Martirio di San Sebastiano di Mattia Preti, mentre appartiene al Cinquecento il dipinto del Bronzino che immortala la sfida mitologica tra Apollo e Marsia. Quasi un secolo più tardi, il Morazzone illustra una sfida biblica, rappresentando la Lotta tra Giacobbe e l’angelo; molto più avanti nel tempo, Plinio Nomellini dipinge il coraggio di un eroe risorgimentale, esaltando la figura di Garibaldi (1917). Kandinskij e Arnaldo Pomodoro giocano in una categoria a sé, “Il coraggio di uno sguardo nuovo”, chiudendo il percorso rispettivamente con un acquerello astratto (Senza Titolo, 1932) e una Sfera in bronzo (1975). Si spazia così dalle antiche figure letterarie del coraggio – tra sacro e profano, Sacra Scrittura e mitologia greca – al coraggio delle idee e della fede, tra santi martiri, figure storiche del Risorgimento e personaggi della letteratura dell’Ottocento.

Livia Montagnoli

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