L’arte radicale della pittrice impressionista Mary Cassatt spiegata in un filmato
L’artista americana Mary Cassatt entrò nel gruppo degli Impressionisti francesi con opere che si contraddistinguono per i soggetti femminili e per la scelta di punti di vista inediti
Per molto tempo è stata definita in maniera riduttiva la “pittrice delle mamme”, ma l’artista Mary Stevenson Cassatt (Allegheny, Pennsylvania 1844 – Château de Beaufresne, Parigi 1926) ha invece rappresentato molto di più.
La mostra Mary Cassatt at Work, in corso fino al 26 gennaio 2025 presso il Fine Arts Museum of San Francisco, e già al Philadelphia Museum of Art, ripercorre il contributo che la pittrice ha dato all’arte impressionista e non solo.
Mary Cassatt, pioniera dell’Impressionismo
Monet, Degas, Renoir, Manet: quando si parla di Impressionismo sono questi i nomi presenti nei libri di storia dell’arte, mentre quello di Cassatt, come di Morisot (a breve in mostra con due appuntamenti in Italia), non vengono citati. Eppure le due artiste hanno dato un significativo contributo al movimento artistico.
Mary Cassatt, nata in Pennsylvania, lasciò persino la sua patria per recarsi a Parigi dove la sua carriera esplose. A differenza dei colleghi uomini, lei amava soggetti che la sua condizione femminile le consentivano di ritrarre: aveva accesso perciò all’intimità delle cure che le madri riservavano ai piccoli, alle attività mondane delle dame o in genere alle donne della sua medesima classe sociale.
Il suo occhio poneva l’attenzione su dettagli che solo uno sguardo fine e sensibili potevano cogliere: si evince dai suoi dipinti – nel video vengono prese in esame le opere Madre e bambino (1890), Nella loggia (1878) o Madre e bambina alla guida (1881) – in cui lo stile impressionista ben si amalgama alla dolcezza di un racconto che dà rilievo a piccoli gesti, pose ed espressioni in grado di esprimere molto di più.
La tecnica di Mary Cassatt, presa in prestito dall’arte giapponese
Nel video che vi proponiamo, si analizza inoltre la sperimentazione che la Cassatt intraprese anche sul piano della tecnica. Nel 1889 rimase talmente colpita da una mostra di stampe xilografiche giapponesi all’École des beaux-arts di Parigi, che volle tentare di realizzare opere con la medesima tecnica, mantenendo tuttavia i soggetti a lei cari.
Gli studiosi hanno tentato di riprodurre il suo metodo riuscendovi solo in parte: ci sono aspetti e passaggi che ancora restano tra i segreti dell’artista.
Mary Cassatt e la causa femminile
Mary Cassatt, diversamente da quello che la società dell’epoca prevedeva, non si sposò mai e non ebbe figli, nonostante prediligesse soggetti materni per i suoi quadri.
L’osservazione dell’universo femminile l’ha tuttavia resa una tenace sostenitrice dell’emancipazione delle donne, come testimonia la mostra che organizzò nei suoi ultimi anni di vita.
Nel 1915 allestì infatti un’esibizione a New York a sostegno del suffragio femminile, con opere sue e di altri artisti, come Degas – sebbene quest’ultimo non fosse in accordo con la causa sociale dell’evento.
Roberta Pisa
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