A Rovigo prima retrospettiva italiana sul grande artista Vilhelm Hammershøi: riscoprire il genio danese

Celebre per la capacità di trasmettere il silenzio, la solitudine e le ombre della vita quotidiana attraverso dipinti che sembrano sospesi tra realismo e incubo, l’artista Vilhelm Hammershøi (Copenaghen, 1864 – 1916) ha vissuto negli ultimi anni una sorta di rinascita che ha portato oltretutto le quotazioni delle sue opere a esplodere sul mercato internazionale. […]

Celebre per la capacità di trasmettere il silenzio, la solitudine e le ombre della vita quotidiana attraverso dipinti che sembrano sospesi tra realismo e incubo, l’artista Vilhelm Hammershøi (Copenaghen, 1864 – 1916) ha vissuto negli ultimi anni una sorta di rinascita che ha portato oltretutto le quotazioni delle sue opere a esplodere sul mercato internazionale. Così, dal 22 febbraio al 29 giugno 2025, Palazzo Roverella a Rovigo si appresta a ospitare la prima retrospettiva italiana sull’opera del genio danese che troppo a lungo fu (quasi) dimenticato.

Vilhelm Hammershøi, Luce del sole nel salotto III, 1900 circa, Stoccolma, Nationalmuseum. Courtesy Nationalmuseum. Photo Cecilia Heisser
Vilhelm Hammershøi, Luce del sole nel salotto III, 1900 circa, Stoccolma, Nationalmuseum. Courtesy Nationalmuseum. Photo Cecilia Heisser

Vilhelm Hammershøi. La mostra

A cura dello storico dell’arte Paolo Bolpagni, la mostra di Rovigo, oltre a presentare i principali lavori di Hammershøi, avrà anche un taglio comparativo, ponendo le opere dell’artista danese accanto a quelle di colleghi contemporanei provenienti dall’Italia, dalla Scandinavia, dalla Francia e dal Belgio. Il confronto è cruciale, poiché Hammershøi, pur condividendo con altri artisti dell’epoca una predilezione per la solitudine e le atmosfere sospese, si distingue per un aspetto più oscuro, a tratti inquietante. Nelle sue tele, infatti, si percepisce un disagio sottile: le donne sono quasi sempre ritratte di spalle, le stanze domestiche sembrano quiete ma opprimenti, come se nascondessero drammi segreti o tragedie incombenti.

Vilhelm Hammershøi. L’opera

Questo senso di inquietudine riflette probabilmente la complessa personalità dell’artista. Uomo schivo e solitario, Hammershøi viaggiò spesso – soprattutto tra Italia, Inghilterra e Paesi Bassi – ma mantenne sempre uno stretto legame, quasi simbiotico, con la madre. E anche il suo matrimonio fu segnato da ombre, con la moglie e musa Ida Ilsted affetta da una grave malattia mentale. Non è un caso che l’atmosfera “nevrastenica” dei suoi dipinti abbia ispirato il regista Carl Theodor Dreyer, che avrebbe trovato in Hammershøi un’ispirazione per il suo cinema, capace di evocare la stessa angoscia silenziosa.

Vilhelm Hammershøi. Il mercato

Nel 2012 Sotheby’s Londra ha venduto all’asta il dipinto Ida læser et brev (Ida mentre legge una lettera) per 1.721.250 sterline, un vero record per qualsiasi opera d’arte danese. E lo stesso giorno sempre da Sotheby’s sono state vendute altre due opere a prezzi insolitamente alti, quali Interiør med to lys (Interno con due candele) e Ida i interiør (Ida in interno). Successivamente, nel 2018, all’asta di arte europea di Christie’s New York il Getty Museum ha acquisito il dipinto Interior with an Easel, Bredgade 25 del 1912 per 5.037.500 dollari.

Caterina Angelucci

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Caterina Angelucci

Caterina Angelucci

Caterina Angelucci (Urbino, 1995). Laureata in Lettere Moderne con specializzazione magistrale in Archeologia e Storia dell’arte presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dal 2018 al 2023 si è occupata per ArtsLife di contenuti e approfondimenti per la sezione…

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