L’Art Déco compie 100 anni e arriva in mostra a Milano coi suoi ruggenti Anni Venti
Nel palinsesto 2025 di Palazzo Reale c’è un progetto che esplora quel grande fenomeno artistico che fu l’Art Déco. In preparazione della mostra, ripercorriamone la storia e i dettagli inconfondibili
Cent’anni fa, nel mezzo dei “ruggenti Anni Venti” nasceva lo stile Art Déco. Un movimento riconosciuto come tale solo decenni dopo, che ha però influenzato profondamente il design e l’architettura nel mezzo delle due guerre. E non solo: la sua popolarità è proseguita anche in seguito, prendendo forza soprattutto negli Stati Uniti, e arrivando fino a noi, oggi. La si rivede nei pavimenti a scacchi o nei pesanti lampadari d’ottone con cui molti interior designer giocano nei loro progetti modernisti.
Qual è dunque la storia, quali le caratteristiche che permettono di distinguere subito l’Art Déco? E i protagonisti? Per la primavera 2025, il Palazzo Reale di Milano propone una ricca mostra che esplora a fondo l’argomento, riportandone in vita le figure chiave. In attesa di ammirare dal vivo le opere e i manufatti, vi raccontiamo la storia, i materiali e i caratteri dell’Art Déco.
Per punti
La storia dell’Art Déco: dagli Anni Venti a oggi
Le origini nel 1925
Il nome stesso “Art Déco” è strettamente connesso alla sua origine. Deriva infatti dall’Exposition internationale des arts décoratifs et industriels del 1925, quale grande manifestazione e fenomeno di stile destinato a segnare gli anni a venire. Si tratta della fiera parigina diffusa su quasi 60 acri di superficie, che per sei mesi attirò oltre 16 milioni di persone. Fu proprio allora che – tra gli stand che popolavano i padiglioni – si cominciarono a vedere opere e mobili diventati poi icone. Raffinatissimi capolavori di ebanisteria, accessori dalle linee geometriche, sedie e poltrone imbottite di pelle esotica.
A essere sinceri, però, l’Ard Déco nacque anche prima del 1925, con lo stilista Paul Poiret che negli Anni ‘10 ne pose le basi.
Il successo
Dagli Anni Venti, lo stile cominciò a diffondersi, in parallelo con l’attrazione incredibile esercitata allora dal progresso, dalle innovazioni e in generale dal futuro. Più di un semplice trend, si trasformò in un vero fenomeno di produzione di massa a livello europeo. E dall’Europa giunse in breve all’America: agli Stati Uniti, che lo accolsero e accrebbero ancora di più il suo potenziale innovativo. Sono molti i palazzi e i complessi che ancora si distinguono per il gusto Art Déco con cui sono stati progettati. Dal Chrysler Buildingal Rockefeller Center: edifici che parlano un linguaggio comune fatto di modernità e geometrie ardite. Guardando al primo nello specifico, progettato nel 1930 da William van Alen, si distingue per la sua corona apicale fatta di triangoli lucenti e radianti, che imitano i raggi solari.
Il declino e la riscoperta
Superata l’era di massimo sviluppo, l’Art déco cominciò a essere criticata, diminuendo in popolarità. Era considerata piuttosto kitsch, come se creasse un’immagine falsa del lusso. La vera fine fu sancita dall’avvento della Seconda Guerra Mondiale, che portò con sé una nuova era di austerità e avversione a ogni eccesso.
Si dovrà attendere fino agli Anni Ottanta prima di rivederla in circolazione. Associata al mondo dei film noir e alla moda di inizio secolo, verrà ripresa nelle pubblicità di gioielleria e fashion.
Lo stile Art Déco
Dopo averne visto la genesi, guardiamo alle caratteristiche dell’Art Déco, che la distinguono dagli altri due movimenti con cui ha dialogato da vicino. L’Art Nouveau, da un lato, che ne è stata una delle fonti di ispirazione, e il Bauhaus, con cui condivide certe linee, distinguendosi però per la destinazione. In questo caso infatti l’obiettivo non è pratico o utilitario, ma di creare prodotti di lusso molto ricercati.
Le fonti di ispirazione
Se è innegabile che l’Art Déco guardi al futuro e al progresso, è pur vero che molte delle sue linee sono mutuate dall’antichità. L’arte egizia dei faraoni, i motivi geometrici degli artefatti aztechi e delle tribù africane, o ancora le decorazioni dei vasi greci del periodo arcaico. Da citare anche le ziqqurat della Mesopotamia. Tutto un immaginario di forme che si associano ad altri influssi più recenti, propri del primo Novecento. Si parla delle grandi avanguardie artistiche che si affacciano sulla scena col nuovo secolo: Cubismo e Futurismo, con la loro grande portata innovativa di forme e interesse per il movimento, Fauvismo ed Espressionismo per i colori forti e carichi di grinta.
Ma c’è dell’altro: l’Art Déco è anche frutto delle forme severe di certe architetture neoclassiche, e guarda alla natura, prendendone in prestito animali, fogliame tropicale e forme cristalline. Inevitabile, poi, il fascino nutrito per le tecnologie che si diffondevano in quegli anni, dagli aerei alle automobili, fino al ritmo della musica jazz.
I materiali dell’Art Déco
Art Déco è sinonimo di mobilio artigianale, realizzato spesso con legni pregiati. Ebano, zebrano e palissandro sono tre varietà tipiche, che si rivedono continuamente nei pezzi di design del periodo. Li si trova combinati, magari con intarsi geometrici e linee a zig zag, o finiture di lacca giapponese. Oppure accostati a madreperla, avorio e pelli pregiatissime dal sapore esotico. Un altro materiale chiave sono infatti i rivestimenti in serpente, zebra e persino squalo, destinati a sedie, poltrone e divanetti.
In ultimo, considerando lo sguardo innovativo del movimento, ci sono anche alluminio, acciaio inox e plastica.
Le linee e le forme dell’Art Déco
Rispetto alle linee fiorite e ispirate alla natura dell’Art Nouveau, l’Art Déco ha un linguaggio formale molto più geometrico, con combinazioni audaci e simmetriche, associate a gamme di colori vivaci. Tra i motivi principali raggi solari di matrice egizia, stelle, animali, elementi floreali o linee a zig zag.
I protagonisti dell’Art Déco
Nell’epoca tra le due guerre, il cuore pulsante dello stile eta indubbiamente Parigi. Parigi, con le sue produzioni di arredi dal design ricercato, come quelli che uscivano dalla bottega di Jacques-Émile Ruhlmann, maestro dell’ebanisteria francese. C’erano poi l’azienda di Süe et Mare con i loro pannelli e i mobili modernistici o le lacche scintillanti di Jean Dunand. Nell’ambito della gioielleria – altro terreno fertile per lo stile Art Déco – a dominare la scena era Cartier.
In pittura, infine, è da citare Tamara de Lempicka (ve ne abbiamo parlato in questo articolo), artista affascinante che raccontò con le sue opere l’universo femminile protagonista di un’epoca di cambiamento e desiderio di libertà e indipendenza.
L‘art Déco arriva a Milano a Palazzo Reale
Dal 25 febbraio 2025 fino a giugno Palazzo Reale ospita una rassegna tutta dedicata all’Art Déco e ai miti intramontabili che ha saputo diffondere a partire dagli Anni Venti. Il percorso espositivo comincia proprio dalle origini: dall’Esposizione parigina del 1925 da cui prese le mosse lo stile. L’evento vuole celebrare il centenario dalla nascita, portando in scena esempi straordinari delle arti decorative italiane ed europee. Dalle porcellane alle maioliche dipinte, dai tessuti all’oreficeria, fino ai dipinti e ai manifesti pubblicitari che hanno segnato il secolo scorso. Tutti manufatti accomunati da linee inconfondibili, capaci di unire antico e moderno in connubi grintosi e raffinati.
Emma Sedini
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