L’Impressionismo tedesco di Max Liebermann in mostra a Roma

Berlinese di origini, Max Liebermann conosce l’Impressionismo francese e la pittura olandese, a cui si ispira per le sue opere che raccontano la società tedesca di fine Ottocento, ora visibili alla Casa di Goethe

Anche a me, anti italiano incallito, è piaciuta Firenze e ieri, alla partenza, ero molto triste.” Così il pittore tedesco Max Liebermann (Berlino, 1847-1935) scrive in una lettera datata 1893, in occasione del suo secondo viaggio nel “paese dove fioriscono i limoni”, dove confessa un interesse tardivo per l’Italia, nazione  che aveva ignorato nei primi decenni della sua carriera. Da giovane aveva rivolto lo sguardo sia all’Impressionismo francese, sia all’arte olandese, ma è solo a partire dal 1878 che comincia a frequentare Venezia, Firenze e Roma, per trovare nuove ispirazioni. Oggi, la Casa di Goethe di Roma gli dedica una mostra di taglio museale – piccola ma preziosa – con un’accurata selezione di dipinti, disegni e fotografie d’epoca, scelte dalla curatrice Alice Cazzola

L’inizio della carriera e i ritratti di Max Liebermann alla Casa di Goethe a Roma

Il percorso espositivo della rassegna Max Liebermann. Un impressionista di Berlino racconta – per exempla – l’evoluzione della carriera del pittore  a partire dal 1884, quando si stabilisce con la famiglia in un palazzo a Pariser Platz, nel cuore di Berlino. Lì, dalle sue finestre, dipinge, con pennellate veloci, le truppe tedesche sconfitte, rientrate dal fronte nel dicembre del 1918. 
Nella prima sala spiccano una serie di ritratti di famiglia colti in una dimensione intima, oltre all’Autoritrattocommissionatogli dalla direzione degli Uffizi nel 1908, dove l’artista si stacca dal cavalletto per rivolgersi allo spettatore, con un’espressione quasi infastidita. 

Max Liebermann. Un impressionista a Berlino, Casa di Goethe, Roma, 2025
Max Liebermann. Un impressionista a Berlino, Casa di Goethe, Roma, 2025

Le opere di Max Liebermann ispirate alla pittura olandese in mostra a Roma

La sala successiva è dedicata allo sguardo rivolto alla pittura olandese: qui il focus è la vita quotidiana, con scene come Giovani bagnanti con bagnino (1899), mentre nella terza sala troviamo l’intenso Ritratto del pittore Umberto Veruda (1898-99) vicino allo stile di Franz Hals, e Passeggiata sul Monte Pincio (1911), eseguito durante la visita a Roma in occasione dell’Esposizione Internazionale di Roma, dove Liebermann esponeva diverse opere. 

Max Liebermann. Un impressionista a Berlino, Casa di Goethe, Roma, 2025
Max Liebermann. Un impressionista a Berlino, Casa di Goethe, Roma, 2025

Le opere tarde di Max Liebermann alla Casa di Goethe a Roma

La mostra si conclude in bellezza con le opere tarde, eseguite dopo il 1909, quando l’artista si fa costruire una residenza estiva affacciata sullo Wannsee: vedute del giardino dipinte con un tratto attento agli effetti luministici, come si vede in Vista dall’orto verso est sull’ingresso della casa di campagna (1919). Nel loggiato della dimora, l’artista  realizza un affresco ispirato al giardino visibile in uno degli ambienti della Villa di Livia, che aveva visitato nel 1911. Qualche anno dopo decide di coprirla con una mano di bianco: l’opera è stata ritrovata soltanto nel 2004, quando l’edificio è stato restaurato per accogliere il museo dedicato all’artista. Si tratta la Liebermann Villa – partner di questa mostra da non mancare – che sottolinea uno dei possibili ruoli delle istituzioni straniere a Roma: far conoscere e valorizzare personalità artistiche e culturali estere che hanno avuto, o hanno ancora oggi, legami con l’Italia.

Ludovico Pratesi

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Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…

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