Il cielo turbolento di Vincent Van Gogh potrebbe riprodurre una teoria scientifica

Oltre a riflettere lo stato d'animo irrequieto del pittore olandese, la celebre 'Notte stellata' dà forma ad una delle leggi fondamentali della turbolenza atmosferica di Kolmogorov. A dichiararlo una nuova analisi di fisici con sede in Cina e Francia

Realizzata nel giugno del 1889 mentre era ricoverato nella clinica di Saint – Rémy de Provence, Notte stellata di Vincent Van Gogh (Paesi Bassi, 1853 – Francia 1890) è un testamento emotivo su tela: l’energia turbolenta del cielo contrasta con il villaggio, incorniciato da un’aura tranquilla e ordinata, e i due sono collegati da un fiammeggiante cipresso in primo piano. Un capolavoro della storia dell’arte occidentale che si fa portavoce dell’evoluzione pittorica dell’artista olandese, il quale si distacca dai dettami impressionisti della verità della natura, per esprimere attraverso il colore e il movimento il proprio stato d’animo, ponendo le basi per quello che verrà conosciuto come Espressionismo. La Notte stellata, oggi custodita al MoMA di New York, potrebbe anche essere una rappresentazione di una delle leggi fondamentali della turbolenza di Kolmogorov e della scala di Batchelor, che descrive il trasferimento di energia cinetica nell’atmosfera: a dichiararlo è un team di ricercatori coordinati dal fisico Yongxiang Huang, con sede in Cina e in Francia.

Il vento invisibile nelle pennellate di Van Gogh

Grazie all’utilizzo di una riproduzione ad alta definizione del dipinto, gli studiosi hanno potuto constatare che le 14 “forme vorticose” raffigurate nella Notte stellata sembrano rispondere alla teoria della cascata di energia che descrive il trasferimento di energia cinetica in atmosfera. Per misurare il movimento fisico, i ricercatori hanno usato la luminosità – tecnicamente la “luminanza relativa” – della palette del pittore, scoprendo che dimensioni e distanze seguono la teoria della turbolenza atmosferica di Kolmogorov.

La turbolenza atmosferica nella Notte di Vincent Van Gogh

“In contrasto con gli studi precedenti, che hanno esaminato solo una parte di questo dipinto, questo studio ha preso in considerazione tutti vortici seguendo l’immagine a cascata della turbolenza di Richardson-Kolmogorov”, ha scritto il coordinatore dello studio e fisico cinese Yongxiang Huang sulla rivista specializzata Physics of Fluids. “Di conseguenza, lo spettro di potenza della luminanza suggerisce che Van Gogh abbia avuto un’osservazione molto attenta dei flussi reali: i vortici de ‘La notte stellata’ seguono, per dimensioni, distanze relative e intensità, la legge che governa i flussi turbolenti”.

Le opere di Vincent Van Gogh: tra arte, natura e scienza

Scienziati e fisici hanno sempre avuto una fascinazione per i quadri di Van Gogh, a testimoniarlo è un’altraa ricerca condotta da un fisico italiano, Gianluca Masi, responsabile del progetto Virtual Telescope, e da Antonella Basso. Gli studiosi – si legge sull’Ansa – hanno scoperto nel 2007, studiando la posizione delle stelle riflesse sull’acqua, che il pittore olandese ha dipinto quest’opera mentre si trovava ad Arles esattamente il 28 settembre 1888. Attraverso una serie di calcoli, gli studiosi hanno anche notato che il Grande Carro “occupava nel cielo la stessa posizione occupata nel quadro”, dimostrando come l’artista avesse realizzato l’opera dal vivo in poco tempo.

Valentina Muzi

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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