Felice Casorati. Tutto sul pittore protagonista della grande mostra a Palazzo Reale a Milano

Nel 2025, Casorati arriva a Milano con 100 capolavori illustrativi dell’intera sua carriera. In attesa dell’evento vi raccontiamo tutto sulla storia e il fascino della sua pittura tra Realismo Magico e Simbolismo

Artista piemontese, celebre per le sue donne sospese in atmosfere immobili e misteriose. È tra i protagonisti del Realismo Magico – corrente che fa dei silenzi carichi di spirito la cifra distintiva – nonché tra i grandi del Novecento. Si parla di Felice Casorati (Novara, 1883 – Torino, 1963), che nella vita fu pittore e non solo: anche designer e scenografo per il Teatro La Scala. Un personaggio da approfondire, a partire dal grande progetto monografico che accompagna la nuova stagione espositiva milanese. 
Casorati a Milano è proprio il titolo della nuova mostra primaverile di Palazzo Reale, appena inaugurata, che ripercorre tutta la sua produzione con oltre cento opere. In attesa di visitare l’esposizione, vi raccontiamo di più sulla figura di questo artista affascinante. 

Felice Casorati, Le sorelle Raya Markman e Bella Hutter, 1924, Collezione privata
Felice Casorati, Le sorelle Raya Markman e Bella Hutter, 1924, Collezione privata

Chi è Felice Casorati

La giovinezza tra arte e musica

La giovinezza del novarese Felice Casorati è un continuum di spostamenti, tra Piemonte, Milano, Reggio Emilia e Sassari, al seguito del padre militare. Proprio a Sassari, quest’ultimo si occupa di dipingere un edificio degli ufficiali: è la radice della passione per la pittura del figlio, rimasto colpito da quella semplice creazione. 
In seguito, la famiglia va a Padova, dove il giovane Casorati compie gli studi, sviluppando una spiccata attitudine musicale. Ma è dal 1901 – mentre si trova nella campagna dei Colli Euganei, per riprendersi da una crisi nervosa – che si avvicina davvero all’arte. Inizia a dipingere sulle orme dell’artista locale Giovanni Vianello, che gli fa da maestro. E non sarà la laurea in Giurisprudenza del 1907 a distoglierlo dalla strada della pittura, che decide di seguire con convinzione. 

I Fiamminghi e Klimt

Dopo la laurea, Felice Casorati giunge a Napoli e vi rimane fino a 1910. È un triennio di studi artistici intensi, nutriti in particolare dell’osservazione delle opere parte della collezione del Museo di Capodimonte. Soprattutto del lavoro di Brueghel il Vecchio. Inizia nel frattempo la sua partecipazione alle grandi esposizioni, a partire dalla Biennale di Venezia, dove è tra i protagonisti con Ritratto di signora. 
Nella Serenessima ha inoltre l’occasione di osservare da vicino l’arte della Secessione Viennese. Gustav Klimt lo tocca da vicino, influenzandone le opere che porta in mostra alla Prima Esposizione Internazionale di Arte della Secessione a Roma nel 1913.

Verona e la Prima Guerra Mondiale

Gli spostamenti proseguono, con il soggiorno a Verona tra il 1911 e il 1915. In collaborazione con altri artisti del luogo, fonda la rivista La Via Lattea: una piccola opera con eleganti grafiche in stile secessionista, uscita in soli due numeri, ricca di testi letterari, poetici e immagini. È su questa che Casorati pubblica una serie di sue incisioni ispirate all’Art Nouveau. 
Sempre a Verona, entra in contatto con il circolo di artisti di Ca’ Pesaro, dai quali però è costretto ad allontanarsi nel 1915, quando si arruola per combattere nella Prima Guerra Mondiale. 

Torino e la maturità artistica

Dopo la morte del padre nel 1917 si trasferisce a Torino, dando inizio a un periodo intenso di attività, che lo vede elevarsi a figura di spicco nel panorama dei circoli artistici cittadini. Dipinge, ma non solo: continua a coltivare la sua passione musicale, avvicinandosi al compositore Alfredo Casella. Si racconta che ogni sera, nell’intimità familiare della sua casa, dedicasse almeno mezz’ora a suonare il pianoforte a quattro mani, assieme alla moglie. 
Stringe poi amicizia con Piero Gobetti – che gli dedicherà una biografia – e aderisce al gruppo antifascista della Rivoluzione Liberale, finendo arrestato per un breve periodo.

La Scuola di Casorati e altri progetti

L’attività e la crescita artistica di Casorati procedono a pieno ritmo; la sua personalità si afferma, come si intende dalla decisione di fondare una scuola – la Scuola di Casorati – nel suo studio torinese. Egli ne apre le porte a giovani studenti, con i quali esporrà nel 1929 nella mostra collettiva Casorati e i suoi discepoli. 
Una seconda impresa che lo vede tra i fondatori è la Società di Belle Arti Antonio Fontana, che vede la luce nel 1925. Ente che si propone di promuovere mostre di artisti dell’Ottocento e contemporanei. 

Il gruppo Novecento e le collaborazioni con il teatro

Casorati non si sottrae neppure ai contatti e agli scambi con il gruppo di Novecento, sebbene mantenga una certa indipendenza pittorica. Chiamato da Margherita Sarfatti, prende parte alle mostre del ‘25 e del ‘29. Ottiene poi importanti riconoscimenti, tra cui spicca il Gran Premio per la Pittura alla Biennale di Venezia del 1938.
Ancora non abbiamo detto nulla sul teatro, che invece è un altro ambito ove Casorati è piuttosto attivo a partire dagli Anni Trenta. La sua prima scenografia è quella per La Vestale di Spontini, portata in scena nel Maggio Fiorentino del 1934. In totale saranno 21 gli allestimenti realizzati, tra cui alcuni per il Teatro dell’Opera di Roma e per La Scala di Milano. 

Gli ultimi anni

A partire dal ‘41, ottiene la cattedra di pittura all’Accademia Albertina di Torino. Ne diventerà poi Direttore e Presidente. In parallelo all’insegnamento, la sua attività produttiva prosegue con successo: è chiamato ad arricchire la collezione dell’imprenditore Giuseppe Verzocchi al Palazzo Romagnoli di Forlì e ripete le presenze – apprezzate dalla critica – alla Biennale veneziana. Negli ultimi anni, il nome di Felice Casorati si lega anche al lancio della mitica Fiat 600, con un’opera-manifesto realizzata in occasione del suo lancio sul mercato. La morte lo coglie nel 1963, a seguito di un intervento non ben riuscito. 

La pittura di Felice Casorati

Il pensiero pittorico di Felice Casorati è intriso di ieraticità. È ermetico, sintetico, guarda alla creazione di atmosfere misteriose, quasi sacre. “Vorrei saper proclamare la dolcezza di fissare sulla tela le anime estatiche e ferme, le cose mute e immobili, gli sguardi lunghi, i pensieri profondi e limpidi… la vita di gioia e non di vertigine, la vita di dolore e non di affanno”. Queste le sue parole, che suggeriscono una ricerca artistica volta alla profondità del reale e della dimensione umana. Le figure immortalate paiono statue; luci e ombre si fanno mezzi per dare plasticità e sospensione. Il risultato sono composizioni fantastiche, appartenenti a un altro universo più puro. 

Felice Casorati e il Realismo Magico 

La pittura di Casorati, carica di sogno e spiritualità, si rifà alla classicità rinascimentale della tradizione italiana tre-quattrocentesca. Questo ha portato molti ad accostarla al Realismo Magico, corrente che promuoveva proprio un “ritorno all’ordine” e a mettere fine alle sperimentazioni delle Avanguardie del ‘900. Silenzi e immobilità delle composizioni sono infatti cifre comuni. 
Nelle sue opere, la realtà è riletta e reinterpretata in modo misterioso ed enigmatico. Un esempio è Meriggio, del 1923. Due donne, distese in primo piano, nude – di cui quella di destra è una chiara citazione del Cristo Morto di Mantegna – riposano su una coperta. C’è poi una terza figura, maschile, che rimane ignota di spalle sullo sfondo, lasciando un interrogativo aperto. Come sempre accade nei suoi lavori, l’effetto finale è di una sospensione misteriosa e malinconica. 

Le donne dipinte da Felice Casorati

Tra i soggetti più ricorrenti della produzione di Casorati ci sono senz’altro le donne. Donne giovani, anziane, nel fiore della maturità, oppure bambine. Attraversi i loro corpi resi plasticamente l’artista crea le sue allegorie a metà tra Simbolismo e Realismo. E non mancano le citazioni dei grandi del secolo appena trascorso: si rivedono i nudi Ingrès, ma elaborati in modo nuovo. Con forme semplici e geometriche, che si avvicinano molto alle Bagnanti di Cézanne, un secondo punto di riferimento chiave per il pittore italiano.

Felice Casorati in mostra a Palazzo Reale a Milano

È una delle più grandi rassegne mai dedicate all’artista, quella che propone Palazzo Reale per il 2025. Realizzata assieme all’Archivio Casorati, ne illustra in 100 capolavori tutta la produzione, invitando il pubblico a immergersi nei suoi ambienti, a muoversi accanto alle sue figure meditative. 
Le opere in mostra offrono spunti per apprezzare i diversi periodi di sperimentazione, che non si limitano al Realismo Magico, ma esplorano anche gli orizzonti del Simbolismo, del Verismo, del Neoclassicismo, fino a toccare le deformazioni di Picasso. Importante è anche lo spazio dedicato al legame tra Casorati e la città ospitante, Milano, ove torna dopo 36 anni. Già in vita, egli la apprezzava per la capacità – unica ai tempi in Italia – di aver costruito un sistema di mercato dell’arte molto attivo e moderno. Lui stesso vi prese parte con una serie di rassegne negli Anni Venti. 

Emma Sedini

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Emma Sedini

Emma Sedini

Etrusca e milanese d'origine in parti uguali, vive e lavora tra Milano e Perugia. È laureata in economia e management per arte, cultura e comunicazione all'Università Bocconi, e lì frequenta tutt'ora il MS in Art Management. Nel frattempo, lavora in…

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