Quali erano i legami tra Marcel Proust e l’arte? Risponde una grande mostra a Madrid
Il percorso al Museo Thyssen-Bornemisza ci guida alla scoperta degli interessi culturali del celebre autore de “Alla ricerca del tempo perduto”, svelando i suoi riferimenti artistici e le influenze che hanno plasmato la sua estetica e il suo pensiero

Immaginate di esplorare il mondo di Marcel Proust non solo attraverso i suoi scritti ma anche attraverso le immagini che li ispirarono. È quello che fa il Museo Nacional Thyssen-Bornemisza di Madrid, che fino all’8 giugno 2025 ospita Proust and the Arts, una mostra dedicata alla profonda connessione esistente tra le arti visive e l’opera del grande scrittore francese. L’esposizione, che riunisce 136 opere tra dipinti, sculture, libri, manoscritti, fotografie, disegni, abiti e tessuti, ricostruisce il raffinato universo estetico dello scrittore francese, svelando le influenze culturali che nutrirono la sua immaginazione e ispirarono luoghi e personaggi del suo capolavoro, À la recherche du temps perdu.

La mostra su Proust a Madrid
L’esposizione si apre con due omaggi a Proust giovanissimo, una fotografia scattatagli da Paul Nadar nel 1887 e un ritratto dipinto da Jacques-Émile Blanche nel 1892, opere che segnano l’ingresso in un allestimento concepito come un gioco di scatole cinesi, con un meccanismo che riflette la struttura stessa della Recherche, in cui la memoria non è un processo lineare bensì un sistema complesso e involontario che si manifesta attraverso sensazioni e emozioni che riaffiorano senza preavviso. Le opere provengono tutte da sedi prestigiose, il Louvre, il Musée d’Orsay la Bibliothèque nationale de France e il Museo Carnavalet-Histoire di Parigi, la pinacoteca Maurithuis dell’Aia, il Rijksmuseum di Amsterdam, le Städel Museum di Francoforte e la National Gallery of Art di Washington.

Parigi e Venezia nell’immaginario di Proust
La prima sala non poteva non essere dedicata al Louvre, luogo di formazione per Proust, che qui si immerse nelle opere di artisti come Rembrandt, Vermeer e Watteau, sviluppando quella sensibilità estetica che avrebbe reso la sua scrittura simile a una pittura fatta di parole. Per sottolineare l’influenza che anche l’arte medievale ebbe sulla sensibilità dello scrittore, in mostra ci sono due riproduzioni fotografiche del 1865 che rappresentano le allegorie dei Vizi e delle Virtù dipinte da Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova. Uno spazio speciale è poi dedicato a Venezia, che esercitò su Proust un fascino grandissimo, evocato qui dal dipinto La Dogana e San Giorgio Maggiore realizzato nel 1834 da Joseph M. W. Turner, dalle acqueforti di James McNeill Whistler nel 1880 e da alcuni abiti di Mariano Fortuny e Madrazo, che testimoniano che tra i suoi interessi c’era anche la moda, considerata nella sua valenza estetica e sociale.

Proust verso il Novecento
Il percorso espositivo tocca anche gli altri temi fondamentali della sua opera: le cattedrali gotiche francesi rappresentate da diversi artisti come Paul-Alfred Sisley e Jean-Baptiste-Camille Corot, la Parigi della Belle Époque e le spiagge del nord della Francia che ritroviamo in tanti dipinti impressionisti. Il rapporto con la modernità e le avanguardie è rappresentato da opere di artisti come Giacomo Balla e Jean Cocteau e da scenografie e manifesti dei Ballets Russes di Sergej Diaghilev, di cui Proust era un appassionato spettatore. E alla fine del percorso ci attende anche la musica che più amò, con brani di Beethoven, Franck, Wagner, Ravel, Debussy e Stravinsky.
Nicoletta R. Speltra
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