La fotografia interroga se stessa. Ugo Mulas chez Lia Rumma, a Napoli e Milano
Galleria Lia Rumma, Napoli / Milano - fino al 14 febbraio 2015. È bilocata tra la sede partenopea e quella meneghina dello galleria di Lia Rumma. È la mostra “The Sensitive Surface”, che rivolge l’attenzione a percorsi fotografici inediti e poco esplorati di un Ugo Mulas dell’ultima ora
In una fotografia può scorrere il tempo? Questa la domanda che sembra porsi Ugo Mulas (Pozzolengo, 1928 – Milano, 1973) quando, chiamato da Luciano Caramel a documentare l’evento Campo Urbano, si trova a contatto con un’arte che si fa sempre più effimera, impermanente, che non esiste se non nel momento in cui accade. Molto più vicina alla vita, senz’altro.
A Campo Urbano c’è chi, di notte, invita i passanti a gettare delle tesserine fosforescenti nel lago e a osservarne l’effetto sulla superficie dell’acqua (Dadamaino); c’è chi inscena un funerale di solidi geometrici tra le strade della città (Franca Sacchi, Paolo Scheggi, Elena Vicini, Giampiero Bianchi), chi occupa una stradina con decine e decine di scatoloni da imballaggio, tra i quali gli abitanti di Como si fanno strada a fatica (Grazia Varisco). C’è chi conduce delle persone sul campanile del Duomo, gli chiede di lanciare dall’alto dei fogli di carta e di soffermarsi a guardare il modo in cui quelle forme, cadendo, dialoghino con la luce e con l’aria rivelandone la consistenza (Bruno Munari).
A contatto con la transitorietà delle operazioni artiche a Como – certamente non si tratta di opere da cavalletto, “chiuse”, trasportabili o vendibili – Ugo Mulas, deciso a sintonizzarsi col significato profondo delle opere più che a svolgere una fredda azione documentativa, capisce che è necessario elaborare un linguaggio fotografico che riesca a cogliere l’elemento imprescindibile dei lavori: il tempo.
Le sequenze fotografiche – realizzate con la stampa a contatto – capovolgono l’assunto secondo cui nella fotografia non scorre il tempo, perché proprio lì, “sullo stesso foglio, nello stesso istante coesistono tempi diversi, al di fuori di ogni constatazione reale” (Ugo Mulas).
Tina Kukielski – curatrice di entrambe le mostre in galleria – propone, nella sede campana, oltre alle fotografie su Campo Urbano, alcune rare sequenze, realizzate anch’esse a contatto, su Jasper Johns, Roy Lichtenstein, Pino Pascali e Andy Warhol. Inoltre sono visibili due filmati: uno a Napoli, legato al succitato Campo Urbano; l’altro, di Nini Mulas, a Milano.
Nel capoluogo lombardo sono esposte le celebri Verifiche (1970-72), accompagnate dai meno noti Studi per Verifica 1 “Omaggio a Niépce” (1968-70). L’operazione concettuale portata avanti dal fotografo di Pozzolengo, dopo vent’anni di attività, è quella di toccare con mano il senso delle operazioni che per anni aveva ripetuto cento volte al giorno senza mai fermarsi a considerarle in se stesse: “Che cosa è la superficie sensibile? Che cosa significa usare il teleobiettivo o un grandangolo? Perché un certo formato? Perché ingrandire? Che legame corre tra una foto e la sua didascalia?”.
Interrogativi che si pone con grande curiosità nei confronti del mestiere e anche con un po’ d’ironia. E infatti Ugo Mulas non dà risposte. Ma, utilizzando la superficie fotografica come uno specchio, rimbalza a noi le domande.
Martina Locorotondo
Napoli // fino al 14 febbraio 2015
Ugo Mulas – The Sensitive Surface
a cura di Tina Kukielski
LIA RUMMA
Via Vannella Gaetani 12
081 19812354
[email protected]
www.liarumma.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/40205/ugo-mulas-the-sensitive-surface/
Milano // fino al 14 febbraio 2015
Ugo Mulas – The Sensitive Surface
a cura di Tina Kukielski
LIA RUMMA
Via Stilicone 19
02 29000101
[email protected]
www.liarumma.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/40206/ugo-mulas-the-sensitive-surface/
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