Il contropotere dell’immagine. World Press Photo 2015
Ancora una volta il World Press Photo è a Roma, evento culmine della fotografia giornalistica mondiale. Qualche cifra. Immagini pervenute: 97.912. Fotografi partecipanti: 5.692. Nazionalità dei professionisti: 131. Sono stati premiati 41 fotoreporter, tra cui 9 italiani. Tutte le immagini selezionate dalla giuria internazionale sono ora in mostra al Museo di Roma in Trastevere.
Come sempre, gli esiti del World Press Photo possono essere interpretati in chiavi differenti, ma la cifra che caratterizza di più questa 58esima edizione è forse la dimostrazione di come il giornalismo per immagini sia in grado di rivelare qualcosa che sovverte le idee correnti, il pensiero che domina un’opinione pubblica spesso distratta o viziata dall’indifferenza.
Non prevalgono questa volta le immagini più crude, ma quelle che più suscitano riflessioni e ripensamenti, quelle che consegnano all’osservatore gli strumenti per controbilanciare il potere del pregiudizio. È il caso senza dubbio della fotografia vincitrice, realizzata dal danese Mads Nissen, che raffigura un momento di intimità di una coppia gay di San Pietroburgo. La delicatezza della scena ha, più di ogni parola, il potere di contestare le discriminazioni giuridiche e sociali subite dalle minoranze sessuali, in Russia come in altri Paesi.
Ma, a confermare l’impronta data dalla giuria internazionale, è il significato di molti degli altri lavori premiati. Ed è un filo conduttore che si può riscontrare, con i dovuti distinguo, anche tra gli autori che abbiamo intervistato in occasione dell’anteprima stampa.
Gianfranco Tripodo (General News / III premio foto singole). Le due opposte componenti dell’umanità contemporanea, fiduciose nell’esodo le une, ossessionate dalle contaminazioni le altre, si confrontano nelle immagini di Tripodo: “La fotografia è il racconto di uno dei tanti tentativi di sconfinamento alla frontiera della enclave spagnola di Melilla in Marocco. Un gruppo di venti migranti ha appena superato le alte barriere di protezione dei confini e viene ingaggiato in una colluttazione con la Guardia Civil. Due clandestini si nascondono sotto un mezzo per non essere catturati”.
Michele Palazzi (Daily Life / I premio reportage). La stessa relazione tra assetti sociali diversi è al centro dell’indagine condotta da Palazzi in Mongolia. “Il mio lavoro, ispirato da una personale esigenza di approfondimento, si articola su più anni, durante i quali ho documentato le contraddizioni di una crescita economica vertiginosa quanto sregolata, i cui effetti incidono in particolare sui nomadi”. Con loro, Palazzi ha convissuto nelle tende, sperimentando un’accoglienza e una generosità in contrasto con la diffidenza e il sospetto che ha percepito invece nelle grandi città.
Fulvio Bugani, (Contemporary Issues / III premio foto singole). Un’indagine alla ricerca di ciò che si preferisce non vedere è alla base dell’operazione condotta da Bugani: “La mia attenzione si è concentrata sulla realtà di una scuola coranica per transgender a Yogykarta (Giava)”. Bugani approda a questo complesso progetto dopo un lungo percorso attraverso il mondo islamico, in Senegal e sull’isola di Lamu (Kenya), dove ha seguito il ramadan e l’Id al-fitr. La sua esperienza dimostra, a dispetto delle presunzioni, l’equivalenza di atteggiamenti tra cultura occidentale e musulmana, parimenti inclini all’abbandono e all’emarginazione.
Turi Calafato (Daily Life / III premio reportage). Una solitudine a cui non sfuggono neanche gli individui apparentemente inseriti nel meccanismo della produzione economica, come dimostra il portfolio di Calafato che presenta, dietro una metaforica combinazione di schermi visivi, l’isolamento esistenziale degli impiegati giapponesi durante il momento del pranzo in un anonimo fast food di Nagoya.
Paolo Marchetti (Nature / III premio reportage). Contraddizioni tra consumatori e produttori di beni e servizi che trovano ulteriormente spazio nel lavoro di Marchetti sugli allevamenti intensivi di caimani in Colombia. “Si tratta del primo capitolo di un progetto più ampio, ormai esclusiva del National Geographic America, e vuole documentare le pratiche adottate negli allevamenti legali: un invito a porsi una domanda su ciò che è alla base dei prodotti che acquistiamo”. La sua serie si conclude emblematicamente con le pelli multicolori pronte a essere esposte alla fiera internazionale di Milano.
Alessandro Iazeolla
Roma // fino al 22 maggio 2015
World Press Photo 2015
MUSEO DI ROMA IN TRASTEVERE
Piazza Sant’Egidio 1b
06 0608
www.museodiromaintrastevere.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/44248/world-press-photo-2015/
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