Poetica intimista e azione politica. Intervista con Giovanni Gaggia
Nella nuova sede di Rossmut – siamo a Roma, quartiere San Lorenzo – le fotografie, le installazioni e il video della performance "Intexěre Tempus" di Giovanni Gaggia, documentata dal film di Alessandro D'Alatri. Il progetto, a cura di Diego Sileo, conta sul sostegno di Amnesty International e sulla collaborazione di Regina José Galindo. Ne abbiamo parlato con l’artista.
Da sempre il tuo lavoro, frutto di un percorso introspettivo per comunicare emozioni, stati d’animo, tensioni che nascono dal forte coinvolgimento con esperienze umane, ha sotteso l’intento di stimolare riflessioni sulle complesse tematiche della nostra contemporaneità. Ma qui sembra più evidente l’attenzione all’impegno politico-sociale. Ce ne parli?
Alla consapevolezza piena e definitiva che l’essere umano, nelle sue più svariate espressioni e modalità d’azione sociale, sia immerso in un imprescindibile contesto politico che impone una qualche forma di responsabilità, sono giunto incontrando Regina José Galindo durante la sua residenza friulana a RAVE a maggio dello scorso anno.
Il confronto quotidiano con l’artista guatemalteca, che ha posto al centro della sua arte la denuncia dell’intollerabile violenza, ancora così diffusa nel suo Paese, mi ha spinto a una riflessione sul mio ruolo d’artista e sull’impatto che il mio lavoro può avere sul pubblico. Che l’arte contemporanea debba possedere un implicito invito alla riflessione politica, penso sia tautologico affermarlo.
Considerando le tappe del tuo percorso, intravedi un fil rouge che ti ha condotto fin qui?
Nei miei lavori la riflessione politica, spesso intima e poco immediata, si è prevalentemente sviluppata attraverso l’idea del prendersi cura. All’inizio è stato un cuore ancora caldo di un animale ucciso dall’uomo per un bulimico desiderio di cibo, da esso sono giunto alla sutura di una ferita pulsante che mi ha condotto quindi al ricamo come gesto definitivo di un agire metaforico.
Poetica intimista e azione politica possono coesistere?
Intexěre tempus esce dal solco della mia ricerca più intimista, aprendosi a un luogo ben più ampio in cui la realtà, con le sue brutali manifestazioni di violenza, incrocia un fare artistico che vuole rimanere comunque attento alla componente emotiva. L’incontro con Regina è stato decisivo per questa svolta diciamo “politica”, svolta che già si poteva cogliere in Inventarium, il mio lavoro su Ustica, che da Palermo sta per giungere a Bologna in occasione del 35esimo anniversario della strage.
Cosa ti ha spinto a concepire questo lavoro sulla violenza?
La forza e il coraggio di questa donna minuta, la cui arte ha creato non pochi problemi ai corrotti del suo Paese, mi ha portato a riflettere sulla necessità di rimarcare, con un’azione inclusiva che coinvolgesse le singole persone, quanta violenza inascoltata alberghi ovunque, anche nelle nostre società. Con l’azione del lavatoio di Palazzo Lamperini ho voluto si avvicinassero, sino a toccarsi con delicatezza, 14 storie di dolore e 14 persone che assieme a me hanno usato ago e filo per rammentare a noi che questa violenza non ci è estranea e con essa dobbiamo inevitabilmente confrontarci opponendovisi con forza.
Lori Adragna
Roma // fino al 27 luglio 2015
Giovanni Gaggia – Intexěre tempus
a cura di Diego Sileo
ROSSMUT
Via dei Reti 29b
06 5803788
[email protected]
www.rossmut.com
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