Il difficile mercato della fotografia. Focus Ottocento
Il mercato dell’arte è anomalo per definizione. Quello della fotografia però non è da meno. A guardare le opere seminali dell’Ottocento, ad esempio, si scopre che molti autori fondamentali si comprano con qualche centinaia di euro.
BASTANO POCHI SPICCIOLI
Il mercato dell’arte dell’Ottocento ha subito negli ultimi anni una forte flessione: i prezzi sono crollati soprattutto nella fascia medio-bassa. Rispetto a questa situazione, come se la passa il mercato della fotografia dello stesso periodo?
La fotografia nasce ufficialmente nel 1839 a seguito del riconoscimento del primo procedimento fotografico, il dagherrotipo. L’Ottocento è il secolo dove in arte si esaurisce una tradizione figurativa, mentre la fotografia muove i suoi primi passi. Queste premesse dovrebbero collocarla tra i materiali più ricercati dai collezionisti, ma non è così.
Qualità e rarità fanno i grandi numeri, tutto il resto si compra ancora con pochi spiccioli. La fotografia dell’Ottocento ha in parte risentito del cambiamento di gusto e oggi il mercato è certamente più vivace per gli autori del Novecento.
L’IMPORTANZA DEGLI STUDI CRITICI
Gli Anni Quaranta-Cinquanta dell’Ottocento hanno visto attivi autori, molti dei quali artisti convertiti al mezzo fotografico, raffinati e curiosi, pronti a utilizzare la fotografia secondo la propria sensibilità, spesso senza la preoccupazione di farne un mestiere.
In questo breve periodo si collocano fotografi quali i francesi Gustave Le Gray (740.000 euro la massima quotazione raggiunta in asta, Charles Negre (280.000) e Hippolyte Bayard (265.000), gli inglesi Henry Fox Talbot (199.000) e Roger Fenton (€ 171.000), mentre gli italiani più significativi sono Giacomo Caneva 32.000) e Felice Beato (98.000), che italiano lo era solo per metà.
Il fatto che in altri Paesi gli studi storico-critici di questo periodo siano particolarmente avanzati ha ovviamente avuto un impatto decisamente positivo sul mercato.
LA FOTOGRAFIA INIZIA A LASCIARE LA REALTÀ
Un ruolo a parte lo hanno autori del ventennio successivo, come Julia Margaret Cameron (306.000) o Lewis Carroll (694.000), che si staccano completamente dal lavoro di ricerca sul paesaggio o sull’architettura dei primi fotografi per occuparsi di un più moderno lavoro di introspezione, che aprirà alla fotografia novecentesca.
Tra questi anche Wilhelm von Gloeden, fotografo tedesco che passò gran parte della sua vita a Taormina, il quale ha valutazioni tra i 2.000 e i 5.000 euro. Tra i pochi a rinnovare l’idea di paesaggio con maestose riprese di montagna sarà Vittorio Sella (2.000-4.000).
CONSIGLI PER GLI ACQUISTI
Il mercato della fotografia dell’Ottocento può essere così riassunto: pochissimi autori con prezzi molto elevati e una moltitudine di fotografie di poco valore. Proprio perché resta un mercato in prevalenza con quotazioni ancora molto basse, vale la pena tenerlo d’occhio.
Le regole per non sbagliare sono: puntare a soggetti non tradizionali, curiosare tra le fotografie italiane, soprattutto le più antiche, non dimenticare l’Oriente che, con Cina, India e Giappone, può riservare buone sorprese. E soprattutto acquistare solo immagini di qualità.
Silvia Berselli
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #24
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