World Press Photo 2017. Vince la foto dell’omicidio dell’ambasciatore russo in Turchia
An Assassination in Turkey fu scattata lo scorso dicembre da Burhan Ozbilici nel corso dell'attentato costato la vita all'ambasciatore russo in Turchia, Andrey Karlov. Comello, Romenzi, Capriotti e Gibotta sono i fotografi italiani premiati in quest'edizione
Furono in molti lo scorso 19 dicembre, subito dopo l’assassinio dell’ambasciatore russo in Turchia, Andrey Karlov, in occasione dell’opening di una mostra d’arte a Ankara, a sottolineare – con pudore, quasi con vergogna, davanti a un evento mortale – la valenza “estetica” delle prime immagini che circolavano. Vuoi per le luci, vuoi per il portamento e l’abbigliamento dell’omicida, vuoi per l’inconscia suggestione di un luogo comunque legato all’arte: fatte le dovute premesse sul dramma che si era consumato, specie sui social si moltiplicarono i messaggi che segnalavano la “bellezza” di quelle immagini. Ora queste impressioni trovano una inattesa conferma “ufficiale”: visto che lo scatto che ritrae l’attentatore Mevlüt Mert Altıntaş con la pistola in mano è valso al fotografo turco Burhan Ozbilici, della sede di Istanbul della Associated Press, il trionfo nell’edizione 2017 del World Press Photo of the Year. L’immagine – dal titolo An Assassination in Turkey – Un assassinio in Turchia -, ha fatto in poche ore il giro del mondo, dando feroce e drammatica testimonianza di quella condizione di “odio dei nostri tempi”, come ha sottolineato Mary F. Calvert, tra i membri della giuria. La foto si è imposta sulle 80.408 pervenute nell’ambito del noto contest internazionale, al quale hanno preso parte quest’anno 5.034 fotografi provenienti da 125 Paesi. Oltre a Burhan Ozbilici – che con Un assassinio in Turchia si è aggiudicato anche il primo premio premio nella categoria Spot News Stories -, nelle otto sezioni – ciascuna declinata in “scatti singoli” e “storie” – del World Press Photo sono stati premiati fotografi di 25 diversi stati: Australia, Brazile, Canada, Cile, Cina, Repubblica Ceca, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, India, Iran, Italia, Pakistan, Filippine, Romania, Russia, Sud Africa, Spagna, Svezia, Siria, Nuova Zelanda, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti d’America.
4 ITALIANI PREMIATI
Le opere premiate presentano alcuni dei fronti più caldi del contesto internazionale, come il conflitto civile in Siria, l’offensiva su Mosul, l’avvio di una nuova era per Cuba in seguito alla scomparsa di Fidel Castro, il dramma delle malformazioni legate alla diffusione del virus Zika e la “guerra contro la droga” intrapresa dal Presidente della Repubblica delle Filippine, Rodrigo Duderte, documentata senza filtri nel toccante reportage di Daniel Berehulak dal titolo They Are Slaughtering Us Like Animals. Le tre opere vincitrici della sezione Contemporary Issues concentrano l’attenzione su ulteriori scenari di crisi del 2016. La prima classificata, A Stand In Baton Rouge di Jonathan Bachman, è infatti divenuta l’immagine simbolo delle proteste tra la comunità afroamericana e le autorità di polizia nell’estate 2016; Migrant Crossing di Vadim Ghirda e The Libyan Migrant Trap di Daniel Etter affrontano entrambe il dramma dei migranti, tra i più trattati anche in quest’edizione. Gli italiani premiati sono Francesco Comello con Isle of Salvation – terzo posto nella sezione Daily Life – Stories – , Alessio Romenzi con We Are Not Taking Any Prisoners – terzo posto nella sezione General news – Stories -, Giovanni Capriotti con Boys Will Be Boys – primo posto nella sezione Sports – Stories e Antonio Gibotta – Agenzia Controluce con Enfarinat – terzo posto nella sezione People – Stories. Nella fotogallery, i vincitori degli ultimi anni…
– Valentina Silvestrini
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