Wellcome Image Awards 2017. Il miracolo della scienza raccontato con la potenza delle immagini
Comunicare la scienza, traducendola in apparati visivi utili, affascinanti, chiari, esteticamente coinvolgenti. Un lavoro complesso, che dalla fotografia tradizionale alle più raffinate tecniche digitali, ci porta tra i laboratori di tutto il mondo. Un premio internazionale sceglie le immagini migliori.
Quel punto in cui la scienza s’incontra con l’estetica, e la forza visiva corrisponde all’unicità di un fenomeno, di un frammento, di un esperimento o un sistema fisico, chimico, biologico. Armonie ed epifanie che fondano la struttura segreta delle cose, tra il visibile e l’invisibile: che siano molecole, tessuti organici, trame capillari, esperienze percettive, eventi atmosferici. Ovvero, il miracolo della vita (e della medicina) raccontato per immagini.
È questa la suggestione da cui è partito, 20 anni fa, il Wellcome Image Awards, un premio che seleziona, cataloga e poi elegge le migliori immagini legate all’informazione e alla sperimentazione scientifica. Perché se l’universo astratto e complesso dei numeri, dei calcoli, delle provette, dei telescopi e dei microscopi, appare inafferrabile per l’utente medio, l’arte della comunicazione visiva può offrire appigli importanti: a chi ne fruisce da profano, ma anche e soprattutto al ricercatore stesso, che trova un’ occasione preziosa di osservazione nella sempre più dettagliata esperienza della rappresentazione tecnologica. Visioni sorprendenti, da cui ance l’arte attinge per le sue peregrinazioni concettuali e rielaborazioni estetiche.
Bellissima la selezione della giuria – composta da esperti di scienze mediche e da comunicatori scientifici – per l’edizione 2017. Eccone una decina, tra le 22 andate in shortlist.
– Helga Marsala
L’OCCHIO DEL MAIALINO
Un modello 3D (grande 10 cm) dell’occhio di un maialino sano. I vasi più piccoli misurano 20-30 micrometri (0,02-0,03 mm) di diametro, quelli più grandi servono ad alimentare la retina. La parte schiacciata sulla destra corrisponde alla pupilla.
[by Peter M Maloca, OCTlab at the University of Basel and Moorfields Eye Hospital, London; Christian Schwaller; Ruslan Hlushchuk, University of Bern; Sébastien Barré]
LA RETINA DI UN TOPO
Ecco che aspetto ha la retina, quella membrana situata sulla parte posteriore dell’occhio, che contiene cellule fotosensibili responsabili di convertire la luce in segnali elettrici nervosi, poi elaborati dal cervello. Quest’immagine è stata creata unendone digitalmente oltre 400, così da ricostruire l’intera superficie retinica di un topo.
[by Gabriel Luna, Neuroscience Research Institute, University of California, Santa Barbara]
DNA E DIVISIONE CELLULARE
Durante la divisione cellulare di piante e animali (mitosi), l’intero contenuto del DNA (conservato nel nucleo) viene copiato nelle due cellule figlie. Questa immagine mostra il nucleo di una delle due nuove cellule umane, generate da una progenitrice. La forma a goccia del nucleo (solitamente è circolare) deriva dalla tensione generata dal DNA nel corso della mitosi. La larghezza dell’immagine è di 84 micrometri (0,084 mm); è stata ottenuta tramite un tipo di microscopia ottica in super-risoluzione.
[by Ezequiel Miron, University of Oxford]
CLINICA OCULISTICA IN INDIA
Un paziente in cura da un oculista in una clinica di fortuna, in India. La foto è stata scattata mentre Susan Smart, l’autrice, si trovava lì in missione per il progetto umanitario Unite For Sight, fondato nel 2000 per migliorare la salute degli occhi a livello globale. Grazie a UFS sono state assicurate oltre 90.000 operazioni di cataratta e sono stati curati gli occhi di 1,9 milioni di persone, spesso indigenti.
[by Susan Smart]
MicroRNA ANTICANCRO
Il futuro della terapia anticancro in una foto. Delle brevi sequenze genetiche chiamate microRNA, responsabili del corretto funzionamento e della crescita delle cellule, potrebbero funzionare come terapia contro il cancro. Mancava però un sistema efficiente per inserirle nelle cellule cancerose. I ricercatori del MIT sono riusciti a svilupparlo, unendo due microRNA (con diverse funzioni) a un polimero sintetico. La terapia già sperimentata sui topi ha ridotto il cancro del 90% dopo due settimane. L’immagine è di circa 350 micrometri ed è stata realizzata con microscopia a fluorescenza.
[by João Conde, Nuria Oliva and Natalie Artzi, Massachusetts Institute of Technology (MIT)]
RITA LEVI MONTALCINI
Un solo nome: Rita Levi Montalcini. Un mito assoluto per la ricerca scientifica nel campo della neurobiologia. A lei l’illustratrice Daria Kirpach, di origini russe, ha dedicato un’illustrazione grafica particolarmente efficace. Un tributo a una donna straordinaria, scomparsa nel 2012 all’età di 103 anni.
[by Daria Kirpach]
STICKMAN E IL MORBO DI CROHN
Come raccontare la malattia in una forma giocosa, tirando fuori sensibilità e finezza visiva. Lo ha fatto Spooky Pooka con la sere Stickman. Le vicissitudini di Crohn, incentrata sul personaggio di Stickman – alter ego dell’artista – che soffre del morbo di Crohn. La figura scheletrica, col volto di un cervo, rimanda all’universo tragico e mutante di Witking, ma anche a una tipica estetica gothic-fantasy. Gli ambienti cupi sono costellati di figure simboliche, tra senso di morte e di rigenerazione, di fragilità e di speranza.
[by Spooky Pooka]
IL SISTEMA VENOSO DEL PAPPAGALLO
Perfettamente visibile l’intreccio dei vasi sanguigni di un pappagallo africano grigio, in questa ricostruzione 3D ottenuta grazie a un nuovo mezzo di contrasto: il BriteVu, inventato da Scott Echols. Con questa tecnica i ricercatori sono in grado di studiare il sistema vascolare di un qualunque soggetto con un dettaglio incredibile, fino al livello capillare. Il modello del pappagallo misura 27.83 cm (h) x 8.15 cm (L) x 9,48 cm (w).
LA PICCOLA SEPPIA DELLE HAWAII
Nativi dell’Oceano Pacifico, i Sepiolida hawaiani sono molluschi cefalopodi notturni, che rimangono sepolti sotto la sabbia di giorno. La notte emergono, per cacciare gamberetti. Sono dotati di un organo luminoso in cui vivono batteri incandescente: in cambio della bioluminescenza, le seppie forniscono loro cibo e rifugio. Questo sistema serve a un tipo di mimetizzazione chiamato controilluminazione: combinando la luce dei batteri ospiti con quella della luna e delle stelle, i molluschi si rendono invisibili ai predatori.
Quest’immagine – larga 1,5 cm – mostra un piccolo esemplare della specie dei Sepiolida. L’organo luce al centro della cavità del mantello, come anche la tipica sacca d’inchiostro, sono chiaramente riconoscibili grazie alla fotocromografia.
[by Mark R Smith, Macroscopic Solutions]
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