La flebile voce dei condannati a morte. A Siena
Santa Maria della Scala, Siena – fino al 6 giugno 2017. Luisa Menazzi Moretti affronta il delicato e dibattuto tema della pena di morte, attraverso immagini fotografiche accostate alle parole dei condannati. Un tema difficile ma affatto nuovo, affrontato con un pizzico di demagogia.
Sin dall’alba della civiltà, il diritto dello Stato di togliere la vita ai suoi cittadini è stato fra i più dibattuti in ambito socio-politico. Ma dai tempi di Dead man walking e Il miglio verde, la demagogia sembra aver soppiantato l’oggettività. Un approccio che caratterizza la serie fotografica di Luisa Menazzi Moretti (Udine, 1964): immagini realizzate ispirandosi alle parole dei condannati, desunte da lettere, interviste, testimonianze studiate nel Braccio della Morte di Livingstone, in Texas. L’artista segue una libera associazione di immagini e atmosfere, che scivolano sul concettuale, assai rarefatte e meditate per indagare i travagli interiori dei condannati. I testi di riferimento permettono di inquadrare la questione, che però è affrontata dall’unico punto di vista della ricerca estetica, mentre forse questa controversa tematica avrebbe richiesto un’analisi più profonda, per evitare di cadere nei toni del demagogico.
– Niccolò Lucarelli
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