Due pioniere della fotografia alla conquista del mercato
Si chiamano Anna Atkins e Amélie Guillot-Saguez e furono le prima donne fotografe ad aver lavorato con le carte preparate a mano. A distanza di oltre un secolo, le aste di Parigi hanno premiato il loro talento.
La piazza di Parigi, per le aste di fotografia a novembre, richiama collezionisti da tutto il mondo, già presenti in città per Paris Photo. Ne approfittano quindi le case d’aste, organizzando anche più tornate in quel periodo. In tre giorni i due gruppi leader del mercato, Christie’s e Sotheby’s, hanno battuto quattro aste. I risultati non sono stati però così sorprendenti, con una percentuale di venduto piuttosto bassa, fra il 33 e il 59%. Molti lotti sono pertanto andati invenduti: stime troppo alte, selezioni sbagliate o semplicemente mercato in sofferenza economica.
Aste quindi un po’ “mosce”, se non fosse per due sorprendenti risultati. Non pensiamo ai patinati scatti della fotografia più alla moda, scosciate gambe di Newton o labbra colorate di Penn. Niente di tutto questo, anzi, proprio quello che le nostre nonne potevano tenere nello scaffale più alto della libreria: due album rilegati in pelle, roba polverosa. E attenzione, adesso viene il più bello: non solo album con all’interno foto un po’ sfocate e ingiallite, ma pure realizzati da due donne! E, ciliegina su la torta, i due lotti hanno realizzato 473.500 euro.
LE FOTOGRAFE
Le due signore in questione sono rispettivamente Anna Atkins (219.000 € da Sotheby’s) e la più sconosciuta Amélie Guillot-Saguez (254.500 € da Christie’s). Si tratta delle prime donne fotografe che hanno lavorato con le carte preparate a mano (carte salate e cianotipi). Amélie Guillot-Saguez si reca a Roma e nel 1847 scatta le 37 fotografie poi raccolte nell’album, vedute della città e di monumenti celebri. Quattro anni prima la Atkins realizza una raccolta di immagini di alghe marine che raccoglierà nel volume The British Algae. Le sue fotografie sono cianotipi, carte fotografiche blu, ottenute appoggiando direttamente l’alga sul foglio sensibilizzato. Anna non lo sapeva, ma il suo sarà il primo libro fotografico della storia.
Non bisogna dimenticare l’importanza della politica culturale francese nello studio e nella riscoperta della fotografia. Non è certo un caso che la fortuna commerciale della semisconosciuta Guillot-Saguez segua di un anno la straordinaria mostra organizzata dal Museo d’Orsay, Chi ha paura delle donne fotografe? 1839-1945, seguita dalla seconda parte della mostra, dedicata al periodo 1918-1945. Teniamo gli occhi aperti: qualche autrice, che oggi è possibile acquistare a pochi soldi, potremmo rivederla il prossimo autunno riprodotta a piena pagina su un catalogo d’asta.
– Silvia Berselli
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #35
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