Musée de l’Elysée. Obiettivo sulla fotografia a Losanna
Fin dalla sua nascita, nel 1985, il Musée de l’Elysée ha trasformato Losanna in uno degli osservatori più prestigiosi sulla fotografia internazionale. Dotata di un incredibile patrimonio visivo, la sede appartiene al circuito delle istituzioni museali svizzere votate all’arte, confermando il ruolo cardine della fotografia nel panorama creativo mondiale. Di questo e di molto altro abbiamo discusso con il direttore Tatyana Franck.
Una ricca offerta espositiva ed editoriale e lo sconfinato archivio di cui è dotato rappresentano le basi su cui poggia il successo del Musée de l’Elysée, ospite di uno storico edificio di Losanna, immerso nel verde e rivolto verso il Lago di Ginevra. A metterne in luce i punti di forza è il direttore Tatyana Franck, che sottolinea la leadership del museo tra le istituzioni mondiali interamente dedicate alla fotografia.
Vincitore del Lucie Foundation Spotlight Award nel 2016, il Musée de l’Elysée testimonia “la varietà delle pratiche fotografiche, storiche e contemporanee”. Grazie a “rassegne innovative, importanti pubblicazioni ed eventi di richiamo”, il museo è anche riuscito nell’intento di trasmettere al pubblico una conoscenza più approfondita dell’arte dello scatto. I numeri parlano da sé: durante il 2016, 48mila visitatori hanno dato fiducia al ricco calendario di mostre proposto dal museo, che ha individuato in Werner Bischof e nel graphic designer polacco Wojciech Zamecznik, pioniere nell’uso della fotografia all’interno del proprio lavoro, i suoi protagonisti.
UNA COLLEZIONE UNICA
Le esposizioni temporanee rappresentano spesso un ottimo pretesto per metter in risalto la densa raccolta del museo che, ancora una volta, parla la lingua dei grandi numeri. Come ricorda il direttore, il museo è “un centro di eccellenza nel campo della conservazione e del potenziamento del patrimonio visivo. Custode di una collezione unica, composta di più di un milione di fototipi, 200mila stampe e 800mila negativi, il Musée de l’Elysée include anche più di una dozzina di collezioni e archivi completi, fra cui quelli di Charlie Chaplin, René Burri, Nicolas Bouvier ed Ella Maillart”.
Alle mostre ospitate negli ambienti del museo si sommano l’abituale appuntamento estivo con la Nuit des images – giunta, nel 2016, alla sua sesta edizione, totalizzando 6mila presenze – e le rassegne promosse in tutto il mondo. Soltanto lo scorso anno il museo svizzero ha raggiunto Clermont Ferrand, Parigi, Rotterdam, Barcellona, Madrid, Puebla e Città del Messico, Derby, Arkhangelsk e San Paolo.
PENSARE IN GRANDE
Il desiderio di ampliare i propri orizzonti non si limita alle attività espositive, ma trova riscontro anche nelle strategie messe in campo per coinvolgere il pubblico e farlo sentire parte del museo. “Grazie a The Studio, uno spazio dedicato, incoraggiamo i giovani visitatori ad andare alla scoperta della mostre organizzate appositamente per loro”, spiega il direttore. Senza dimenticare i workshop, che li incentivano a fare esperimenti con la fotografia e la serie di attività strutturate ad hoc per i bambini dai sei anni di età. Durante la Nuit des images, inoltre, grandi e piccini possono cimentarsi nella costruzione di una camera oscura o approfondire la cronofotografia.
Per rendere sempre più fruibile al pubblico il patrimonio custodito dalla biblioteca, nel 2014 il museo ha avviato un’estesa campagna di digitalizzazione di una raccolta davvero eccezionale che “ripercorre la storia della fotografia attraverso edizioni rare e fuori stampa”. In seguito alla partnership con lo Swiss Federal Institute of Technology / EPFL di Losanna, la piattaforma PhotobooksElysee.ch è diventata operativa a partire dallo scorso gennaio. “Nell’arco di cinque anni”, stima il direttore, il museo “sarà in grado di garantire al pubblico l’accesso alla maggior parte dei titoli e alle migliaia di immagini” custodite dalla biblioteca.
UN SALTO NEL FUTURO
Le novità che costellano il futuro del Musée de l’Elysée non si fermano qui. Frutto del dialogo tra le maggiori istituzioni culturali cittadine, nel 2021 il progetto Plateform10 diventerà realtà. Il Museo Cantonale di Belle Arti, il Museo del Design e delle Arti Applicate Contemporanee e il Musée de l’Elysée convergeranno in un’unica sede, a poca distanza dalla stazione ferroviaria cittadina. Oltre a trasformare Losanna in una “innovativa città della cultura”, Plateform10 consentirà al museo capitanato da Franck di “raddoppiare gli spazi espositivi, triplicare quelli dei suoi depositi e offrire al pubblico una stanza multimediale”.
Il palinsesto estivo è stato inaugurato dalla prima rassegna dedicata alla storia delle proiezioni e delle slide fotografiche, dalla metà dell’Ottocento ai giorni nostri, consentendo al pubblico di immergersi nelle installazioni di Nan Goldin, Fischli/Weiss e Jan Dibbets. In autunno, invece, spazio alle collaborazioni tra il museo e altre istituzioni culturali, non solo svizzere. Co-prodotta dal Musée de l’Elysée, dalla Cinémathèque Suisse e dalla Cinémathèque française di Parigi, la mostra Icons sarà la prima retrospettiva svizzera incentrata sulla produzione del regista americano Gus Van Sant.
– Arianna Testino
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #36 – Speciale Svizzera
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