Arles incontra la fotografia

I mesi estivi sono all’insegna dell’arte dell’obiettivo nella città francese attraversata dal fiume Rodano. Grazie a un intenso programma di mostre, incontri e laboratori che va sotto il nome di “Les Rencontres d’Arles”.

Un caldo torrido. Le strade sbiancate dalla luce di inizio luglio. I tipici caffè alla francese con tavolini sulle piazze. Le case colorate da cui hanno tratto spunto molti autori impressionisti. Il lungofiume che si tinge di rosa al tramonto. Questa è Arles, splendida cittadina fondata sul fiume Rodano dai Romani, di cui restano importanti monumenti, primo tra tutti Les Arenes, imponente esempio di anfiteatro romano, che sbuca tra le vecchie case nel centro della città. A cui seguono Les Alycampes (I Campi Elisi), due chilometri di viale alberato con cipressi che conduce alle antiche tombe romane, luogo che ha ispirato pittori e poeti. Arles è stata città d’ispirazione per molti impressionisti, in modo particolare per van Gogh, che qui visse a lungo e dipinse con fervore alcuni dei suoi capolavori maggiormente conosciuti, tra cui Caffè di notte, La casa gialla, Girasoli, Notte stellata.
Da Arles si può intuire la vicinanza del mare, la salsedine nell’aria, emanata delle saline più rinomate di Francia. Si annusa l’odore delle terre di Camargue, coi suoi allevamenti di tori, di cavalli selvatici e l’immenso parco naturalistico affollato da aironi, fenicotteri, e centinaia di altre specie di uccelli e di erbe. In questa città della Provenza, l’architettura romanica incontra quella gotica, ed entrambe si mescolano con le facciate scrostate delle case colorate di fine ‘800. Arles è tappa obbligata per chi percorre il cammino verso Santiago de Compostela e per gli amanti delle corride, con la grande “Fiesta” che si tiene ogni anno a Pasqua. I nuovi “pellegrini” sono invece persone con la macchina fotografica al collo, che affollano gli stretti vicoli pedonali della città.

Arles 2017, photo Claudia Zanfi

Arles 2017, photo Claudia Zanfi

OBIETTIVI PUNTATI SULLA FOTOGRAFIA

All’inizio di luglio si svolge infatti il “rito sacro” (o meglio pagano, vista la quantità di pastis e assenzio…) per gli amanti dell’arte fotografica. Un’intera settimana di mostre, eventi, conferenze, dibattiti, proiezioni, letture, presentazioni di libri, raccolte in quella che è conosciuta dai cultori col solo nome di Les Rencontres. Questa manifestazione internazionale si ripete ogni anno e dura tutta l’estate. Il Festival di Arles per la fotografia è di fatto tra i più storici al mondo. Fu fondato nel 1970 dal fotografo Luciene Clergue, dallo scrittore Michel Tournier e dallo storico Jean-Maurice Rouquette. Con una programmazione composta per lo più da materiale inedito, è tra le manifestazioni di fotografia maggiormente frequentate, raccogliendo quasi un milione di visitatori in tre mesi. Le mostre sono spesso co-prodotte con altre istituzioni francesi o internazionali, e vengono esposte non solo in musei e gallerie, ma in diversi luoghi della città. Durante il periodo dei Rencontres ogni spazio della città si trasforma in spazio espositivo, anche quelli meno accessibili al pubblico come cappelle medioevali, complessi industriali, cantine, soffitte, terrazzi, negozi.
Il programma di quest’anno è particolarmente denso. Molte le personali dedicate, tra gli altri, al fotoreporter Joel Meyerowitz, all’autore Michael Wolf, all’interessante percorso dell’italiano Alex Majoli, alle ricerche territoriali di Marie Bovo e a quelle introspettive del giapponese Masahisa Fukase. Originale l’installazione di Roger Ballen: non solo fotografie, ma la ricostruzione di un cupo ambiente, con mobili e vecchi oggetti. Poi le collettive incentrate sull’America Latina, in modo particolare la fotografia vernacolare colombiana. Punta di diamante è l’ampia mostra collettiva dedicata all’Iran. Fotografie storiche che raccontano l’epoca dello scià di Persia, gli eventi della rivoluzione di Khomeini, le tensioni di quella società e della vita contemporanea fino ai disastri ecologici sui confini tra Iran e Iraq nelle bellissime immagini di Solmaz Daryani.

Fondation Luma, Arles 2017, photo Claudia Zanfi

Fondation Luma, Arles 2017, photo Claudia Zanfi

LE FONDAZIONI

Di grande interesse il progetto della Fondazione Luma, voluta dalla collezionista e mecenate Maja Hoffmann. Si tratta dell’imponente recupero di un ex-spazio industriale dismesso, appena fuori Arles. Nell’ala centrale viene proposto ‒ per questa estate ‒ un grande omaggio al lavoro di Annie Leibovitz, attraverso inediti scatti d’archivio. Immagini iconiche che ritraggono Mick Jagger, Jack Nicholson, Allen Ginsberg, ecc. in dialogo con vicende che hanno cambiato la storia contemporanea come i movimenti studenteschi di Berkeley. Alle mostre personali, la Fondazione affianca un ventaglio di collettive e premi di tutti i tipi e per tutte le età: dai giovani ai maestri della fotografia, senza dimenticare i laboratori per artisti, per bambini e famiglie. All’interno di questi spazi recuperati, di grande rilievo il progetto in costruzione per la futura Casa della Fotografia, a firma di Frank Gehry.
Altro spazio da segnalare è la Fondazione Manuel Rivera-Ortiz, con sede in un bellissimo palazzo storico nel centro di Arles, che ospita mostre fotografiche e film dedicati al genere documentario. A chiudere la settimana di “grand opening” e di “soirèe”, un evento davvero speciale: la regista culto Agnès Varda ha incontrato l’artista francese più popolare del momento, JR, e insieme hanno presentano un corto dedicato proprio alle opere di Street Art.

Claudia Zanfi

www.rencontres-arles.com

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Claudia Zanfi

Claudia Zanfi

Claudia Zanfi, promotrice culturale e appassionata di giardini, collabora con istituzioni pubbliche e private su progetti dedicati ad arte, società, paesaggio. Nel 2001 fonda il programma internazionale GREEN ISLAND per la valorizzazione dello spazio pubblico e delle nuove ecologie urbane.…

Scopri di più