Basilico & Siza. Storia di un’amicizia speciale
A metà degli Anni Novanta ci fu un incontro speciale: quello fra il compianto Gabriele Basilico e un architetto di razza come Álvaro Siza. Uniti da un piccolo centro portoghese vicino a Porto. Ora un libro – e una mostra – racconta quell’amicizia
Matosinhos. Non c’è spazio né architettura senza luce è la storia di un incontro, di un’amicizia, quella tra il fotografo italiano Gabriele Basilico, scomparso nel 2013, e l’architetto portoghese Álvaro Siza.
Nel libro, curato dal punto di vista grafico da Luca Pitoni – con una copertina che aperta diviene un poster bifrontale, da leggersi come un calendario –, ci sono le immagini della zona di Matosinhos, nei pressi di Porto. A Matosinhos Siza è nato nel 1933 e qui ha realizzato le sue prime opere, il Boa Nova (1958-63) e le Piscine di Leça (1966).
IN DUE ALL’OMBRA DI CHARLES NELSON
In apertura del volume ci sono le testimonianze dei due maestri. Basilico racconta di una passeggiata con Siza per le strade di quel particolare luogo, accanto alla casa di famiglia in stile eclettico, dove vive ancora la sorella dell’architetto, Tereza, della quale nel libro c’è un interessante intervento.
Tutti e due architetti, tutti e due interessati al concetto di marginalità, che si tratti di spazio fisico per Siza o di problemi legati allo sguardo per Basilico. Álvaro è affascinato dagli insediamenti spontanei, gli parla di Charles Nelson, architetto brasiliano, che ha diretto la ristrutturazione di una favela a Rio de Janeiro e ne parla a Gabriele, che non manca di interessarsi all’argomento.
BASILICO E LA FOBIA DELL’AEREO
I due uomini si sono conosciuti nel 1994. Nel 1995 Tereza, che si occupa di fotografia, invita Basilico, che ritiene il migliore, a fotografare la Dogana di Porto, che sarebbe stata di lì a poco trasformata in un museo. Ma Basilico non fissa mai la data dell’incontro perché ha paura dei viaggi aerei, ma questo Tereza lo scopre da una comune amica. Un divertente dettaglio della sua personalità che anche io posso confermare. Una paura che, tuttavia, doveva dominare per poter lavorare, e in questo caso l’aereo lo ha preso.
Il fotografo è tornato, nel corso degli anni, sino al 2011, più volte in quel paese che aveva imparato a conoscere e ad amare, e il libro contiene parecchie immagini, ben stampate, di quella storia, di quel legame con la natura e con l’architettura portoghese.
RITORNO ALLE ORIGINI
Se volessimo trovare un punto comune tra i due uomini, come suggerisce Maddalena d’Alfonso, della quale è pubblicato un testo: “È attraverso l’affettività stretta con il suo nucleo d’origine, uno sguardo stimolato dalla ricerca di un pensiero nuovo e l’applicazione pratica ai luoghi familiari, che nasce in Siza la pratica quotidiana della ‘visibilità’, in lui una congiunzione di occhio e mano che attraverso il disegno può restituire potenzialità e poesia di un luogo, che risulta tanto importante perché anonimo e, in quanto tale, è simile a centinaia di altri, dispersi in tutto il mondo”.
Proprio come per Basilico è stata la sua Milano. Ritratti di fabbriche.
– Angela Madesani
Gabriele Basilico & Álvaro Siza – Matosinhos. Non c’è spazio né architettura senza luce
Corsiero, Reggio Emilia 2017
Pagg. 120, € 25,50
ISBN 9788898420629
http://www.corsieroeditore.it/
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