Come è andata Mia Photo Fair? Il report della fiera di fotografia di Milano
Tante proposte interessanti, begli incontri, artisti internazionali e ottime offerte nel settore editoria. Ecco come è andata Mia Photo Fair. Il report della manifestazione appena chiusa
L’ VIII Edizione del Mia Photo Fair si è conclusa e noi cerchiamo di tirare le somme. Lo spazio è il solito, The Mall in zona Porta Nuova, a Milano. 130 espositori di cui 90 gallerie, delle quali 37 straniere, sono tanti in relazione allo spazio. La fiera è piuttosto migliorata rispetto alle scorse edizioni: è più pulita, meno fotoamatoriale, con presenze interessanti. Ottimi i contenuti della sezione editoria – anche con parecchie presenze internazionali -, collocata nel cuore del percorso. Interessanti le librerie giapponesi, in particolare Komyama Tokyo, ma non solo quelle, anche le italiane, le case editrici e altro ancora. Fitto e stimolante il programma culturale con collezionisti, autori, editori. Interessante inoltre la nuova atmosfera che si respira e che registra una certa volontà di varcare i confini della mera fotografia.
GLI STAND PIÙ INTERESSANTI
Main Sponsor della manifestazione è BNL Gruppo BNP Paribas, che assegna un premio agli artisti che prendono parte alla fiera, esponendo con le proprie gallerie di riferimento. Il premio è andato a Letizia Carriello, con il progetto Joie de Vivre, presentata dalla Galleria Massimo Minini. Tra gli stand più interessanti Spazio Damiani di Bologna con Hiroshi Sugimoto, Joel Meyerovitz, Larry Fink, Nuova Galleria Morone di Milano, interamente dedicato al lavoro messicano dell’artista spagnolo Felix Curto, Heillandi Gallery di Lugano con Davide Monteleone e il polacco Jacek Soltan, che ha lavorato anche con il nostro rimpianto Davide Mosconi. Straordinario il suo ritratto di Tilda Swinton del 1996. Interessante il lavoro di Agnese Purgatorio sulla migrazione da Podbileski Contemporary, la galleria italo tedesca, che proponeva, tra gli altri, il raffinato lavoro di Yuval Yairi. Un lavoro che ha molti aspetti in comune con quello di Vera Rossi, proposto da Antonia Jannone, che nel suo doppio stand ha esposto anche il lavoro pittorico-architettonico di Marco Palmieri. Notevoli sono anche i lavori di sapore geologico di Darren Harvey-Regan proposti da Passaggi di Pisa e quelli sullo spazio di Nicole Ahland alla galleria Wichtendahl di Berlino. Di un certo peso anche i focus sulla fotografia straniera, di matrice istituzionale, dalle Isole Baleari a Cuba, dall’Africa all’Ungheria.
CRITICITÀ
Se dovessimo trovare un difetto è legato all’allestimento, un po’ claustrofobico. I servizi offerti, da un punto di vista del riposo e della ristorazione non sono il massimo. Se si vuole visitare con la dovuta attenzione, la fiera merita qualche ora di tempo e un’area relax accompagnata da un buon tè o da un caffè caldo ben servito sarebbe, stata una perfetta ciliegina sulla torta.
– Angela Madesani
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